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I tassisti fanno l’accordo con Bersani e ringraziano Veltroni e Serra

Publie le lunedì 17 luglio 2006 par Open-Publishing
5 commenti

Festeggiano i tassisti in piazza Santi Apostoli a Roma

La vicenda si chiude dopo un’altra giornata di protesta

Taxi, raggiunto l’accordo con Bersani

Niente cumulo di licenze e doppia targa

ROMA - "Abbiamo vinto, scompaiono il cumulo e la doppia targa, hanno accettato le nostre proposte anche per quanto riguarda la possibilità di avere il secondo conducente". E’ questo, nelle parole di Loreno Bittarelli dell’Uri (Unione radiotaxi italiani), il risultato raggiunto durante l’incontro decisivo di questa sera tra i sindacati e il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. In piazza Santi Apostoli, dove si sono riuniti i tassisti in attesa della fine della riunione, hanno accolto la notizia con entusiasmo.

"Siamo soddisfatti - ha detto Carlo Bologna dell’Ait (Associazione italiana tassisti) - hanno capito che qui c’e’ gente che lavora". "Abbiamo trovato dei punti d’incontro - ha aggiunto - il ministro si è impegnato a togliere il cumulo delle licenze ma noi, in cambio, ci siamo impegnati a garantire lavoro ai giovani attraverso un apparato di sostituzioni che consentirà un incremento delle presenze dei taxi del 60-70 per cento in più".

"Giudizio positivo sulla proposta del ministro Bersani" , ha detto Fabio Parigi, portavoce di Confartigianato Taxi "L’unico punto di perplessità - ha sottolineato Parigi - riguarda il principio del bando straordinario fuori programmazione. Tuttavia il ministro ci ha rassicurato sul fatto che si tratta di una ipotesi riferita ad un ambito circoscritto e ad eventi eccezionali".

Uno dei punti dell’intesa riguarda la possibilità di bandire nuovi concorsi per le licenze. Questo accadrà solo se la situazione ordinaria lo richiederà e a seguito di una verifica da parte dei comuni, ha spiegato Maurizio Longo della Fita-Cna.

La notte in piazza delle auto bianche si sta trasformando in una festa: cori da stadio, bandiere, clacson che suonano e ringraziamenti per il sindaco di Roma Walter Veltroni e il prefetto Achille Serra, mediatori con il governo.

QUesta la conclusione di un’altra giornata difficile per la capitale. Migliaia di tassisti erano scesi oggi in corteo nel centro di Roma. Dal Circo Massimo si erano mossi verso piazza Venezia e poi, a piedi, avevano raggiunto piazza Santi Apostoli. Il clima in piazza era teso: un giornalista del Corriere della sera, Paolo Foschi, è stato minacciato e aggredito da due tassisti: "Sappiamo chi sei e dove vivi".

Il documento. Loreno Bittarelli, presidenti dell’Uri, ha letto e commentato in piazza Santi Apostoli il documento dell’intesa con il governo. "Il tavolo di discussione viene spostato dal governo ai Comuni. I Comuni potranno scegliere di potenziare il servizio a seconda delle esigenze locali previa consultazione delle commissioni consultive cui partecipano i rappresentanti della categoria e radiotaxi", ha spiegato.

E ha aggiunto: i Comuni "possono disporre ulteriori turni giornalieri per le singole auto, utilizzando dipendenti e collaboratori familiari, con forme di controllo sistematico da parte dei Comuni. Potranno inoltre prevedere bandi straordinari in deroga alla programmazione ordinaria a titolo oneroso o gratuito".
Nel corso della discussione al ministero, ha spiegato Bittarelli, è stato chiarito che i concorsi avverranno nell’ambito dell’ordinaria programmazione, dove questa possa garantire un adeguato livello di servizio. Nel caso in cui la programmazione manchi - si legge nel documento - o si riveli insufficiente, i Comuni potranno bandire concorsi straordinari.

Nel caso di bando oneroso, sarà esclusa la possibilità di bandire un’asta economica per l’assegnazione del titolo. Il ricavato del bando oneroso verrà distribuito ai tassisti già in attività in una percentuale non inferiore all’ 80%; la parte restante dei proventi potrà essere usata dai Comuni per iniziative di controllo e miglioramento della qualità di tutto l’autoservizio pubblico non di linea.

