Home > HANEFI POTREBBE ESSERE GIA’ MORTO. ECCO PERCHE’..

HANEFI POTREBBE ESSERE GIA’ MORTO. ECCO PERCHE’..

Publie le martedì 24 aprile 2007 par Open-Publishing
2 commenti

Troppi movimenti strani dietro la sorte di Hanefi. Un analisi degli avvenimenti renderebbe verosimile l’ipotesi di una morte già avvenuta e tenuta nascosta dal governo afghano.

leggi l’analisi sul sito www.ciardullidomenico.it

Messaggi

  • L’ORDINE FU: FERMATE CALIPARI. E HANEFI.

    di Gigi Malabarba*

    La vicenda di Rahmatullah Hanefi non è simile a quella di Nicola Calipari, è la stessa. E oggi le due storie dolorosamente si intrecciano e hanno avviato il conto alla rovescia per un governo che ha scelto la via della guerra a fianco degli USA, ma risulta comunque infedele. Fu l’ambasciatore John Negroponte ad impartire l’ordine ai servizi segreti militari americani: fermate Nicola Calipari, con ogni mezzo.

    La squadra dell’agente del Sismi, su precisa indicazione del governo Berlusconi e con l’appoggio dell’opposizione, aveva negoziato con successo la liberazione di Stefio, Agliana e Cupertino e poi di Pari e Torretta. Violando in entrambi i casi la linea della fermezza imposta dal comando USA in materia di ostaggi nei teatri di guerra e provocando una durissima reazione del Pentagono.

    Quando il Sismi riuscì a salvare la vita anche di due giornalisti francesi - dopo che per ben quattro volte furono tentati blitz USA per vanificare l’azione dell’intelligence italiana - l’ordine di Negroponte divenne operativo: Calipari e i suoi non rispondono alle consegne e vanno disarticolati.

    Dopo il rapimento di Giuliana Sgrena, la trattativa con i rapitori fu seguita e monitorata dal comando militare americano (che fece anche pubblicare le registrazioni dei colloqui tra l’auto di Calipari e Palazzo Chigi) e fu lo stesso Negroponte a partecipare di persona all’"incidente", facendo istituire un posto di blocco volante sull’autostrada per l’aeroporto di Bagdad per proteggere il proprio passaggio. Al transito della Toyota con a bordo Sgrena, l’ordine via radio fu di fermare col fuoco il "mezzo sospetto" in avvicinamento. E così Mario Lozano eseguì.

    L’imputato di "omicidio politico volontario" non è perseguibile per gli USA; potrà però essere condannato in contumacia, senza conseguenze per Lozano ma non per i rapporti con gli Stati Uniti, dove le lacrime in tv del fuciliere hanno aperto l’offensiva mediatica contro gli italiani ambigui sul terrorismo.

    Qualcuno si è chiesto come mai il "Calipari afghano" Hanefi, mediatore di Emergency per liberare Mastrogiacomo, è stato sequestrato per ordine del comando USA, da cui dipendono i servizi segreti afghani di Karzai?

    Negroponte, da ambasciatore e capo dell’intelligence è diventato vice della Rice e plenipotenziario per il Medio Oriente, dove la linea della fermezza deve essere applicata da tutti gli alleati. Hanefi non sarà liberato se l’Italia non chiuderà le partite giudiziarie in corso (ci sono anche 22 agenti Cia che hanno rapito Abu Omar) e soprattutto non si sottometterà alla guerra totale in Afghanistan. Ecco spiegata l’ignavia di Prodi, soldatino di Bush, che porta Hanefi in carcere ed Emergency a lasciare Kabul.

    *Associazione Sinistra Critica

    www.sinistracritica.org/

  • L’ORDINE FU: FERMATE CALIPARI. E HANEFI.

    di Gigi Malabarba

    La vicenda di Rahmatullah Hanefi non è simile a quella di Nicola Calipari, è la stessa. E oggi le due storie dolorosamente si intrecciano e hanno avviato il conto alla rovescia per un governo che ha scelto la via della guerra a fianco degli USA, ma risulta comunque infedele. Fu l’ambasciatore John Negroponte ad impartire l’ordine ai servizi segreti militari americani: fermate Nicola Calipari, con ogni mezzo.

    La squadra dell’agente del Sismi, su precisa indicazione del governo Berlusconi e con l’appoggio dell’opposizione, aveva negoziato con successo la liberazione di Stefio, Agliana e Cupertino e poi di Pari e Torretta. Violando in entrambi i casi la linea della fermezza imposta dal comando USA in materia di ostaggi nei teatri di guerra e provocando una durissima reazione del Pentagono.

    Quando il Sismi riuscì a salvare la vita anche di due giornalisti francesi - dopo che per ben quattro volte furono tentati blitz USA per vanificare l’azione dell’intelligence italiana - l’ordine di Negroponte divenne operativo: Calipari e i suoi non rispondono alle consegne e vanno disarticolati.

    Dopo il rapimento di Giuliana Sgrena, la trattativa con i rapitori fu seguita e monitorata dal comando militare americano (che fece anche pubblicare le registrazioni dei colloqui tra l’auto di Calipari e Palazzo Chigi) e fu lo stesso Negroponte a partecipare di persona all’"incidente", facendo istituire un posto di blocco volante sull’autostrada per l’aeroporto di Bagdad per proteggere il proprio passaggio. Al transito della Toyota con a bordo Sgrena, l’ordine via radio fu di fermare col fuoco il "mezzo sospetto" in avvicinamento. E così Mario Lozano eseguì.

    L’imputato di "omicidio politico volontario" non è perseguibile per gli USA; potrà però essere condannato in contumacia, senza conseguenze per Lozano ma non per i rapporti con gli Stati Uniti, dove le lacrime in tv del fuciliere hanno aperto l’offensiva mediatica contro gli italiani ambigui sul terrorismo.

    Qualcuno si è chiesto come mai il "Calipari afghano" Hanefi, mediatore di Emergency per liberare Mastrogiacomo, è stato sequestrato per ordine del comando USA, da cui dipendono i servizi segreti afghani di Karzai?

    Negroponte, da ambasciatore e capo dell’intelligence è diventato vice della Rice e plenipotenziario per il Medio Oriente, dove la linea della fermezza deve essere applicata da tutti gli alleati. Hanefi non sarà liberato se l’Italia non chiuderà le partite giudiziarie in corso (ci sono anche 22 agenti Cia che hanno rapito Abu Omar) e soprattutto non si sottometterà alla guerra totale in Afghanistan. Ecco spiegata l’ignavia di Prodi, soldatino di Bush, che porta Hanefi in carcere ed Emergency a lasciare Kabul.