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I limiti della battaglia per Crescentini. Discutiamone

Publie le mercoledì 24 ottobre 2007 par Open-Publishing
3 commenti

IO aderisco all’appello per Ciro Crescentini ma vorrei che si mettesse in evidenza cosa significhi scegliere il sindacato forte per esercitare azioni di tutela. A Roma, ad esempio, significa sposare in pieno il conflitto di interesse. La Cgil sta al governo della città con i suoi ex esponenti nella giunta Veltroni o in società comunali (Minnelli, Bianchi....) e nei vari assessorati. Iscriversi alla Cgil nei settori che si trovano a confliggere con Il Comune di Roma e con gli appaltatori del Comune (esternalizzazioni, cooperative sociali) significa darsi la zappa sui piedi. Ciro Crescentini secondo me, ha potuto avere efficacia d’intervento nei cantieri anche grazie al sindacato forte che ha sposato, fino a quando ila Fillea glielo ha permesso. Ma appena la fillea ha raggiunto gli iscritti che servivano e ha potuto prendere le contromisure ha messo in atto il classico "usa e getta". Ma queste sono storie scontate. La fillea e gli altri settori Cgil di categorie deboli debbono obbedire ad equilibri politici e assicurare la pace sociale ove governano gli amici.
In alcune cooperative sociale di Roma La Cgil ha fatto da ufficio di collocamento. Se vai a scavere trovi molte assunzioni di delegati e parenti di delegati provenienti da altre aziende. Classico scambio democristiano: "tu mi fai fare tessere e assumi chi ti mando ed io ti rendo tranquillo l’appalto e parlo bene di te al braccio destro dell’assessore che viene dalla CGil". "E se hai bisogno di licenziare qualche lavoratore scomodo che non è dei miei non ti preoccupare".

Quindi a Bazzoni vorrei dire: la cgil merita uno come Ciro? Soprattutto alla luce della circolare epifani sul corteo del 20. L’appello per Ciro, secondo me, incontra limiti politici nelle aree extraCgil proprio per i motivi detti sopra. La cgil secondo un sito che vi invito a visitare rappresenta l’altra casta (http://obzudi.blogspot.com/2007/10/perch-inviare-la-disdetta-cgil-cisl-uil.html)

ed entrare in quella casta vuol dire avere la gloria nell’omologazione e ubbidienza oppure, in alternativa, chi volesse invece mantenere la coerenza etica conosce il rischio di sfracellamento

Ma mi piacerebbe sentire altre campane....

Messaggi

  • Il silenzio totale della "triplice" sulla vicenda Crescentini è più esplicito di mille parole!

  • Il limite è di una evidenza estrema.

    Crescentini faceva, sia pure in modo ottimo e nell’esclusivo interesse dei lavoratori edili, il "sindacalista di mestiere".

    Nel senso che era per questo stipendiato dalla Fillea/Cgil.

    E’ quindi evidente che, nel suo caso, la battaglia per la riassunzione va equiparata ad analoghe battaglie contro i datori di lavoro, i "padroni" e quindi, nello specifico, bisogna considerare la Cgil appunto come datore di lavoro, come "padrone" vero e proprio.

    Che, oltretutto, a differenza dei "padroni" propriamente detti, non è nemmeno soggetta all’Art.18.

    E’ infatti inutile ipotizzare un eventuale passaggio, nello stesso ruolo, di Crescentini ad un sindacato autorganizzato ( tipo Cobas o Cub) per il semplice motivo che queste organizzazioni non hanno "sindacalisti di mestiere".

    R.

    • Si R. la cgil andrebbe considerata come un normale datore di lavoro. Ma sappiamo che la CGIL è più del normale datore di lavoro. E’ un potere di governo vero e proprio che ha un bilancio di centinaia di milioni di euro come l’inchiesta dell’espresso ha svelato.

      La CGIL è quindi un muro impossibile da scalvacare che mai nessuna petizione, nessuna raccolta di firme potrà mai piegare.

      Non vogliono Ciro, lo riempiranno di danaro alla transazione giudiziale ma non lo riprenderanno a meno che in CGIL non cambierà il vertice nazionale.
      Il PD ha dato il via ad un nuovo corso, sulle strade, nel sindacato che possiede a maggioranza, su internet, nel modno delle imprese e del lavoro...

      Sarò pessimista ma io la vedo così e gli altri?