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I cattivi calcoli del referendum

Publie le mercoledì 13 maggio 2009 par Open-Publishing
2 commenti

Ancora la campagna ‘disinformativa’ sul referendum non è partita in televisione che già si affacciano le prime stravaganti teorie da parte di questa tafazziana opposizione, che sembra votarsi anche con Franceschini a un suicidio prematuro. Una opposizione schizofrenica, che da una parte allarma l’elettore sulla deriva democratica con un Berlusconi squalo che mette le mani su tutto e svuota le istituzioni democratiche, e dall’altra vede Pd e IdV chiedere un SI’ referendario che farebbe vincere B anche con una lievissima superiorità rispetto al singolo partito (paradossalmente anche il 2% se gli altri avessero l’15), dandogli la mostruosità di 55% dei seggi in Parlamento col potere di distruggere totalmente istituzioni e Costituzione. Il SI’ vieterebbe le coalizioni, che sono l’unico modo per vincerlo e ci porterebbe a un bipartitismo ‘sciagurato’, che sarebbe ‘sciagurato’ anche se al posto di B ci fosse un altro.

Berlusconi dice che il Pd non può fare ora dei calcoli contingenti. Ma se la porcata Calderoli è stata costruita a tavolino solo per farlo vincere calcolando il contingente!!

Ci si dimentica che al tempo di Prodi (che vinse con una coalizione!!!) i pesi tra i due Poli erano bilanciati, che il sommerso di B può emergere e mostrarlo in tutta la sua perversione, mentre la sua deriva feroce immorale, antiumana e antidemocratica possono risvegliare i dormienti e fargli perdere anche gli attuali consensi, senza contare il malumore nella sua stessa maggioranza.

Ricordo che nel programma del Pd c’era un sistema elettorale alla tedesca con soglia elettorale che avrebbe portato a 5 o 6 partiti maggiori e non certo a uno spietato bipartitismo secco, assolutamente inadatto alla situazione italiana e inesistente nell’Europa continentale, mentre ha fatto danni gravissimi negli USA che pure hanno bilanciamenti di potere ben diversi dall’assoluto deserto italiano. Qua il terreno è stato spianato solo per una dittatura. E vedere che anche Di Pietro non riesce a capire questo ci delude molto.

Ma in questo decisivo e epricoloso frangente, cosa dice Ferrero? Cosa dice Diliberto? Cosa dice l’opposizione extraparlamentare?
Dov’è la campagna di avviso di pericolo che qualunque cittadino democratico dovrebbe fare?
A parte Micromega e i radicali, io non vedo niente.

Messaggi

  • Di Pietro ritira il suo SI’ al referendum e ora voterà NO.
    Era ora!
    Franceschini ha contro la maggior parte dei Pd che si rendono conto della gigantesca cazzata ma insiste testardamente in una scelta che per il Pd sarebbe la distruzione totale e per l’Italia sancirebbe la fine di ogni democrazia

    Si allarga intanto il partito di quelli che intendono o non andare affatto ai seggi o rifiutare decisamente la scheda per il referendum porcata che farebbe solo gli interessi totalitari di qualcuno, oggi Berlusconi sarebbe quel qualcuno, domani non si sa.
    Non si può mettere un paese a rischio democrazia in questo modo in un paese dove le garanzie democratiche sono ormai quasi distrutte.
    Spero ora venga smantellata la sfacciata bugie di Segni-Guzzettta che insistono a dire che il Si renderebbe agli italiani le preferenze elettorali quando questo non è assolutamente vero.

    viviana

    • Per Di Pietro, come dire, "meglio tardi che mai".

      Anche se avrei preferito avesse detto di disertare le urne, visto che anche i "no" finirebbero per ingrassare il maledetto quorum e quindi favorire lo stesso la vittoria del "si".

      Vorrei però ricordare che i dipietristi, insieme a TUTTO il Pd, sono stati "il motore" della raccolta delle firme necessarie per il referendum (se fosse dipeso dalle "forze" di Segni e Guzzetta, le 500.000 firme non sarebbero mai state raggiunte ed il referendum mai indetto).

      Quindi, dipietristi e Pd una buona parte del danno lo hanno già fatto.

      Raf