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I piloti, che mascalzoni ! Perfino liberticidi
Publie le mercoledì 24 settembre 2008 par Open-Publishing1 commento
Il corsivo di Puck
Dalli al pilota. Siamo ormai al tiro al bersaglio per non usare un parolone come linciaggio. C’è una campagna di stampa che presenta i “ comandanti” che fanno volare gli aerei di Alitalia come i primi responsabili del ritiro dell’offerta, si fa per dire, della Cai di Colaninno. C’è un momento di tregua nell’attacco alla Cgil e al suo segretario generale Epifani anche se qualche giornale di Berlusconi nei sempre più frequenti “retroscena” inventati di sana pianta parla di contestazione al segretario all’interno stesso della Cgil e di un Pd pronto a mollarlo.
Il bersaglio principale ora sono i piloti che non hanno sottoscritto l’intesa. Addirittura L’Unità definisce li definisce “ oltranzisti”. E scrive: “ Nel fronte dei piloti le spaccature sono sempre più profonde”. Però si da il caso che dei circa duemila piloti Alitalia, solo Anpac e Up, contano circa 1900 iscritti. Davvero non riusciamo a capire la profondità della spaccatura. Non solo: proprio L’Unità, in questi giorni, attraverso esponenti del Pd, ha detto peste e corna del modo in cui il governo sta operando, ha messo in mostra le nefandezze del progetto di Colaninno , ha apertamente criticato Fantozzi per non aver ottemperato a quanto previsto dalla legge e cioè l’apertura di una vera e propria asta rivolgendosi al mercato, ha parlato di attacchi alla contrattazione.
Se queste cose le dicono,oltre alla Cgil, anche sindacati come Anpac, Up, Avia, Sdl,vengono definiti oltranzisti. Insomma qualcosa non quadra. Ora sia chiaro che la nostra non è una difesa d’ufficio di piloti o di chicchessia, tanto meno di sindacati autonomi in cui il rischio del corporativismo è sempre presente. Il nostro “dovere”£ è informare e questo stiamo facendo. Per esempio il presidente dell’Anpac parla di sicurezza del volo a fronte di stress dei piloti. Prendiamo sempre dall’Unità che titola: “Il ricatto dei piloti Anpac: siamo stressati,rischio incidenti.” Non è così. Non hanno detto che i voli, ora, sono a rischio. Hanno detto che “ sembra che qualcuno voglia creare un’azienda che produce delle forme di pressione psicologiche gravissime sui piloti che portano anche ad incidenti aerei”.
Si parla dell’azienda che , con il piano Fenice, si vuole creare e che, per esempio, esclude i servizi di manutenzione che vengono messi in vendita. Proprio sulla sicurezza, ancor prima dei piloti, si sono appuntate critiche da qualificati ambienti del trasporto aereo. Un’agenzia di stampa, l’Adn Kronos, ha addirittura ingaggiato uno psichiatra, Massimo Di Giannantonio, docente all’Università di Chieti, il quale in base ad approfonditi studi non ha dubbi e ci regala la sua sentenza. “ L’allarme stress lanciato dai piloti Alitalia, da un punto di vista clinico è assolutamente infondato”, E già che c’era una botta la vuol dare anche lui: “ Non possiamo pensare che i piloti di aerei siano dei bambini viziati- afferma - che sanno benissimo che la situazione emotiva non deve prevalere sugli aspetti reali”.
E poi la stoccata definitiva con l’accusa che l’allarme lanciato può provocare panico fra i cittadini, “ può aumentare il livello di confusione e disorientamento. Viene meno uno delle garanzie più importanti della società moderna ed evoluta: la libertà dio muoversi e spostarsi in posti lontani”. Che mascalzoni questi piloti, anche liberticidi. Ci mancava il professore al quale, sommessamente, vogliamo rivolgere un consiglio. Anche i bambini viziati sanno che la “situazione emotiva non deve prevalere sugli aspetti reali”. Ma se così avvenisse, lei, professore, non avrebbe malati da curare.
Messaggi
1. I piloti, che mascalzoni ! Perfino liberticidi , 25 settembre 2008, 13:05
Della serie "SERVI DEI SERVI DEI SERVI DEI SERVI ...."
Da "Il Messaggero" di oggi
Cisl, Uil, Ugl erano pronte alle barricate: Il piano «Cai non deve essere cambiato»
ROMA (25 settembre) - Le fonti ufficiali giurano: «Nessun contatto tra i quattro segretari confederali. Non si sono sentiti neppure per telefono». Una bugia che fa parte del gioco, se la vita di Alitalia fosse un gioco e non una drammatica roulette russa. Comunque Epifani, Bonanni, Angeletti e Polverini si sono sentiti, eccome. E le conversazioni non sono state improntate a toni esattamente soft. Altro che sindacato unitario.
C’era da fare un passo indietro (da parte di Epifani) e uno in avanti (da parte di Bonanni, Angeletti, Polverini). Dipende dai punti di vista. Letta, nella tarda mattinata di ieri, dopo aver misurato le ”disponibilità” di Cai ha chiamato i leader di Cisl, Uil e Ugl a palazzo Chigi. Ha proposto loro di cedere qualcosa (per esempio, chiedere di mettere nero su bianco l’impegno della cordata a confermare la parità di salari in cambio di maggiore produttività) per permettere ad Epifani di rientrare in pista e presentare, quindi, a Colaninno un assetto confederale compatto o quasi.
Bonanni - raccontano le pareti assai sensibili di palazzo Chigi - avrebbe mostrato la sua disponibilità pur di arrivare a un accordo che salvasse baracca (Alitalia) e burattini (i sindacati, ci si passi il termine). Ma ha avrebbe incassato il «no» rotondo e categorico dei colleghi della Uil e dell’Ugl perché così sarebbe passato il messaggio mediatico che la Cgil aveva ottenuto quello che gli altri non avevano saputo imporre.
Insomma, i rappresentanti delle tre sigle confederali che avevano «condiviso», anche se non ancora sottoscritto, il piano industriale non potevano perdere la faccia di fronte a migliaia di dipendenti che rischiano il posto di lavoro.Ed ecco allora che si andava aprendo uno scenario quasi paradossale con la Cgil che rientra in partita e Cisl, Uil e Ugl che salgono sulle barricate. In altre parole, il piano Cai non poteva essere ridiscusso. O meglio Colaninno e il governo avrebbero potuto farlo, ma avrebbero trovato schierati compatti sul fronte del «no» Cisl, Uil e Ugl. Parti completamente capovolte. Partita riaperta con prospettive sempre più concrete del fallimento.
L’escamotage per uscire dall’impasse potrebbe ancora una volta essere individuato nel compromesso, all’interno del compromesso: il piano Cai non si tocca, almeno nelle linee generali, tutte le sigle confederali l’accettano, ma con la garanzia di poterlo limare una volta firmata l’intesa. Alla luce anche delle esigenze tecniche del partner straniero che potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Air France e Lufthansa sembrano più che disponibili, ma di tavoli non vogliono sentir parlare.
Cos.