Home > I giudici di Milano: il processo a Berlusconi vada avanti

I giudici di Milano: il processo a Berlusconi vada avanti

Publie le sabato 19 luglio 2008 par Open-Publishing

di Alessandro Cardulli

Una ne fa una ne pensa: ormai il capo del governo ha perso ogni freno inibitore, confonde e mischia i tre poteri sui quali si fonda la nostra Costituzione in un tutto unico rappresentato dall’esecutivo, da lui cioè. La “ riforma “ della giustizia, imbavagliare i giudici, farli diventare impiegati, o meglio funzionari dell’esecutivo, sono diventati il principale obiettivo del governo. La Lega non è d’accordo? E chi lo ha detto? Bossi. Non è vero.

“ Non c’è alcuna sfida o contrasto con la Lega -afferma Berlusconi- la riforma del federalismo è anche un nostro progetto”. Dice di aver sentito Bossi e di aver chiarito le posizioni. A lui interessa la “riforma” della giustizia a Bossi il federalismo . La soluzione: a ciascuno il suo. “ In un ramo del Parlamento si porterà avanti il progetto del federalismo fiscale, nell’altro ci sarà la riforma della giustizia. Andranno avanti insieme”. Poi, con una minaccia non troppo velata aggiunge: “ Il federalismo fiscale non è un biglietto che bisogna pagare alla Lega per il mantenimento della coalizione, noi siamo convinti della necessità di arrivare al federalismo fiscale. Così Berlusconi risolve problemi.

Naturalmente i presidenti di Camera e Senato non hanno voce in capitolo. Il capo del governo dice, loro obbediscono. Poi definisce anche il percorso. Come primo passo si tratta di mettere a punto uno “studio approfondito”. Qui si ferma: in realtà,come dice il ministro Alfano è già tutto predisposto. Basta rispolverare un vecchio programma del precedente governo Berlusconi e si trovano immunità parlamentare, separazione della carriere, riforma, con bavaglio, del Consiglio superiore della magistratura, giudici direttamente dipendenti dall’esecutivo. In fondo questo progetto non è di oggi.

Tracce se ne rinvengono nel programma della P2 di Licio Gelli. Del resto lo stesso Berlusconi definisce i pubblici ministeri sono “funzionari pubblici”. Ma è proprio tutto vero? Stando alla risposta che il ministro leghista Roberto Calderoli ha dato al capo del governo Berlusconi la fa troppo facile. Le Camere-dice il ministro- dovrebbero lavorare 24 ore al giorno per esaminare federalismo e riforma della giustizia. Per essere ancora più chiaro afferma: “ Problemi con la Lega non ce ne sono mai, ma la Lega non ha presidenti delle Camere che sono entrambi del Pdl. Sarà responsabilità loro far lavorare il Parlamento ventiquattro ore al giorno”

Così Calderoli chiude la partita. Nel frattempo i giudici della quinta sezione della Corte d’Appello di Milano hanno respinto l’istanza di ricusazione presentata dai legali del presidente del Consiglio nei confronti del giudice Nicoletta Gandus che conduce il processo in cui Berlusconi è imputato insieme all’avvocato Mills per corruzione in atti giudiziari. Scrivono i giudici della Corte d’Appello: “ I documenti che dovrebbero dimostrare l’inimicizia grave tra la dottoressa Gandus e il ricusante sono mere manifestazioni di pensiero relative non a rapporti personali o comportamenti dell’onorevole Silvio Berlusconi ma semplicemente critiche. L’istanza di ricusazione appare quindi infondata nel merito”.

Ma per il cavaliere di Arcore manifestare un pensiero è come dichiararsi pericolosi sovversivi. Le udienze possono riprendere fin da domani ma, naturalmente, gli avvocati del capo hanno annunciato che impugneranno la sentenza in Cassazione. Ma a fermare il procedimento saranno il Lodo Alfano e il blocca processi che attendono il via libera da un Parlamento or mai militarizzato.