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I pacifisti fintocomunisti allacciano il cinturone a Bush

Publie le venerdì 8 settembre 2006 par Open-Publishing

Il dramma ipocrita che sta vivendo il movimento pacifista, del quale ci interessa esclusivamente la pena maggiore della cosiddetta sinistra “antagonista”, dovrebbe suggerire qualche spunto di riflessione aggiuntiva oltre all’ovvia, ahimè, considerazione che “se ci fosse stato Silvio”, per dirla alla Emilio Fede, sarebbe successo il finimondo.

Del resto è noto anche alle statue di marmo di Villa Borghese che l’italiano medio reagisce a comando, e se a comandare è la cricca di sinistra, finisce per non reagire affatto (tranne quando c’è la Notte Bianca, Roma, 9 Settembre 2006. Intervenite numerosi all’iniziativa estorsiva della Confcommercio: c’è anche un concerto al Pincio alle 6 di mattina,di cui si sentiva ossessivamente il bisogno!).

La prima cosa che mi viene da pensare è che quando uno come Bertinotti ( cresciuto nella CGIL dei padroni e leggendo le veline dell’Osservatore Romano, testo sacro dei papponi della Chiesa) riesce a congelare il cervello di milioni di militanti nella ghiacciaia della non violenza, capitando un fattaccio come quello del Libano hai solo due possibilità:

1- innalzarti sulla strada maestra del pacifismo evangelico-gandhista, provocando un sussulto di rispetto nell’interlocutore che coglie il tuo sforzo di elevare il metodo della non-violenza pragmatica al rango di non-violenza dottrinale e positiva ( in questo caso si persiste nel bluff del volersi a tutti i costi definire Comunista, ma se ne guadagna in coerenza comportamentale: ripudio della violenza come principio primo e costitutivo dunque, sebbene Gandhi stesso non lo intendesse alla maniera ottusa se arrivò anche ad affermare:

“Preferirei che l’India ricorresse alle armi per difendere il suo onore piuttosto che, in modo codardo, divenisse o rimanesse testimone impotente del proprio disonore”, Gandhi, “Teoria e pratica della Non violenza”, Einaudi, Torino, 1973, pp18-19.);

2- appiattirti all’uso ipocrita del metodo della non-violenza pragmatica individuando nel constesto specifico (il Libano appunto) un elemento di discrimine così dirompente rispetto ai precedenti (Afghanistan ed Iraq) tale da giustificare l’uso delle armi.

A questo secondo punto segue un dirompente corollario:
“la violenza utilizzata dagli organismi super partes per dirimere le controversie internazionali, tenendo conto anche delle specifiche situazioni, degrada a forza”.

E quale sarebbe questo organismo super partes se non l’ONU?

Qui la cosa si fa seria perchè manca davvero l’approccio analitico alle faccende politiche, figlia legittima proprio dello svuotamento ideologico seguito alla cura Bertinotti.
Il guscio vuoto di Rifondazione Comunista, avendo perso la sostanza della Lotta di Classe e non avendo più le capacità per distinguere forma e sostanza dei soggetti politici, si riempie allora dei canoni estetici della sinistra conformista e filoimperialista secondo cui basta dire ONU per dire Organismo Sovranazionale “Tertium” tra le parti.

La storia insegna che non è così.
Proprio un semplice ragionamento “a contrario” sulla recente guerra in Iraq basterebbe a dimostrare come l’incapacità dell’ONU di imporsi alle mire imperialistiche degli USA (anche dopo che Saddam Hussein aveva accettato in toto la risoluzione che riguardava le ispezioni anti-armi di distruzione di massa, di cui tra le altre cose, come sappiamo, non è mai stata trovata traccia) significhi semplicemente che l’organismo è corrotto dal di dentro, ed è semplice stampella di George W. Bush.

Tuttavia le prove devono essere ancora più formali, perchè si potrebbe pensare di forzare il discorso (anche se dal mio punto di vista, questo ragionamento potrebbe anche avanzare).

Vengo allora al punto cruciale: io mi chiedo, e chiedo a tutti i pacifisti bertinottiani-russospeniani-cannavoviani-malabarbiani-grassiani eccetera eccetera: “che diavolo ci fa un Consiglio di Sicurezza all’ONU? Perchè gli USA hanno diritto di veto?”.
Rispondere che gli USA possono imporre il veto perchè sono risultati vincitori del secondo conflitto mondiale significa indirettamente che l’Onu è una creatura-fantoccio a disposizione del bello e cattivo tempo di Washintgon.
Se c’è accordo (Libano), tanto meglio: Usa e Israele agiscono sotto formale copertura giuridica;
se non c’è accordo (veto francese sulla Risoluzione anti-Hussein), tante grazie lo stesso: gli USA ribadiscono che non hanno alcun dovere verso la comunità internazionale.

La Conferenza sul Libano tenuta a Roma il 28 luglio 2006 e presieduta da D’Alema , cui in troppi plaudono e che ha spianato la strada a questi corrotti delle Nazioni Unite, cominicia così:
“Esprimiamo la nostra determinazione a lavorare fin da subito per ottenere con la massima urgenza una tregua che ponga fine all’attuale ondata di violenze ed ostilità. Il cessate il fuoco deve essere duraturo, permanente e sostenibile”.
Frase che ha fatto esclamare al ministro della Giustizia sionista Haim Ramon:

“A Roma abbiamo di fatto ottenuto l’autorizzazione a continuare le nostre operazioni fino a quando Hezbollah non sia più presente nel sud del Libano e sia disarmato”. (vedi anche http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?NewsID=63192 ).

Dov’è la legittimazione all’intervento militare allora?

La vedete per davvero o vi state prendendo un pò per il culo?

Francesco Fumarola

www.mercantedivenezia.org