Home > I disobbedienti sono dei ragazzi incazzati.
Purtroppo in questi anni ci hanno dato tanti motivi per incazzarci, solo 
che ci sono alcuni che riescono a mantenere la calma e a rimanere dei 
seguaci della nonviolenza, altri non sanno come canalizzare la loro rabbia 
contro il sistema, e almeno si sfogano contro dei politici con le mani 
sporche di sangue jugoslavo.
La stupidita’ di certi atti, che sono serviti a trasformare un criminale di 
guerra in un martire dell’intolleranza antagonista, non deve farci 
dimenticare che certi comportamenti hanno le loro radici in un profondo 
disagio sociale. Se gli amici della nonviolenza abbandonano i ragazzi 
incazzati alla loro rabbia senza cercare di aiutarli a trovare uno spazio 
sicuro dove trasformare quella rabbia in una rivoluzione nonviolenta, 
allora non lamentiamoci poi se questa violenza ce la ritroviamo nei cortei, 
a fare da specchio alla violenza arrogante della politica.
Perche’ abbandonare l’area antagonista alla sua cultura poco efficace senza 
provare a creare un canale di comunicazione per delle pratiche comuni di 
nonviolenza? A Praga i disobbedienti avevano le spranghe di legno per 
entrare nella zona rossa, a Genova i caschi e la gommapiuma, sabato a Roma 
avevano solo la loro voce per gridare contro un criminale di guerra. Che 
vogliamo fare, li emarginiamo fino a quando non fanno il corso da 
chierichetti? E’ piu’ da emarginare un gruppo di ragazzi che si fa saltare 
i nervi o una classe dirigente dei DS che ha delle vite umane sulla coscienza?
Io non mi sento di chiedere patenti a nessuno, ne’ di pretendere un 
percorso di formazione obbligatorio per fare i cortei pacifisti... la cosa 
migliore che si puo’ fare e’ camminare insieme senza farsi sconti a vicenda 
e dicendoci chiaramente che cosa ci sembra stupido e cosa no. Prima del G8 
la dichiarazione di guerra delle tute bianche e’ stata una manovra suicida 
che ha innalzato di molto il livello di conflitto, e su PeaceLink lo 
abbiamo detto a chiare lettere e piu’ volte. Questo episodio, pero’, e’ del 
tutto diverso, e non dobbiamo fare il gioco di chi vuole nascondere dietro 
una incazzatura giovanile le proprie responsabilita’ politiche e morali.
Se iniziamo a dividere il popolo della pace tra buoni e cattivi, allora 
andiamo tutti a casa perche’ il nostro stile di vita e’ costruito sulla 
morte per fame di 40mila bambini al giorno.




