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I no che contano

Publie le lunedì 30 maggio 2005 par Open-Publishing

Il no francese avrebbe dovuto far venire qualche dubbio a qualcuno.Neanche per idea.

A cominciare dal signor barroso,noto per le sue idee aperte verso il futuro,a sentirne tanti pare che non sia successo nulla.

Tralasciamo i silenzi italiani che contano meno del due di coppe quando briscola è denari, dovremmo stupirci che nessuno,nei saloni dell’europa,pare preoccuparsi più di tanto.

Forse hanno ragione.

I francesi non hanno bocciato l’europa,hanno bocciato chi pretende di farla a suo uso e consumo, hanno bocciato le ingerenze clericali,hanno bocciato la sudditanza ai guerrafondai,hanno bocciato le democrazie basate sulle banche e sulla borsa.

Ma cosa che più conta,hanno dimostrato a qualcuno che in europa esiste anche chi ha conservato la dignità di essere capace di scegliere,quando chi li dirige commette errori.

Già dovevamo ringraziare i francesi per la rivoluzione che cambiò il mondo,vedrete che li ringrazieremo anche per questo voto che forse eviterà di retrocedere di un secolo.

Chi la prende sottogamba ci pensi:un’europa senza francia non esiste,figurarsi senza i francesi.

Come previsto i nostri politicanti,ora,sbandierano il "lo avevamo detto" dando motivazioni contrastanti fra loro:per qualcuno la colpa è del mancato riferimento alle radici cristiane.

Ma dove vive questo qualcuno?Per altri è stata battuta l’europa dei burocrati....ma se sono stati proprio loro a sostenerli.

Imbecilli che credono di prenderci per scemi totali.Lo sano questi imbecilli che non tutti gli italiani vivono di telequiz?Lo sanno che qualcuno il cervello lo utilizza al contario di loro?

Cottolengo.....cottolengo.......altro che parlamento.

Ora c’è il nostro di referendum,quello che stabilirà se l’italia è un paese libero e civile o meno.

L’offensiva clericale è al massimo della sua potenza,appoggiata dai lecchini costituzionali.

L’informazione viaggia a senso unico grazie anche all’incapacità di chi dovrebbe contrastare i neromantati che in nome di un dio,a cui probabilmernte nemmeno loro credono,pretendono di riportare sotto il loro tallone le società e le menti,come avveniva nei secoli in cui,sempre in nome dello stesso dio,si bruciavano e torturavano tutti quelli a cui c’era qualcosa da rubare.

I preti non sono tutti uguali,tanto è vero che quelli che non lo sono prendono le distanze,in modo chiaro e forte e pagando di persona colpiti dagli strali papalini.

A questi bisogna dare appoggio,altro che le passerelle vergognose della tv di stato(soldi di tutti noi)concesse alla conferenza episcopale.