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IDV NO alla piattaforme petrolifere a largo delle coste del basso salento
Publie le domenica 6 dicembre 2009 par Open-Publishing3 commenti
Serviva un durissimo intervento del coordinatore regionale di ITALIA DEI VALORI – PUGLIA on. Pierfelice ZAZZERA, a denunciare quello che ci sembra essere l’ennesimo tentativo di scempio in materia ambientale di questo governo del profitto di pochi a danno della salute e dell’ambiente di tutti.
Ed infatti, con un comunicato stampa di giovedì 03 dicembre la popolazione pugliese veniva a conoscenza per via indiretta dell’autorizzazione nei confronti della società inglese Northern Petroleum ltd da parte del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro per i Beni e le attività culturali con decreto il 15/10/2009 ad avviare le perforazioni per la ricerca di petrolio a 25Km ad est di Monopoli e in caso positivo l’insediamento di una piattaforma petrolifera offshore.
Il componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori Giovanni D’AGATA, ed IDV della provincia di Lecce, esprimono dunque una fortissima preoccupazione per i gravissimi rischi per l’ambiente, per la salute e per il turismo, conseguenti alla possibilità d’installazione di piattaforme per l’estrazione del petrolio in tutto il Canale d’Otranto, poiché già nel lontano 1993 l’ENI aveva parlato dell’esistenza di una grande riserva di idrocarburi proprio davanti alle coste del Salento.
Per queste ragioni, temendo l’avvio di una nuova stagione di scempi ambientali alla ricerca dell’oro nero davanti alle coste della stupenda terra di Puglia, anche il componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori Giovanni D’AGATA, ed IDV della provincia di Lecce si uniscono alla protesta dell’on. Pieferlice ZAZZERA ed annunciano sin da ora barricate, se questo Governo dovesse proseguire nell’intento, visto che questa regione ha già dato tanto e tanto dà in termini di produzione energetica e di sfruttamento del territorio a tali fini, mentre pare si dimentichi che le Nostre più grandi fonti di produzione potrebbero essere il sole ed il vento.
Messaggi
1. L’Italia di quali valori? , 6 dicembre 2009, 17:18, di mah!
Critica del dipietrismo
Scritto da Jacopo Renda
martedì 24 novembre 2009
Il 5 dicembre Rifondazione Comunista e L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro daranno vita ad una manifestazione per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi per “indegnità morale”; “una manifestazione né di destra né di sinistra ma di persone perbene” come dichiarato da Di Pietro stesso. Come dimostrano i suoi recenti successi elettorali negli ultimi anni L’Italia dei Valori ha trovato spazio anche tra tanti giovani e lavoratori grazie ad un abile campagna mediatica ed alla politica contraddittoria e confindustriale del Partito Democratico, oltre che alla crisi del Prc e della sinistra.
Le ultime elezioni europee hanno sancito questa crescita di consensi attraverso un voto di opinione che è arrivato a 2.452.569 voti pari all’8% tale da eleggere 7 deputati, che formano parte del gruppo liberale al parlamento europeo.
Le origini dell’Italia dei Valori
Antonio Di Pietro ex magistrato del pool di Mani Pulite inizia la sua carriera politica con una breve esperienza come Ministro dei Lavori pubblici durante il primo Governo Prodi nel 1996, dal quale si dimette solo sei mesi dopo. Il suo battesimo elettorale invece è molto più significativo. L’ex magistrato si presenta nelle elezioni suppletive nel collegio del Mugello nel 1997. La sua candidatura è contrapposta a quella del candidato di Rifondazione Comunista Sandro Curzi. Di Pietro imposterà la campagna elettorale attaccando frontalmente non solo in candidato comunista ma soprattutto quei comitati popolari che si stanno battendo contro la speculazione e la distruzione del territorio prevista dal cantiere della Tav che lui sostiene apertamente.
L’anno successivo nel 1998 viene fondata l’organizzazione politica che a lui fa capo: L’italia dei Valori lista di Pietro (Idv).
Dopo aver galleggiato per molti anni ai margini del sistema politico italiano negli ultimi anni questa forza politica ha avuto una crescita significativa di interesse.
Uno dei motivi fondamentali è stato certamente una campagna costante contro la “casta” dei politici, la corruzione e l’inconsistenza dell’opposizione politica ai governi Berlusconi e all’imprenditore di Arcore e la delusione generata dal governo Prodi nel “popolo della sinistra”. Questa campagna ha avuto il sostegno di giornalisti come Marco Travaglio e di un settore di intellettuali delusi dal Pd che in passato avevano dato vita al cosiddetto movimento dei girotondini. Un opposizione a Berlusconi dal carattere liberale sul terreno economico che fa del conflitto di interessi e del terreno della difesa della costituzione il cuore della propria battaglia politica. Non è un caso che nel parlamento spesso sulle questioni di indirizzo economico l’Idv voti assieme al Pdl e che nel parlamento europeo circa l’80% delle leggi vengano votate assieme dal gruppo liberale, di cui fa parte l’Idv, e dal gruppo popolare cui appartiene il Pdl di Silvio Berlusconi.
Sotto il vestito niente
Malgrado Di Pietro e la stampa borghese presentino l’Idv come il partito dell’anticasta la realtà è ben diversa. Il personale politico del partito dell’ex magistrato proviene spesso non solo dalla vecchia Democrazia ma anche da transfughi di Forza Italia, dell’Udc di Casini e addirittura dell’Udeur di Clemente Mastella. Non mancano ex poliziotti con un passato da dirigenti di sindacati di polizia di estrema destra come il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) e veri e propri ex fascisti.
