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Hamas accetta la tregua. Le 24 ore d’inferno della Striscia
Publie le giovedì 15 gennaio 2009 par Open-PublishingHamas accetta la tregua. Le 24 ore d’inferno della Striscia
di Tommaso Vaccaro
Il movimento palestinese annuncia di essere pronto a firmare il piano egiziano. I morti arrivano a quota mille. Metà di questi sono donne e bambini. Morales chiude i rapporti con Israele. Cronaca di una giornata con oltre 160 raid su Gaza. Colpiti persino i cimiteri
La firma della tregua da parte di Hamàs è oggi più vicina. Lo rivelano fonti egiziane che hanno trattato incessantemente con il movimento islamico palestinese, il quale dovrebbe tenere una conferenza stampa per annunciare la svolta. Israele, dal canto suo, sta valutando la risposta da inviare domani all’Egitto. La notizia, che se confermata metterebbe la parola fine ad un’aggressione iniziata il 27 dicembre scorso, è stata ribadita anche dal portavoce di Hamas in Siria, Ami Barake, il quale da Damasco ha dichiarato che l’organizzazione è pronta ad accettare il piano di pace. Le condizioni poste, secondo quanto si apprende, sarebbero le seguenti: in primo luogo il ruolo di garante assegnato alla Turchia, l’invio di osservatori (al posto delle truppe internazionali) con l’incarico di controllare il pieno adempimento dell’accordo, una tregua umanitaria di tre giorni, la ritirata delle truppe israeliane dalla Striscia entro 48 ore e una nuova tregua della durata di un anno. Tuttavia, il leader di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato ad Al Jazeera che ancora esistono posizioni differenti sull’iniziativa.
I mille morti palestinesi
Ma al di là di come si svilupperà la faccenda sul versante diplomatico, il bilancio delle vittime racconta la storia di un’ecatombe. Nei 19 giorni di aggressione del paese ebraico sul territorio palestinese, il numero dei morti ha superato mercoledì pomeriggio il migliaio. Secondo quanto dichiara Mòaweya Hassanein, capo dei servizi di emergenza del Ministero della Salute, le vittime palestinesi sarebbero infatti arrivate a quota 1010, con più di 4.600 feriti, di cui 400 in “gravissime condizioni”. Ma il dato ancor più sconcertante è certamente quello secondo cui il 50 per cento dei morti e dei feriti è composto da donne e bambini.
La condanna di Ban Ki-Moon
Giunto in Egitto, prima tappa del viaggio in Medioriente, il segretario generale delle Nazioni Uniti ha criticato duramente il comportamento dello Stato d’Israele, per il suo uso “eccessivo della forza che deve essere fermato immediatamente”. Durante la conferenza stampa tenuta Al Cairo, Ban Ki-Moon ha inoltre sottolineato come l’operazione “piombo fuso” abbia comportato “una grande distruzione” e la morte di “molti palestinesi”. Da New York, intanto, il presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, il nicaraguense Miguel D’Escoto, ha convocato una riunione straordinaria per questo giovedì15 gennaio, con l’obbiettivo di dibattere sulla situazione di Gaza dopo un’aggressione durata ben 19 giorni. D’Escoto ha preso questa decisione dopo aver ricevuto dal Movimento dei Paesi Non Allineati la richiesta di sommare alla voce del Consiglio di Sicurezza sulla necessità di un cessate il fuoco nella zona, quella dell’Assemblea Generale.
La Bolivia chiude i rapporti con Israele
Ad annunciarlo è il presidente Evo Morales, il quale segue le orme del collega venezuelano Hugo Chavez, che il 6 gennaio scorso ha espulso l’ambasciatore d’Israele a Caracas. “Annuncio - ha detto Morales - che la Bolivia ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele a causa di questi gravi crimini contro la vita e l’umanità”.
Tensioni con in Libano
Si riaccende, intanto, la crisi tra Israele e Libano. E’ ripartito, infatti, il lancio di razzi dal territorio libanese in direzione della Galilea del Nord. Questa mattina, nei pressi della città israeliana di Kiryat Shmona, sono caduti tre Katyusha. La zona colpita risulta però disabitata e non risultano pertanto vittime o feriti. Pronta la risposta dell’esercito con la stella di David, il quale nel giro di qualche minuto ha lanciato a sua volta quattro razzi “caduti a Nord di Ghajar”, secondo quanto dichiarato da un responsabile della sicurezza libanese. Al momento non è stato identificato il gruppo responsabile dell’attacco partito dal territorio libanese.
24 ore di sangue e distruzione
Dopo una notte di violentissimi combattimenti tra palestinesi e soldati d’Israele nella città di Gaza ed i raid aerei compiuti nella Striscia, può essere tirato un primo bilancio di quanto accaduto nelle ultime 24 ore. Secondo quanto riferiscono le autorità del paese ebraico, l’aviazione avrebbe colpito ben 60 obiettivi di Hamas, o presunti tali, con circa 160 incursioni aree nel giro di un solo giorno. Commissariati di polizia, vari edifici pubblici e persino il cimitero cittadino sono stati completamente distrutti dalla furia caduta dal cielo e targata Israele. Cacciabombardieri F-16 della aviazione di Tel Aviv hanno distrutto il cimitero del quartiere di Sheij Raduàn. Varie tombe sono state completamente sventrate e gli abitanti della zona si sono occupati di raccogliere e seppellire nuovamente le ossa dei defunti.