(17 luglio 2006)

www.repubblica.it

Messaggi

  • TAXI: BERSANI, TENUTI FERMI I PUNTI SU CUI CI SIAMO IMPEGNATI

    "Penso che abbiamo tenuto fermi i sei punti sui quali in queste settimane ci siamo impegnati, che mettono in condizione oggi i comuni di avere strumenti che ieri non avevano per potenziare il servizio". Lo ha detto all’Agi il ministro Bersani, commentando la risoluzione della vertenza taxi. "Mi sono naturalmente impegnato ad attivare anche tavoli sulle condizioni di lavoro dei tassisti e a fare tra sei mesi una verifica delle prime applicazioni delle norme. Posso solo aggiungere che una riunione che era cominciata con una richiesta di sostanziale ritiro del decreto, o di sospensione per sei mesi, si e’ risolta poi con una soluzione che adesso viene ampiamente lodata dai tassisti, il che mi fa molto piacere".

    "Leggendo la norma cosi’ come verra’ - ha proseguito il ministro - si vedra’ che i punti su cui ci eravamo impegnati ci sono tutti, con la presenza anche della doppia vettura, sia pure con delle limitazioni, con la presenza del bando straordinario, con la possibilita’ di esercitarlo in via gratuita o onerosa, e con altre misure che consentono ai comuni una maggiore flessibilita’, come le autorizzazioni straordinarie temporanee, i percorsi a trariffa prefissata, particolari servizi dedicati a specifiche categorie, una turnazione su due o tre turni con controllo anche satellitare dell’effettivita’ di questi turni. Sono punti che qualificano l’accordo e consentono ai comuni di potenziare il servizio".

    www.repubblica.it

    • Una resa incondizionata
      by Marcello Basili

      Il 16 luglio sera si è conclusa, almeno temporaneamente, con un accordo la vertenza tra le associazioni di categoria dei tassisti e il Ministro Bersani. L’articolo 6 del decreto legge che introduce la possibilità di divenire titolari di una seconda licenza di esercizio verrà sostituito da un emendamento che prevede, nei punti salienti, che i Comuni possano concordare con le associazioni di categoria:

      1) L’introduzione di un doppio turno di servizio per la singola licenza, utilizzando collaboratori familiari o dipendenti;

      2) la concessione di licenze temporanee a consorzi o cooperative di taxi già operanti,
      l’utilizzazione di veicoli sostitutivi e aggiuntivi a favore di particolari categorie di utenti;

      3) l’istituzione in via sperimentale di servizi innovativi (collegamenti con alberghi e scuole) e l’introduzione di tariffe a forfait.

      4) L’accordo prevede inoltre il ricorso a bandi straordinari per l’assegnazione di licenze eccedenti il numero programmato e l’istituzione dell’immancabile comitato di monitoraggio.

      La domanda che molti si pongono è se questa serie di provvedimenti siano in grado di alleviare la situazione che per la città di Roma, l’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali del Comune (ACQSPL) così rappresenta:

      a) nel 2001 la Sta spa - agenzia per la mobilità del comune di Roma - stima una domanda media annua di corse di taxi non soddisfatta del 20% (27% nel mese di dicembre) e del 40% nelle ore di punta;

      b) nel 2001 i tempi medi di attesa sono stimati in circa 15 minuti nella periferia e comunque elevati nel centro e nella semiperiferia della città;

      c) l’offerta massima potenziale di taxi è risultata di 1,9 vetture x 1000 abitanti, con un minimo di 1 x 1000 abitanti nell’orario 7,00-8,00 e 12,00-13,00 e molto inferiore (0,2 x 1000 abitanti) tra le 24,00 e le 2,00.

      d) nel mercato secondario delle licenze si realizza un turn-over annuo di circa 200 concessioni.

      Il cuore dell’accordo è l’istituzione del doppio turno facoltativo, il ricorso a bandi straordinari e la concessione di licenze temporanee.

      Questo tipo di provvedimenti vanno inquadrati nel contesto locale perché è proprio ai sindaci che spetta il compito di realizzazione. Quindi solo rifacendosi alle esperienze locali, qui la città di Roma può riassumerne i caratteri essenziali, è possibile intravederne alcuni limiti:

      · l’Ordinanza n.15 del 15 giugno 2005 che modificava il sistema di turnazione, con l’obiettivo di "rafforzare il servizio in alcune ore critiche serali e notturne" ha avuto effetti insufficienti ad assicurare un servizio anche solo accettabile per la collettività;

      · la procedura di assegnazione delle prima trance di 100 nuove licenze previste dal protocollo di intesa del 31 luglio del 2004 deve ancora concludersi, mentre per le restanti 350 nuove licenze previste dall’intesa si avanzano solo incerte previsioni.

