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I livelli di informazione

Publie le giovedì 19 novembre 2009 par Open-Publishing
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La conoscenza gira su più livelli.

Quello dei media ufficiali e organici al potere, sia esso politico o capitalista o mafioso o golpista, è ormai così spregevole che non fa parte più di alcun livello informativo.

Quando un Panebianco, apologeta della tortura, o un Ichino, elogiatore del neoliberismo, continuano a infierire sul quotidiano più diffuso d’Italia e un Minzolini continua a "spudorare" peggio di un Fede qualsiasi o di un Capezzone venduto sulla prima rete nazionale, o un Ferrara ci viene a dire che "la prescrizione breve è il momento fondamentale del diritto" o un Feltri qualsiasi usa impunemente lo spionaggio e la diffamazione come ricatto politico ufficiale comandato, siamo fuori da ogni decenza, siamo allo spaccio di droga, al libercolo di propaganda puzzolente e inaccettabile
che l’informazione se la mette sotto i piedi.

Il web predispone un altro livello di informazione, una caotica miscellanea di tutto e di più, okei, ma almeno un mondo dove la libera circolazione di notizie resta possibile, dalla Cina all’Iran all’Italia.

Prendiamo un tema qualunque: l’acqua. Appare ovvio anche a un deficiente non criminale che l’acqua appartiene a una risorsa limitata ma fondamentale che dovrebbe rientrare in uno di quei beni socialmente protetti che non dovrebbero essere nemmeno discutibili e che devono essere sacri e intoccabili, perché rientrano nei diritti fondamentali dell’uomo, come la libertà di espressione, senza cui non c’è democrazia, o l’habeas corpus, che è il diritto sacrosanto a non essere menomato né fisicamente né moralmente da sicari dello Stato. Senza l’acqua non c’è vita, esattamente come senza rispetto umano abbiamo i morti ammazzati nelle carceri o nelle piazze o nei centri di polizia.

Quale bene dovrebbe essere più protetto della vita e dell’acqua?

Ma l’acqua, oggi, è oggetto di un indecente mercato da parte di quella squallida società di banche e plutocrati che è la Comunità Europea, la quale avrebbe come unica scusa per esistere quella di difendere i nostri interessi, a invece, per quanti elogi le possano fare B o Prodi, è e resta una società di azionariato neoliberista che ha come unico fine quello di massimare i profitti di pochi speculatori cinici e amorali.

Questi hanno posto la loro avidità finanziaria sulla privatizzazione dell’acqua perché è il business di un futuro in cui l’acqua costerà più del petrolio, anche perché il riscaldamento globale riduce sorgenti e fiumi irrimediabilmente e questa cricca di plutocrati, che gestisce il potere mondiale, della nostra vita se ne frega.

Il 5 agosto, con mezza Italia in vacanza e nel completo silenzio dei media, il governo B privatizza l’acqua, col Parlamento (il 5 agosto!!) che vota celermente l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112, scritto da Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.

Scrive Zanotelli su Carta: “Così il governo Berlusconi, “con l’assenso dell’opposizione”, ha decretato che l’Italia e’ oggi tra i paesi per i quali l’acqua e’ una merce (in mano alle multinazionali).”

Si noti che all’orrenda legge con cui B ha privatizzato l’acqua non è mancato il tacito e fulmineo consenso dell’opposizione! Ma quale opposizione !?!

Ma perché B ha avuto tanto interesse a privatizzare l’acqua e farlo in così rapido silenzio? Il 5 agosto addirittura?! Chi sono i soci occulti e oggi molto meno occulti che B vuole favorire? Chi sono i veri gestori dell’acqua oggi in Italia? Chi è che ha sempre condizionato l’economia siciliana col controllo di dighe e sorgenti? Non importa che la dica io la parola ‘mafia’. Non importa che lo dica io che il grosso business delle acque minerali in Italia è gestito da sempre dalla criminalità organizzata o da imprenditori tanto privi di scrupoli da avere già avuto indagini su affari molto poco leciti e molto prossimi alla criminalità organizzata, gli stessi per cui Bombassei di Confindustria approva lo scudo fiscale berlusconiano sul rientro dei capitali illeciti in una gravissima omertà con chi delinque. Da notare poi la schizofrenia da malnati di una Confindustria che da una parte elogia Confindustria siciliana che minaccia di cacciare gli imprenditori che pagano il pizzo, poi elogia chi quello stesso pizzo lo fa rientrare ripulendolo per legge.

