Home > I PIRATI SBARCANO IN POLITICA
di Claudio Cerasa
Vogliono abolire il copyright e legalizzare lo scambio di documenti
sulla rete. Nasce a Stoccolma il PiratPartiet. Che a Settembre si
presenterà alle elezioni insieme ai Verdi.
Era un’idea, ma in 24 ore il partito dei pirati è diventato realtà.
Sullo schermo bianco del computer al primo piano della casa di Rick
Falkvinge, alla periferia di Stoccolma, in Svezia, lampeggiano parole
in una finestra di un sito internet. Sono ore che Rick lavora, è il 1°
gennaio 2006. "La politica invecchia, i politici invecchiano. Non
capiscono cosa sono i giovani" dice Falkvinge, 34 anni. Nel Luglio
2002 l’Unione Europea ha approvato una legge sul data retention: tutti
i dati sull’utilizzo di internet e tutte le forme di comunicazione che
avvengono in rete possono essere trattenute dalle autorità per le
nuove norme antiterrorismo. A capo della commissione che ha votato la
legge c’era l’attuale Ministro di Giustizia svedese Thomas Bodstrom.
"Vogliamo essere liberi. Non c’è censura, ma siamo controllati. Ogni
nostra comunicazione è archiviata" protesta Falkvinge.
Lo schermo di Rick lampeggia. Quasi 18 ore di lavoro. Il sito è pronto
per spingere un nuovo partito: il Piratpartiet. Obiettivi: "Aboliamo
il copyright, garantiamo la privacy, legalizziamo il peer to peer".
Tre punti.
Rick esce du casa, lascia il computer acceso e un annuncio: presenta
il suo sito, il suo programma. "Servivano almeno 1500 firme
autenticate per poter essere riconosciuti come partito". Quando torno
a casa la finestra lampeggia. Ricorda Falkvinge: "C’erano cinque
firme", in 20 minuti. A mezzanotte erano 20. La mattina dopo erano
1378. E squilla il telefono.
Dall’altra parte della cornetta la redazione dell’Aftonbladet, il più
importante tabloid svedese. "Hello Rick?". Falkvinge si ferma, non
capisce. Ricorda: "Non avevo dato a nessuno il mio numero, o il mio
indirizzo. Nessuno sapeva nulla di me. Ero un0idea, un sito. Sono
riusciti a trovare il mio numero". Sbuffa, sospira. Nel pomeriggio le
firme erano 2 mila. In pochi giorni gli iscritti al primo partito al
mondo ideato, nato e cresciuto sulla rete sono diventati 300. Oggi
sono 1039. Il 17 settembre in Svezia si vota.
"Ma io odio la politica". Il partito di Rick si presenterà alle
elezioni che formeranno il nuovo parlamento. "Ci serve il 4%". In
pochi giorni 1 milione di persone si sono collegate al sito dei
Piratpartiet. "Siamo pirati, non siamo illegali". In Svezia su 9
milioni di abitanti 1 milione fa uso del peer to peer. Del file
sharing. Scaricando dati, documenti, programmi.
A metà gennaio un amico di Falkvinge lo chiama. Gli manda un link, di
un sito arabo. "Non si leggeva niente", c’era una foto, in mezzo agli
articoli in arabo. "Ero io, incredibile" racconta. Senza ufficio,
senza sezione, senza una sede. "Ora lavoriamo dovunque. Ci basta un
computer. Non ho neanche i soldi per pagarmi un conto corrente".
Rick non conosceva nessuno dei suoi nuovi compagni di partito. Non
conosceva Rickard, Mika, Cecilia. Falkvinge non ama la politica. "Ma
dobbiamo farci sentire". Alle ultime elezioni ha votato liberal, Olle
Schmidt. Ora la rete dei pirati si sta allargando. Anche in Norvegia e
in Polonia. "E io odio le riunioni. Non resisto per più di 10 minuti.
Figurarsi in Parlamento: là fanno solo riunioni".
Il 3 febbraio il Gron Ungdom, i giovani verdi svedesi (attualmente in
Parlamento), hanno contattato il nuovo partito. Anticipa Falkvinge:
"Potremmo schierarci insieme a loro". Temi: l’ambiente negli anni
Ottanta, oggi internet, la privacy. "Ora ci siamo noi. Prima si
lottava contro il ddt, o il gas freon. Oggi per la cultura, la
conoscenza. Sempre libertà, una libertà diversa. E’ privacy, è
internet".
Sembrano politici virtuali ma potrebbero finire nel parlamento
svedese.
da Panorama del 23.02.2006