Home > Hezbollah e la sinistra
Hezbollah e la sinistra
Alex Gaudillière
La "guerra infinita" è iniziata cinque anni fa nel Medio Oriente. Ha costituito e costituisce la più grande sfida lanciata a coloro che hanno difeso e difendono ancora l’idea che "un altro mondo è possibile". Se Bush, Blair, Berlusconi e Sharon ieri, Prodi e Olmert oggi, possono bombardare Kabul, Gaza, Baghdad o Beirut, decidere quali paesi sottomettere alla loro agenda e farla applicare dalle loro truppe, allora non è vero che un altro mondo è possibile.
Dopo il fallimento del loro progetto di fronte alla resistenza in Iraq e il loro fallimento in Afghanistan, Israele ha iniziato una guerra che è durata 33 giorni in Libano per distruggere Hezbollah, ostacolo alla dominazione del Medio Oriente. E fu un altro fallimento.
La vittoria di Hezbollah è stata fondamentale per tutti quelli che si oppongono alla barbarie nella quale Bush e i suoi alleati vogliono far precipitare il mondo. Come scritto alla fine dell’offensiva da Gideon Levy, giornalista contro la guerra del quotidiano israeliano Ha’aretz: "Non è difficile immaginare cosa sarebbe successo se Hezbollah fosse stato sconfitto dopo qualche giorno di bombardamenti, come promesso dall’inizio dagli spacconi della FDI (Forza di Difesa Israeliana). Il successo ci avrebbe fatto impazzire. Gli Stati Uniti ci avrebbero spinto allo scontro militare con la Siria e, ubriacati dalla vittoria, avremmo potuto provarci. La tappa successiva sarebbe potuto essere l’Iran".
La sconfitta di Israele non conta soltanto per il futuro del Medio Oriente, ma per tutti quelli che cercano un’alternativa alla barbarie. Senza la resistenza del Medio Oriente la pressione dell’imperialismo sarebbe molto più forte sui movimenti dell’America Latina. In pratica è su tutto il pianeta che Hezbollah ha mantenuto viva l’idea di un altro mondo possibile. Ma la prima valutazione che tanti a sinistra fanno di tutto ciò è che sicuramente il mondo che vogliamo non è quello che vuole Hezbollah, "il partito di Dio".
Penso che questo approccio, che parte dal laicismo o meno delle forze politiche in campo, non permette di capire le dinamiche della resistenza e della costruzione dell’alternativa politica nel Medio Oriente. Grava invece sulla nostra capacità d’iniziativa per costruire un movimento internazionale che ponga fine alla "guerra infinita", per costruire l’unità dell’insieme dei lavoratori e per affrontare le battaglie sulla questione del razzismo. Non si tratta qui di negare la distanza che separa la società socialista che vogliamo dal progetto politico di Hezbollah, ma di discutere la strategia per costruire un’alternativa alla barbarie di Bush e dei suoi alleati , dai paesi della Nato a Israele e i regimi antidemocratici del mondo arabo....
continua a leggere
http://cdblog.splinder.com/post/9829952#more-9829952