      · sulla tempestività e efficienza del sistema di concessione di licenze temporanee, alla luce di quanto accaduto finora, è lecito avanzare riserve.

      Infine un’ultima considerazione sulle reiterate obiezioni sul possibile deprezzamento della concessione che hanno portato alla sostituzione dell’articolo 6 del decreto del Ministro Bersani: dal 1980 al 2002 il valore di cessione delle licenze è andato continuamente aumentando passando da 20.000 euro a 120.000 euro (trend crescente anche in termini reali).

      Sorprendentemente nel periodo considerato i picchi relativi nel valore delle licenze sono stati osservati negli anni (1988; 1996) in cui si sono concluse le procedure di assegnazione delle nuove concessioni (500+500), a testimonianza di un elevato eccesso di domanda - ACQSPL, Relazione 2004.

      Ricapitolando l’aumento dell’offerta del servizio (vetture e corse) e del numero delle concessioni ha accresciuto e non ridotto (come molti paventano) il valore della licenza che oggi a Roma viaggia verso i 200.000 euro!

      Vi sembra che la situazione del mercato dei taxi sia migliore che nel 2002, vedete delle dinamiche reali (riduzione delle tariffe massime, riduzione della domanda di corse ecc.) che possano indurre un’inversione del trend e minacciare la rendita della licenza?

      www.lavoce.info

    • Vertenza taxi, luci e ombre di un pareggio annunciato

      by Guido Viale da "Il Manifesto" 19.7.2006

      E’ finito zero a zero il match tra Bersani e i tassisti, come entrambi i contendenti sostengono? In parte sì; in parte è solo rimandato. Il governo ha rinunciato alla parte più criticabile del decreto, cioè il cumulo delle licenze, che, nell’immediato, con la possibilità offerta ai tassisti consenzienti, di duplicarle, avrebbe aperto le porte alla loro trasformazione in padroncini, per di più con un solo dipendente, da sfruttare con forme di lavoro precario per potersi rifare degli oneri connessi alla gestione di due vetture. E in futuro avrebbe potuto aprire le porte a imprese capitalistiche con molte licenze da gestire, utilizzando lavoro salariato o forme atipiche di lavoro subordinato, come l’affitto della licenza. Un piccolo varco per soluzioni di questo genere è comunque rimasto, grazie alla possibilità di utilizzare la vettura su più turni affidandone la conduzione non solo a familiari e coadiutori domestici - come è giusto - ma anche a lavoratori salariati, ovviamente in condizioni di precariato e sfruttamento (diversamente non ci sarebbe convenienza a farlo).
      I tassisti a loro volta hanno accettato: a) una maggiore elasticità dei turni b) l’introduzione in via sperimentale della doppia targa per l’effettuazione di servizi non tradizionali (come il trasporto disabili, o il taxi collettivo); c) la possibilità di introdurre tariffe forfettarie e convenzioni con grandi utenze (tutte cose di fatto già in vigore) che stemperano la netta differenziazione attuale tra servizio di piazza (taxi) e noleggio con conducente (Ncc) e, d) la possibilità di aumentare il numero delle licenze - permanenti o temporanee - là dove ne sia riscontrata la necessità, attraverso un confronto tra tassisti e Comuni.

      Adesso tocca ai Comuni, che in passato si sono dimostrati molto restii a farlo, aprire e reggere uno scontro con i tassisti sul numero delle licenze. Finora le nuove licenze venivano concesse gratis ed erano i tassisti vecchi e nuovi a scambiarsele tra loro a valori che nel corso del tempo sono cresciuti fino a costituire una gigantesca barriera all’ingresso di nuovi operatori. Perché il costo di una licenza acquistata sul mercato - peraltro illecito - è tale che una sua svalutazione comporta la rovina per chi si è indebitato per acquistarla e una perdita secca per chi ci fa conto per una tranquilla uscita dal lavoro. Di qui la durezza, più che prevedibile, della reazione dei tassisti, decisi a giocarsi il tutto per tutto pur di non subire una simile spoliazione. Ma è nella natura stessa di questo meccanismo perverso che, una volta ripagata la licenza, i ricavi dei tassisti siano molto elevati, in quanto inglobano una rendita di posizione creata dalla rigida barriera all’ingresso nel settore.

