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I 12punti di Prodi: un programma berlusconiano per evitare Berlusconi
Publie le domenica 25 febbraio 2007 par Open-Publishing4 commenti
Comunicato-stampa
Dopo essersi schiantato sulla guerra, sfidando apertamente il movimento con la riconferma delle missioni belliche, l’aumento delle basi e delle spese militari, Prodi ripresenta il proprio governo pigliando di petto anche gli altri movimenti in campo.
E quindi scodella brutalmente, tutto insieme in dodici punti, quello che poi era già il suo programma: piena fedeltà a Usa e Nato con la conferma di Afghanistan e base a Vicenza, per portare a fondo la scissione con il movimento no-war; Alta velocità per la Val di Susa, in modo da scontrarsi frontalmente con i No-Tav; rigassificatori a volontà, così da cozzare contro i movimenti ambientalisti; abbandono dei moderatissimi DICO, confliggendo con il movimento no-VAT e pro-Pacs; e sul piano sociale, privatizzazioni alla Lanzillotta e ulteriore taglio delle pensioni, per schifare definitivamente i lavoratori.
E come ciliegina al cianuro su una torta all’arsenico, Prodi chiede per sé poteri da monarca, che neanche Berlusconi aveva mai preteso: in caso di dissenso nel governo decide lui.
Insomma, per evitare il paventato ritorno del Cavaliere, si squaderna un programma organicamente berlusconiano. Diliberto parla di “grande risultato”, il PRC espelle l’unico suo senatore pacifista coerente, Franco Turigliatto – che si è limitato a non votare ancora una volta politiche di guerra, e al quale va la nostra totale solidarietà – con un gesto senza precedenti nella storia repubblicana.
Il Prodi-bis assomiglia ad un saltatore che, non riuscendo a superare l’asta a due metri, chiede che venga posta a due metri e mezzo. Spetta ora ai movimenti, unitariamente, dire NO al programma neo-berlusconiano del Prodi-bis; e in particolare al "popolo contro la guerra" preparare al meglio la mobilitazione nazionale del 17 marzo a Roma per il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan e dagli altri luoghi di guerra, per il NO al Dal Molin e alle spese militari, per la chiusura delle basi Usa e Nato.
Piero Bernocchi
Confederazione COBAS
Messaggi
1. I 12punti di Prodi: un programma berlusconiano per evitare Berlusconi , 25 febbraio 2007, 18:34
E’ programma di destra con opzioni politiche ultraliberiste, filo-americane, filo-CEI, filo-confindustria, filo-tutto meno che progressista !!! Il tema lavoro e della sua tutela non esiste proprio e la sudditanza rispetto al potere economico totale e completa !! Almeno il Berluska ci risparmiava l’ipocrisia di tentare di spacciarlo come di sinistra e tutto sommato aveva il pudore di giocare a carte scoperte !!!! Qualora si andasse ad elezioni anticipate stanno facendo di tutto per riconsegnare il paese alla C.d.L. o in alternativa, se non si rivota, ad uno schieramento di governo egemonizzato dagli ex-DC, con l’appoggio occulto del Berluska sotto le sembianze di una finta ed accomodante opposizione e con sostanza dal sapore neo-consociativo !!
MaxVinella
2. I 12punti di Prodi: un programma berlusconiano per evitare Berlusconi , 26 febbraio 2007, 10:35
I comunisti, pur di mantenersi la sedia arrivano a rinnegare i loro ideali, basta vedere l’amore scoppiato tra deliberto e dalema cose che succedono solo in italia; propongo una legge elettorale alla tedesca, però con sbarramento al 6 percento in modo da spazzare via quella cozzaglia di partitini parassiti che certe volte annullano un lavoro già iniziato
1. I 12punti di Prodi: un programma berlusconiano per evitare Berlusconi , 26 febbraio 2007, 12:41
e di che cosa vi meravigliate! . Poveri illusi !!!!Era ovvio!!
3. I 12punti di Prodi: un programma berlusconiano per evitare Berlusconi , 26 febbraio 2007, 16:21
Non sarebbe la prima volta, né l’ultima, nella storia del parlamentarismo europeo, che tale programma di "destra" che un governo di "destra" non è in grado di realizzare senza creare troppi casini venga attuato da un governo del "centro", e vice-versa ("sinistra", non c’entra, non è quasi mai stata al potere). E se per lo meno tutto questo dovesse risultare in una presa di coscienza dell’inanità del parlamentarismo, e di queste divisioni astratte?
Qûr Tharkasdóttir