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I tg e il problemino barese

Publie le giovedì 18 giugno 2009 par Open-Publishing
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"No alla delegittimazione dei politici". Un invito alto e forte con cui il Tg1 ha introdotto oggi la sua edizione delle 13. Niente paura, non era un’iniziativa autonoma del principale tg del servizio pubblico. Lo ha detto invece, en passant, Gianfranco Fini e l’occasione era piuttosto ghiotta per non sfruttarla a dovere. Quindi Fini nei titoli di testa, poi la Fiat e l’Iran e poi anche cosucce sparse: infine il problema dell’inchiesta barese che riguarda il Premier e comunque, e insomma, il Premier dice che è spazzatura e poi D’Alema come faceva a sapere tutte queste cose.

Delegato di oggi all’intervento finale e risolutivo, quello con cui si chiude il servizio con una dichiarazione forte, potente e convincente, quello che resta nella memoria dei telespettatori, era Maurizio Lupi. Non ce n’è, per qualche motivo i tg si ricordano all’improvviso solo verso la metà di ogni edizione, del problemino barese: il Tg1 è quello di richiamo e quindi ci si concentra di più su quello, ma gli altri stanno in zona, il Tg5 è sempre un po’ più sulla notizia e si butta con maggiore sprezzo del pericolo. Servizio di punta di giornata: il Tg2 con il jackpot del superenalotto e la domanda: cosa fareste con 94 milioni in tasca? Per esempio una scommessa su cosa ci sarà nei titoli principali dei tg di stasera.

Per fortuna ne parlano i siti di tutto il mondo.

18 giugno 2009

Messaggi

    • Il giornale dei vescovi chiede al premier di dare risposte all’opinione pubblica
      "C’è un clima di smarrimento".

      Attacco a Ghedini: "Moltiplica i motivi di imbarazzo"

      Feste e ragazze, Avvenire a Berlusconi
      "Serve presto un chiarimento"

      ROMA - "Deve rispondere all’opinione pubblica". Il giornale dei vescovi chiede a Berlusconi parole chiare sulle vicende delle feste con ragazze a pagamento a Palazzo Grazioli. Lo fa con un editoriale firmato da Gianfranco Marcelli, in cui si parla senza mezzi termini di "un clima di smarrimento".

      "E’ lecito domandarsi - si legge nell’articolo - se il presidente del Consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso. Non è solo questione di stile sfoggiato (anche se lo stile in certe situazionii è purissima sostanza) da parte di avvocati bravi, a quanto pare, soprattutto a moltiplicare i motivi di imbarazzo. Il punto centrale è la necessità di arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti".

      Berlusconi deve rispondere a interrogativi, prosegue l’editoriale, "che non vengono solo dagli avversari politici, ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier. E se anche non fosse possibile eliminare ogni ombra", perché alcune questioni sono in mano alla magistratura, "si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchiere e di tempeste mediatiche. Senza illudersi che l’efficenza dell’azione di governo possa far premio, sempre e comunque, sui comportamenti privati. Alla lunga tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo è che a pagarlo non sia solo il singolo debitore di turno, ma l’intero paese".

      19 giugno 2009 da "Repubblica"