Noi siamo il paese dell’acqua e abbiamo le sorgenti migliori del mondo, ma non solo “tutti” i governi l’hanno “regalata” in cambio di pochi spiccioli a società prive di scrupoli i cui confini tra mafia e crimine imprenditoriale sono saltati da un pezzo, ma ci hanno fatto assistere allo spettacolo pietoso di amministratori della sx, Domenici o Martini in primis, che l’acqua dei cittadini l’hanno data via da tempo in spa, mentre prosegue l’atrocità delle municipalizzate come Hera in cui troviamo mafiosi eccellenti.

Il risultato sarà uno e uno solo: una caduta secca dei controlli sull’acqua e un costo per l’utente in rapida ascesa, come è accaduto a Cochabamba (Bolivia) dove le multinazionali hanno spinto alla privatizzazione di elettricità, petrolio, ferrovie.. e perfino acqua e dove le tariffe dell’acqua sono salite del 300%, fino al quinto di uno stipendio medio, e per un’acqua sempre meno potabile e inquinata da colibatteri.

Ma di Cochabamba non parlerà nessun Minzolini e nessun Vespa. Mentre sulla Rai si assiste al balletto pietoso di un Ronchi o di altri del Pdl che balbettano di “lotta ai monopoli” e “difesa di un bene pubblico”, il contrario di quanto avviene.

I cittadini non hanno diritto di arrivare al livello di informazione in cui gli interessi della mafia si collegano a quelli dei politici e in cui diventa chiaro perché la vendita dell’acqua è una cosa così elogiata in nome di un neoliberismo in cui la criminalità del capitale si intreccia con la criminalità di eversori e assassini sotto il velo di politici compiacenti.

Quello che accade al di fuori della propaganda falsificatrice è un livello di informazione meno accessibile, aperto benissimo anche a quei politici che continuano a chiamarsi di opposizione contro ogni evidenza e che, chissà perché, rifiutano di scendere in piazza contro B persino di fronte a uno scudo fiscale o alla distruzione del sistema giustizia, ma che le leggi peggiori di B le hanno permesse se non addirittura votate o hanno regalato a Berlusconi comode assenze in aula persino quando potevano abbatterlo, un livello di sconcezza informativa e politica che va bene a un Minzolini ma purtroppo anche a una Berlinguer o a un Cannoni, quella Confindutria che ad ogni passo verso il basso di Berlusconi vede solo un mero interesse economico e non valuta male nessuna infamità se questa finanziariamente è un affare.

Dunque i livelli di informazione sono tanti. I media sono quello più infimo e ci aprono a una netta disinformazione falsificante, soprattutto quelli televisivi, dove si dichiara spesso il contrario di quanto avviene, come è oggi per la privatizzazione dell’acqua.

I partiti sono un altro livello di disinformazione iniqua, con l’avvallo di uno zoccolo duro di adepti che crede prima di sapere.

Inutile sperare nell’UE, sarebbe da sciocchi. O nella Chiesa che una informazione sana non l’ha data mai e si è opposta nei tempi persino all’alfabetizzazione dei cittadini, al voto alle donne, alla parità tra sessi, al razionalismo e all’illuminismo, alla scienza e alla cultura.

Ci resta il web. Ci restano giornali come Il Fatto, nella speranza che qui non arrivi mai il nebbione prodotto da chi gestisce affari che quasi sempre sono sporchi, sia che si tratti di mafia o Confindustria o di interessi di partito.

I livelli di informazione sono tanti. Ma dove entrano gli affari di informazione non ce n’è nessuna.

Masada 1035. La conoscenza rende liberi

http://masadaweb.org

Messaggi

  • però, cara Viviana, continuo a preferire quei tromboni stonati de il manifesto ad il fatto. Non fosse altro che per i tentativi di analisi di classe che di tanto in tanto su il manifesta hanno aancora posta sualla crisi che attraversa la società... Non possiamo focalizzare le notizie sulle questioni giudiziarie (per quanto importanti e gravi)... oltre la LEGGE... c’è pure il REDDITO (che manca).

    • Gent.le Luana
      questo non è il momento di soffermarsi sulle analisi di classe ,perchè oggi
      qello che traballa è la casa comune : la Democrazia.La base è la legge che
      ci dobbiamo riprendere subito prima che sia troppo tardi.Per questo io penso
      che il 5 Dicembre lo scopo deve essere sopratutto quello di affermare che la
      "LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI".E su questo principio cosi forte non si possono
      fare sconti a nessuno,meno che mai ai politici.Se ci pensiamo bene la base su
      cui poggia la democrazia è sopratutto questa.E per questo motivo che sarebbe
      meglio una manifestazione senza bandiere di partito e da questo si avrebbe
      la misura di quanto questo popolo darebbe prova di non essere incline a subire
      il potere politico.
      Saluti Salvatore FONTANA