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I Giovani Comunisti siano comunisti

Publie le giovedì 18 dicembre 2008 par Open-Publishing

I Giovani Comunisti siano comunisti

di Filippo Pangallo, insegnante, Giovani Comunisti Bologna

«Oh noi / che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza / noi non si poté essere gentili. / Ma voi quando sarà venuta l’ora / che all’uomo un aiuto sia l’uomo / pensate a noi con indulgenza». Brecht ebbe a scrivere questi versi in una nota poesia intitolata "A coloro che verranno", del 1939. Io vorrei provare ad essere indulgente con tutti coloro che tentarono, nel XX secolo, in una fase storica complessa e nel quadro di una difficile coesistenza tra blocchi contrapposti, la grande impresa della costruzione del socialismo.

Essere indulgenti rispetto a quella vicenda grande e terribile vuol dire semplicemente assumere una posizione non metastorica, vuol dire, cioè, guardare al Novecento dismettendo l’armamentario ideologico con il quale molte anime belle ne deformano la storia per legittimare discutibili scelte. Il Muro di Berlino è stato parte di quella storia ed il suo innalzamento a simbolo attiene ormai alla sfera dell’ideologia, non alla storia, né alla politica. Per questo mi sembrerebbe assai sconveniente farne l’icona della tessera di un’organizzazione giovanile comunista che dovrebbe guardare al futuro.

Occorrerebbe dunque sottrarsi ad ogni tentazione romantica ed idealistica, anche per ricostruire una storia condivisa di quelle vicende, per indagarle discutendo errori e drammi connessi a quella narrazione. Riportare l’immagine della caduta del Muro di Berlino sulla tessera dei Giovani Comunisti rappresenterebbe l’ennesima prova dell’incapacità di uscire da una rappresentazione strumentale del Novecento (e della storia del movimento comunista), sarebbe la sua ennesima riduzione a fiction, la mortificazione dell’immagine di un’umanità che ha dovuto confrontarsi con la dialettica implacabile della storia. La storia che abbiamo alle spalle è delicata.

Lo si voglia o no, è parte di noi. "L’oltrismo" non mi è mai piaciuto, il "nuovismo" neppure, ma questa volta sono io che invito i Giovani Comunisti ad andare "oltre". Siano comunisti qui ed ora, nel XXI secolo. Mettano sulla loro tessera l’Angelo di Klee di cui ci parlava Walter Benjamin. E’ l’immagine di chi guarda al passato con indulgenza, spinto verso il futuro.