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I FURBETTI DI TORINO/3

Publie le mercoledì 14 febbraio 2007 par Open-Publishing

La vicenda della liceità dell’equity swap non ha avuto molto risalto sui principali quotidiani italiani, ma meriterebbe qualche considerazione anche da parte dei maestri della morale, solitamente così pronti a sentenziare su tutto e tutti. A beneficio delle anime belle, proviamo prima a ricostruire lo scenario delle vicende. Come noto, la famiglia Agnelli era destinata a scendere al di sotto della quota di controllo in Fiat per effetto della conversione del debito in azione da parte di un pool di banche. Il 24 agosto 2005, inoltre, la IFIL, FURBETTI DI TORINO/3

Nel febbraio 2006 su un sito WEB si poteva leggere quanto segue :

La vicenda della liceità dell’equity swap non ha avuto molto risalto sui principali quotidiani italiani, ma meriterebbe qualche considerazione anche da parte dei maestri della morale, solitamente così pronti a sentenziare su tutto e tutti. A beneficio delle anime belle, proviamo prima a ricostruire lo scenario delle vicende. Come noto, la famiglia Agnelli era destinata a scendere al di sotto della quota di controllo in Fiat per effetto della conversione del debito in azione da parte di un pool di banche. Il 24 agosto 2005, inoltre, la IFIL, controllata indirettamente dalla Giovanni Agnelli e C. Sapa, aveva negato, con una nota, di aver intrapreso o studiato «alcuna iniziativa in relazione alla scadenza del prestito convertendo». Il 15 settembre 2005, giorno dell’aumento di capitale della Fiat riservato alla conversione dei debiti verso le banche in azioni, le previsioni vengono inaspettatamente ribaltate. Cosa è successo?

Succede che la finanziaria Exor, partecipata al 70,45% dalla Giovanni Agnelli e C. Sapa, che aveva incaricato la banca d’affari Merrill Lynch di rastrellare sul mercato azioni Fiat «sciolte», rileva proprio da Merrill Lynch le azioni al prezzo di carico stabilito dai londinesi (5,5 euro). Contemporaneamente Exor rivende a 6,5 euro i titoli Fiat alla Ifil. Si tenga presente che la Consob ha trasmesso gli atti e i fascicoli relativi alle procure (Torino e Milano) che sulla faccenda indagano. Ancora non è ben chiaro se la trasmissione sia avvenuta motu proprio o su istanza delle procure, ma per il momento questo non pare rilevante. Quello che conta, piuttosto, è che anche agli occhi di Consob lo scambio tra Exor e Merrill Lynch sembra un portage di Merrill Lynch a favore di IFIL, per di più tenuto nascosto al mercato. Come ricorda Walter Galbiati nel suo articolo di Repubblica dell’8 febbraio scorso, a mettere sull’attenti Consob è stata soprattutto una bozza di contratto datata 29 luglio. Inizialmente, stando alla bozza, tanto le operazioni con Merrill che quelle di Exor e di IFIL, erano contenute in un’unica bozza di contratto, preparata da Franzo Grande Stevens.

Sui giornali abbiamo letto poche prese di posizione. Interessanti le considerazioni del Prof. Francesco Forte, su Libero del 9 febbraio, il quale finemente argomenta che l’OPA obbligatoria non esisteva in punta di diritto. Ancora più interessanti, trovo, le parole di Oscar Giannino sullo stesso quotidiano del 10 febbraio. Giannino ci ricorda alcuni aspetti fondamentali dell’intera vicenda:

Il mercato è, come noto, sensibile alle aspettative. Pertanto, nessuna meraviglia se le azioni FIAT tra aprile e metà settembre sono salite, e di moltissimo, da 5 a quasi 8 euro: gli investitori avevano messo in conto anche un cambio nella catena di controllo, ed alimentavano quindi la domanda, con un conseguente aumento nel prezzo del titolo. A ciò si aggiunga che, come detto, IFIL negava ogni intenzione di mettere in campo iniziative in relazione al convertendo. In altre parole, tutti si aspettavano le banche come controllanti, e non più gli Agnelli. Ma a questo punto, poiché lo spirito della norma dell’OPA obbligatoria è di tutelare il mercato, perché non lanciare un’OPA obbligatoria?
Interrogata al riguardo dalla Consob, IFIL negò di sapere la ragione dell’impennata del titolo (impennata, ripeto, non ascrivibile a dati industriali). Così facendo, mentì, perché sapeva benissimo che parte degli acquisti di titoli FIAT erano «tirati» da Merrill Lynch, su incarico di Exor.
Su aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza di Consob indagano i magistrati, ed è giusto non formulare riflessioni definitive «di diritto» prima della sentenza. Ma sulla moralità della cosa troppo poco si è detto. Cordero di Montezemolo, così puntuale nel moraleggiare e favellare di etica e di morale, dov’è? Perché tace?

Febbraio 2007 : la CONSOB condanna la Fiat e commina una multa di 16 milioni di euro per false comunicazioni alla Borsa.

Per quanto attiene poi i reati di aggiotaggio ed ostacolo all’attività di vigilanza a carico dei dirigenti sospesi dalle cariche societarie, i legali Fiat sono riusciti a far avocare la competenza del processo alla Procura della Repubblica di Torino, sede della Fiat : pensar male è peccato, ma qualche volta ci si azzecca !!!

MaxVinella