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I rossi e la Rossa

Publie le giovedì 17 maggio 2007 par Open-Publishing

di LORIS CAMPETTI

Ma in Italia c’è «la Rossa». Anche nei momenti più difficili della nostra economia, c’è sempre un Montezemolo pronto a spruzzare ottimismo: il Cavallino vola in pista e su strada e porta in alto i colori dell’Italia che vince perché innova, diverte, fa sognare.

Per fortuna abbiamo la Ferrari, sennò come faremmo ad affrontare la crisi della quarta settimana?

La Rossa di Maranello è un passe-partout per gli italiani nel mondo. Nasce nell’Emilia rossa, e rossi sono gli operai che la costruiscono in fabbriche pulite, ergonometricamente testate come i suoi potenti motori. Operai che valgono, operai che meritano.

Operai che scioperano, quando ritengono che il loro lavoro non venga valorizzato. Ora, invece di assumere questa «normalità italiana» il Luca pensa che la lotta di classe faccia battere in testa le sue Rosse. Crede che danneggi l’immagine dell’azienda e del paese uno sciopero contro gli straordinari al sabato, proclamato in assenza di contropartite adeguate.

Ci sarebbe un sistema per riconquistare al mondo il quadro bucolico di Maranello: aumentare il premio di risultato, visto che le Ferrari vanno a ruba e crescono produzione, ordinativi, coppe, fatturati e profitti. Invece, il Luca ha avuto un flash back e ha imboccato un’altra strada.

Memore dei fasti padronali dell’80, quando capi e capetti costruirono a suon di bonifici la «marcia dei 40 mila» per spezzare le reni al movimento operaio, ora a Maranello fa raccogliere le firme contro i sindacati: «Fortunatamente la nostra Ferrari sta continuando a mietere successi anche commerciali - scrivono gli Arisio di turno a Fim, Fiom e Uilm - e questo dovrebbe essere motivo di soddisfazione per chi fa parte dell’azienda, mentre il Vostro atteggiamento è stato di rifiuto di qualsiasi richiesta aziendale».

250 firme su 2.800 dipendenti.

Non sempre il lusso è sinonimo di buon gusto: signori si nasce, diceva Totò. Evidentemente, il Luca «non lo nacque».

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