Home > I Verdi "oltre" l’Arcobaleno

I Verdi "oltre" l’Arcobaleno

Publie le giovedì 6 marzo 2008 par Open-Publishing

Aprile online 5 marzo 2008

di Ida Rotano

In Lombardia e a Milano i vertici del Sole che ridono si "autosospendono" dal partito in aperta polemica con la vicenda delle candidature della Sinistra Arcobaleno. I nomi calati dall’alto hanno fatto esplodere il malcontento. In Sardegna, il 75% degli iscritti abbandona la Sinistra considerata "binario morto" e sceglie di allearsi con l’Italia dei Valori e con il Pd. Di quanto accade nell’isola, parliamo con i coordinatore regionale Pino Zarbo

Alle elezioni di aprile i Verdi della Sardegna saranno ospitati nelle liste dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e, quindi, saranno alleati del Pd di Walter Veltroni. Lo strappo con i vertici nazionali del partito, alle urne con la Sinistra arcobaleno, è stato ufficializzato oggi. " È solo una minoranza - ha tagliato corto il leader del Sole che ride Alfonso Pecoraro Scanio - i rappresentanti ufficiali dei Verdi in Sardegna stanno con la Sinistra arcobaleno". Ma quanto è profonda la spaccatura? Lo abbiamo chiesto a Pino Zarbo, portavoce regionale dei Verdi in Sardegna.

Pino, cosa succede in Sardegna?

Entrare nella Sinistra arcobaleno è stata un’imposizione dall’alto, mai digerita, che ci causato tanta sofferenza. Il Sole che ride è una federazione, non un moloch che Roma può decidere di spostare a suo piacimento, senza consultare le realtà locali. Qui nell’Isola, la linea politica è diversa, negli ultimi anni noi Verdi abbiamo lavorato per distanziarci dalla sinistra radicale. Il loro programma non ci rappresenta e non rende onore ai nostri ideali. Fondersi e confondersi con loro, presentarsi alle urne con loro, vuol dire finire su un binario morto, vuol dire sposare l’ambientalismo del "non fare".

L’alleanza con Veltroni vi da più garanzie? Di Pietro non ha brillato in sensibilità ambientale come ministro dei lavori pubblici. Non ti sembra una contraddizione?

Siamo pronti a dare il nostro contributo, nel Pd potremo rappresentare l’ambientalismo "del fare". Tra i valori del partito di Di Pietro c’è anche l’ambiente. E ci unisce l’estrema attenzione per la questione morale.

Cosa significa "ambientalismo del fare"?

Significa essere ambientalisti propositivi. Ho sempre pensato di far parte, globalmente, di tutti i Verdi. Non del "non fare". Per esempio, anche la vicenda campana non è stata delle migliori, i Verdi avrebbero dovuto fare molto più chiasso e in anticipo rispetto alla lentezza con la quale si sono mossi. Non siamo contro i termovalorizzatori (ora in Campania si rischia la peste!) che, però, sono l’ultimo stadio, l’estrema ratio: avremmo dovuto batterci per differenziare e riciclare. Infine, il restante 8 o 10 percento dei rifiuti va bruciato. Quindi, con una adeguata politica di "prevenzione", basterebbero poi molti meno termovalorizzatori. Più in generale, il nostro contributo all’Italia dei Valori e a Veltroni nasce dall’esigenza politica di arginare l’avanzata della destra. È questa la prima emergenza. Entrare in un binario morto non giova alla democrazia.

Pecoraro Scanio ha ribadito che i rappresentanti ufficiali del partito sardo stanno con la Sinistra Arcobaleno e che la vostra scelta è dettata da "problemi di candidature"...

Candidature? Non c’entrano nulla. La nostra è una scelta ideologica e la decisione, dolorosissima, di non aderire alla Sinistra Arcobaleno e di confluire nell’IdV, è condivisa da oltre il 75 percento degli iscritti sardi. Ci sono i due consiglieri della circoscrizione e tutto il consiglio direttivo provinciale di Cagliari, l’intero direttivo provinciale di Nuoro e di Olbia, i soci e gli iscritti di Sassari, metà del direttivo del Medio Campisano. Non li ho sentiti e quindi posso dire che, forse, l’unica a non condividere la nostra scelta è la neo-provincia del Sulcis, ma non posso affermarlo con certezza. Se Pecoraro ha dichiarato che siamo una minoranza, allora non possiamo che rispondergli che, come leader nazionale, non ha certo contezza di quanto succede nella Federazione del Sole che ride. Sicuramente non ha ascoltato i Verdi sardi.

Cosa succede ora nei vostri rapporti con il partito?

Come ho già detto, il nostro è sempre stato un partito federale e federativo anche se poi, dallo Statuto, rischiamo la cacciata. Ma almeno siamo stati coerenti con le nostre politiche. Vedi, se l’adesione "d’imperio" alla Sinistra Arcobaleno è solo una strategia per mantenere le poltrone senza fare un referendum tra gli iscritti legittimati a decidere, non ci si può poi stupire delle reazioni...Quello che auspico è che da Roma rispettino appieno l’autonomia e la federazione della Sardegna.

Oggi, il Consigliere regionale lombardo, l’assessore al Territorio della Provincia di Milano, il presidenti provinciale e comunale milanesi del partito, i consiglieri comunali di Milano, tutti in quota Verdi, hanno deciso di autosospendersi dal partito in aperta polemica con la vicenda delle candidature della Sinistra Arcobaleno. A tua conoscenza, ci sono altre "fibrillazioni" in giro per l’Italia?

So che i Verdi sono in grave sofferenza in molti posti: Umbria, Alto Adige, Trentino... non sono in collegamento telefonico con loro, ma se queste notizie venissero confermate, allora potrei parlare di "collegamento telepatico". Il nostro ruolo deve essere quello di costruire, non di sparire.