      Ora, con il decreto Bersani, i Comuni hanno la possibilità di cedere le nuove licenze a titolo oneroso (ma senza metterle all’asta) e di destinare fino all’80 per cento del ricavato a compensazioni per i titolari di licenze già in essere, auspicabilmente quelle di nuova acquisizione, i cui titolari sono esposti al rischio di non poter più recuperare l’investimento effettuato. Questa misura ha l’effetto di un ammortizzatore: da un lato distribuisce nel tempo la riduzione del valore delle licenze; dall’altro compensa, in tutto o in parte, il danno inflitto agli operatori più esposti. In questo modo, modulando nel tempo la cessione di nuove licenze, il loro valore potrebbe gradualmente essere portato a zero: con grande beneficio degli utenti, che non sarebbero più sottoposti a tariffe maggiorate dal costo della licenza, e ben oltre il periodo in cui essa viene ripagata. Che probabilità ci sono che i Comuni utilizzino questa opportunità in misura adeguata alle esigenze del servizio?

      Qui entra di nuovo in gioco il governo; anzi, il punto più importante del suo programma: la lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Quanto guadagnano i tassisti, prima e dopo che hanno finito di recuperare il denaro sborsato per acquistare la licenza? Nessuno lo sa. Sicuramente hanno ricavi diversi da città a città e in alcune città decisamente esorbitanti. Se il governo avrà la forze di reintrodurre la ricevuta fiscale emessa in automatico e registrata dal tassametro, questo dato non sarà più un mistero e sia il livello delle tariffe che il numero delle licenze potranno essere oggetto di una contrattazione periodica, del tutto trasparente, come avviene per molte altre categorie di lavoratori.

      In molte città le tariffe dovranno diminuire e le vetture in circolazione aumentare molto. E in questo modo potrà aumentare anche l’utenza, trasformando gradualmente il taxi in una modalità di trasporto popolare. E i tassisti? Avranno più utenti, più domanda, più possibilità di trarre vantaggio dalle innovazioni e dal decongestionamento delle strade. Soprattutto se, contestualmente a queste misure, gli enti locali adotteranno misure per ridurre il traffico privato nei centri urbani e il governo predisporrà il quadro normativo per una effettiva introduzione del trasporto a domanda e del taxi collettivo.

      Un’ultima notazione: la scena del confronto tra governo e tassisti è stata in gran parte occupata da quattro organizzazioni romane con una dirigenza e larga parte della base apertamente fasciste, tra cui hanno sguazzato come pesci nell’acqua i cosiddetti colonnelli di AN, («Duce, Duce!» è stato lo slogan più gridato), fino a disgustare e allontanare dalle manifestazioni nazionali la maggior parte degli altri tassisti e delle altre organizzazioni. La cosa non è priva di rapporto con il fatto che a Roma una componente non irrilevante di tassisti è molto prepotente e organizzata in veri e propri racket, come denuncia anche un articolo di Attilio Bolzoni comparso ieri su Repubblica. Dopo anni di giunte di sinistra, sarebbe ora che l’Amministrazione comunale mettesse mano a questa situazione.

      www.ilmanifesto.it

  • Roma, 12:07 25.7.06

    TAXI: VELTRONI,ACCORDO A ROMA 2500 AUTO IN PIU’ AL GIORNO

    Aumentano le auto bianche sulle strade di Roma. Dopo quattro ore di trattativa, si e’ raggiunto nella tarda serata di ieri l’accordo tra il comune di Roma e le rappresentanze dei tassisti per dare applicazione al decreto Bersani. Il risultato, presentato oggi dal sindaco Walter Veltroni, e’ tutto in una cifra: 2.500 taxi in piu’ al giorno, a cui si aggiungeranno le 450 nuove licenze gia’ previste. "Attraverso la rimodulazione dei turni - ha spiegato il sindaco - e il prolungamento dell’orario di servizio, grazie ai collaboratori familiari e ai dipendenti, come prevede il decreto Bersani, avremo in strada mille taxi in piu’ la mattina, dalle 8 alle 12 o dalle 9 alle 13; mille il pomeriggio, dalle 16 alle 20 o alle 21; e cinquecento la notte". Aumenta dunque il parco taxi nella capitale di oltre il 40 per cento: un incremento che "sara’ seguito con un monitoraggio costante sulla reale applicazione dell’accordo, forse attraverso sistemi di rilevazione satellitare". L’accordo entrera’ in vigore dalla seconda meta’ di settembre.

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