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comunicato stampa
Il giudice Luigi Tosti condannato al processo de L’Aquila
L’AQUILA - E’ stata scritta il 18.11.2005, in un’aula-ghetto allestita "senza crocifisso" e destinata appositamente ad uno "sporco" imputato non cattolico, una delle pagine più epiche della Giustizia italiana, perché si è finalmente inflitta una giusta ed esemplare condanna a chi, pretendendo di affiancare al sacro simbolo del crocifisso i propri falsi simboli, ha manifestato con sconfinata arroganza l’assurda pretesa di godere degli stessi diritti e della stessa dignità che la Repubblica Pontificia italiana accorda, giustamente, alla sola superiore razza dei Cattolici. Plaudo alla totale prevaricazione del mio diritto di difesa e all’imposizione del termine preventivo di "due minuti", che mi è stato benevolmente concesso dal GUP-Presidente del collegio per formulare ed illustrare le mie richieste. Mi rammarico pubblicamente con la Stampa per la limitazione del Suo diritto di cronaca e di ripresa audiovisiva, che ha impedito la documentazione della celebrazione del dibattimento nell’interesse della collettività e a garanzia della trasparenza della Giustizia. Spero che la mia sentenza di condanna -contro la quale ricorrerò- sia l’inizio di un incendio che risvegli le coscienze dei sudditi italiani che non intendono più tollerare l’emarginazione e la discriminazione che parte dei Cattolici attua ai danni degli atei, degli agnostici, degli ebrei, degli islamici, dei buddisti, degli evangelisti, dei valdesi, dei testimoni di Geova e di tutti coloro che si identificano in religioni diverse dalla loro. Spero che i 40 giorni per il deposito della motivazione della condanna siano sufficienti per giustificare la violazione dell’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che sancisce che "ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione: questo diritto importa la libertà di cambiare religione o pensiero, come anche la libertà di manifestare la propria religone o il proprio pensiero individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, per mezzo del culto, dell’insegnamento, di pratiche e compimento di riti".
Ringrazio tutti coloro che si sono sobbarcati i disagi e le spese di un viaggio per assistere alla celebrazione di questo cristallino processo che, spero, resterà impresso nella loro memoria. Ringrazio i deputati Enrico Buemi e Marco Pannella per l’appoggio morale e per la stima che mi hanno dimostrato con la loro presenza fisica a L’Aquila. Ringrazio infine il Dio dei Cattolici per avere offerto a mia moglie e a me l’opportunità di conoscere Marco Pannella e di stringere la "zampa" di questo leone radicale che è riuscito, contro la volontà della maggior parte degli italiani, a rendere più libera e più dignitosa l’esistenza di tutti gli italiani.
Luigi Tosti
tel. 054179323 - mobile 3384130312 - luigit1@alice.it via Bastioni Orientali, 38 - 47900 Rimini
Chi vuole ricevere la “Memoria” depositata presso il Tribunale de L’Aquila scriva a: albatra1@yahoo.it
Il giudice Tosti restituisce gli stipendi al mittente
CAMERINO (Macerata) - E’ dal 9 maggio che il giudice di Camerino Luigi Tosti si rifiuta di tenere le udienze: e questo perché il Ministero di Giustizia omette di rimuovere i simboli religiosi dalle aule, oppure di autorizzarlo ad esporre i suoi. Ora, a distanza di quasi cinque mesi, il magistrato ha inoltrato una lettera al Ministro Castelli e alla Corte dei Conti con la quale, dopo aver affermato che "i Cittadini italiani hanno il diritto, nella loro qualità di contribuenti, di non veder sperperato il proprio danaro", ha poi invitato "l’Amministrazione della Giustizia ad essere coerente con sé stessa, e cioè o a rimuoverlo dalla Magistratura (visto che l’Amministrazione ritiene di essere nel giusto) o a sospendere il pagamento degli stipendi".
"Ritengo immorale la percezione degli stipendi -ha concluso il magistrato- sicché invito l’Amministrazione a sospenderne l’erogazione, quantomeno sino alla definizione del contenzioso perché, in caso contrario, sarò costretto a restituirli".
Con altra lettera, spedita lo stesso giorno, Luigi Tosti ha invitato il Presidente della Repubblica ad inviargli cinque copie del suo ritratto, da esporre nelle aule: "paradossalmente -ha spiegato il magistrato- nelle aule giudiziarie italiane è presente il crocifisso, cioè un simbolo partigiano che identifica solo i cattolici, mentre sono assenti i simboli che identificano l’unità nazionale".
