Home > Ha detto Violante
Oggi è raro nella politica italiana ascoltare frasi nette e chiare. Luciano Violante, capogruppo ds alla Camera, ne ha pronunciata una, che condividiamo: «Il governo è responsabile dell’invio dei nostri soldati in Iraq. Senza sufficiente copertura, come dicono i morti di Nassiriya. C’è una responsabilità precisa». La destra ha risposto nella maniera scomposta e aggressiva che il suo leader ha indicato inaugurando una campagna elettorale all’insegna dell’insulto e dello scontro. Ma Violante ha ragione. Per almeno quattro motivi:
1) La missione in Iraq nella quale i nostri soldati sono stati coinvolti non è - non lo è mai stata, non lo è, e in queste condizioni non lo sarà - una missione di pace. È guerra. Chi ha voluto guesta missione, chi ha scatenato questa avventura tragica e disastrosa, è il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. E Bush l’ha detto con parole, da parte sua, assai nette e chiare, appena due settimane fa: «Mi sento un presidente di guerra».
2) Questa guerra è sbagliata e ingiusta. Si è basata su un falso - il possesso di armi di distruzione che Saddam non aveva -ed è stata scatenata per interessi economici e per una politica di controllo e di egemonia globale che non hanno nulla a che fare con le nostre scelte di politica internazionale.
3) Questa guerra è un’avventura senza fine. Il governatore americano in Iraq, Paul Bremer ha detto che secondo lui «è necessario che le truppe della coalizione, italiani compresi, rimangano in Iraq almeno fino a dicembre 2005». Almeno. E ha confessato di aspettarsi che il terrorismo «si intensifichi nel prossimo futuro». Il comandante delle truppe americane in Iraq, generale Sanchez, solo pochi giorni fa aveva previsto che gli italiani resteranno fino al 2009.
4) Questa guerra è destinata a provocare altra guerra. Civile. E a coinvolgere sempre di più il nostro contingente in una spirale di violenza. Proprio a Nassiriya, come ha raccontato ieri su questo giornale Marco Calamai, ex consigliere della cooperazione internazionale in Iraq, l’autorità civile irachena nominata dal governatore inglese della provincia chiede la protezione armata dei nostri soldati di fronte alla crescente spinta popolare per elezioni dirette degli organi di governo locale. Accade in queste ore. Carabinieri contro libere elezioni? Scelta pericolosa per la sicurezza dei nostri militari. Scelta che farebbe a pugni con il proclamato carattere di pace e di costruzione democratica della missione. Contro la quale è, dunque, più che mai giusto pronunciare parole nette e chiare come quelle di Luciano Violante.
L’UNITA’