"E’ mia intenzione -preannuncia il magistrato- chiedere poi al Ministro di Giustizia, al Presidente della Repubblica ed al Sommo Pontefice l’autorizzazione a sostituire i crocifissi con i ritratti del Presidente della Repubblica, per fornire agli Italiani il riscontro oggettivo di quanto sia realmente "laica", indipendente e rispettosa dei diritti di eguaglianza la Repubblica Italiana. La discriminazione religiosa e razziale nasce quando un gruppo pretende di essere superiore agli altri e di meritare, per ciò stesso, dei privilegi. In epoche recenti l’uomo bianco di superiore razza ariana ha preteso di privilegiare la sua supposta superiorità impedendo ai neri ed agli ebrei di entrare nei locali pubblici. Oggi in Italia la situazione non è affatto diversa: i Cattolici marcano le pareti pubbliche col loro crocifisso e impediscono ai simboli di tutte le altre confessioni religiose e dei non credenti di entrare negli uffici pubblici, e questo perché ritengono, con una presunzione che trasmoda nel razzismo, di essere i soli depositari della Verità".
Luigi Tosti, Via Bastioni Orientali n. 38, 47900 Rimini, Tel. 0541-789323, cell.: 338-4130312. E.mail: luigit1@aliceposta.it
Seguono le due lettere:
All’On.le Ministro di Giustizia
Ing. Roberto Castelli
R O M A
Alla Corte dei Conti
R O M A
Alla Cassa di Risparmio di Bologna
Agenzia di Rimini
R I M I N I
Io sottoscritto Luigi Tosti, nato a Cingoli (MC) il 3.8.1948, residente a Rimini, Viale Bastioni Orientali n. 38, magistrato ordinario in servizio presso il Tribunale di Camerino, ho iniziato, dallo scorso 9 maggio, a rifiutarmi di tenere le udienze perché l’Ammnistrazione Giudiziaria si rifiuta di rimuovere i simboli religiosi di parte dalle aule giudiziarie -e comunque non mi autorizza ad esporre i miei simboli- così violando il principio supremo di laicità ed altri diritti soggettivi assoluti di rango costituzionale. Questa mia reazione è stata tra l’altro giustificata col richiamo di sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione penale (1.3.2000 n. 439, Montagnana).
Sino ad oggi sono stato comunque impegnato nell’attività lavorativa, se non altro a causa del notevole arretrato che si era accumulato: questa situazione, tuttavia, è destinata ad esaurirsi a breve.
Dal momento che ritengo che i Cittadini italiani abbiano il diritto, nella loro qualità di contribuenti, di non veder sperperato il proprio danaro, invito l’Amministrazione della Giustizia ad essere coerente con sé stessa, e cioè o a rimuovermi dalla Magistratura (visto che l’Amministrazione ritiene di essere nel giusto) o a sopendere il pagamento degli stipendi.
Ritenendo immorale la percezione degli stipendi, invito comunque l’Amministrazione a sospenderne l’erogazione, quantomeno sino alla definizione del contenzioso perché, in caso contrario, sarei costretto a restituirli.
Invito pertanto l’Istituto di Credito CARISBO a rifiutare l’accreditamento sul mio c.c. n. (...) degli stipendi.
Cordiali saluti.
Camerino, li 27 settembre 2005.
Luigi Tosti
All’Onorevole
Presidente della Repubblica
Carlo Azelio Ciampi
R O M A
Gentile Presidente,
mi chiamo Luigi Tosti e sono magistrato ordinario in servizio presso il Tribunale di Camerino. In questa mia qualifica ho chiesto, senza ottenerlo, all’Amministrazione Giudiziaria di rimuovere dalle aule qualsiasi simbolo religioso in osservanza del supremo principio di laicità dello Stato, affermato sia da costanti sentenze della Corte Costituzionale che da specifiche sentenze della Cassazione (in particolare: Cass. Penale, IV Sez., 1.3.2000 n. 439).
Ritengo in effetti che l’esposizione di un unico simbolo religioso, nei locali deputati all’esercizio di pubbliche funzioni, sia incompatibile con l’obbligo dello Stato di essere neutrale, imparziale ed equidistante nei confronti delle altre religioni e dei cittadini che credono in religioni diverse o non credono in nessuna e che, per altro verso, l’uso dei simboli religiosi come "marcatori" del territorio (pubblico) svilisca il loro valore spirituale, tant’è che la religione ebraica, quella islamica e tutte le confessioni cristiane diverse da quella cattolica ripudiano siffatta forma di ostensione.
Nell’esercizio delle mie funzioni io mi identifico nel popolo italiano e nei simboli che identificano l’unità nazionale, e cioè nella bandiera tricolore e nel ritratto del Presidente della Repubblica: paradossalmente nessuno di essi è presente nelle aule giudiziarie.
Le sarei pertanto grato se Lei volesse inviarmi cinque copie del Suo ritratto, da appendere nelle aule.
Questo Suo gesto potrebbe contribuire in modo autorevole a dirimere tensioni e ad indurre al ragionamento.
La saluto cordialmente.
Camerino, li 27 settembre 2005.
Luigi Tosti
Tribunale di Camerino
informazioni:
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