Il coordinatore ligure dell’Idv Giovanni Palldini ne è un esempio lampante: ex consigliere regionale della Margherita eletto con Di Pietro alla camera nel 2008 ha un passato da dirigente del Sap è stato capace nei mesi precedenti al congresso di passare da 700 a 7mila tessere.
Palladini ha animato una campagna a sostegno delle forze dell’ordine dopo il G8 di Genova dal nome “chi difende i difensori” ed assieme ai deputati dipietristi Costantini e Donati ha dato un contributo decisivo, in accordo con Alleanza Nazionale e Forza Italia, ad affossare la commissione parlamentare sulle drammatiche giornate di Genova 2001.
Il vecchio personale politico della prima repubblica ha portato con se anche le vecchie pratiche tipiche dei partiti borghesi.
Infatti malgrado le tante sbandierate campagne per la “legalità” e contro la “la casta” anche tra i dipietristi fioriscono conflitti di interessi, doppia morale tra dichiarazioni pubbliche e atteggiamenti istituzionali e condanne penali di vario tipo.
Il caso più emblematico tra tanti è certamente quello della Campania. Dopo le fragorose denunce sul fatto che L’Idv sarebbe uscita da tutte le giunte di Centrosinistra in seguito allo scandalo Global Service poco o nulla è stato fatto. è noto che Di Pietro mantiene un assessore nella giunta di Benevento il cui presidente Cimitile a Giugno è finito ai domiciliari per una inchiesta sui falsi collaudi del locale Cdr.
La Campania è da sempre la punta di un ben più grande iceberg. è a Napoli che Di Pietro nel 2006 ha candidato il famoso De Gregorio, ex direttore craxiano dell’Avanti, transitato in Forza Italia e nella Nuova Dc, imprenditore plurindagato in odor di camorra cui addirittura era astata affidata la direzione editoriale del quotidiano del partito Italia dei Valori. In molte città della Campania come a Torre del Greco e San Giorgio a Cremano i dipietristi governano con il centrodestra e annoverano tra le loro fila personaggi come l’ex Udeur, deputato e sindaco di Recale (Ce) Americo Porfida indagato per associazione camorristica o come il capogruppo alla regione Campania Nicola Marrazzo, imprenditore nel settore dei rifiuti alle cui imprese è stato ritirato il certificato antimafia per legami con il clan dei casalesi.
Il problema tuttavia non è solo campano. Nelle Marche il principale dirigente del partito il deputato David Favia è legato all’ex re del cemento di Ancona Edoardo Longarini, protagonista negli anni 90 della tangentopoli marchigiana. Il quadretto dei dirigenti del “partito anticasta” si può chiudere con il sostegno di Di Pietro alla candidatura alle politiche del 2001, poi non realizzata, di Fillippo de Jorio, avvocato andreottiano di estrema destra coinvolto nel Golpe Borghese membro della P2 di Licio Gelli (tessera P2 n°1.965 fascicolo 511).
Un uomo solo al comando
Spesso nella propaganda contro la casta la critica ai partiti è uno degli elementi dominanti nella propaganda dell’Italia dei Valori. Ma come è organizzata questa formazione politica? è vero che il muro della burocrazia dei partiti è una pratica aliena ad Antonio Di Pietro?
Anche su questo la verità è ben diversa dalla propaganda che leggiamo sui giornali e negli editoriali di Marco Travaglio. L’Idv dalla sua nascita non ha mai svolto un congresso nazionale e lo statuto del 2004 rimasto in vigore fino a pochi mesi fa rappresenta il classico modello berlusconiano del partito basato sul leader indiscusso.
L’associazione Italia dei Valori infatti era composta da 3 soci: Antonio Di Pietro, la sua consorte Susanna Mazzoleni e Silvana Mura, amica di famiglia e tesoriera. Lo statuto recitava “fino alla sua rinuncia, il ruolo di Presidente viene assunto dal fondatore del partito, onorevole Antonio Di Pietro”: questa forma autocratica di organizzazione ha portato Alberto Giostra biografo di Di Pietro a definire l’Idv “una struttura sostanzialmente inespugnabile, in quanto sottratta al libero evolversi degli equilibri politici interni, ai quali invece dovrebbe essere sottoposto qualunque organismo di comando di un partito politico” (A. Giostra, Il Tribuno. Storia Politica di Antonio Di Pietro, Castelvecchi, Roma 2009, pag. 300).
Le recenti parziali modifiche allo statuto con cambiano la natura di un partito basato sull’infallibilità del leader e sul peggior personale politico borghese riciclato dalla Prima Repubblica.
Di Pietro al fianco dei lavoratori?
Nella campagna propagandistica per accreditarsi come unica opposizione parlamentare al Pdl, l’Idv ha sfruttato le difficoltà della sinistra all’interno del movimento operaio dovute al distacco dalla condizione dei lavoratori, ma anche alle numerose leggi antioperaie approvate con il sostegno del Prc nell’ultimo governo di centro sinistra.
I dipietristi sono spesso presenti alle manifestazioni della Cgil con le loro bandiere e nell’ultimo periodo hanno messo maggiore enfasi sulle questioni del lavoro.
Tuttavia l’impianto programmatico dell’ Idv resta profondamente liberista sul terreno economico e rifiuta il conflitto di classe e la centralità dei lavoratori per uscire a sinistra dalla crisi. Infatti se si sceglie la concertazione come fa l’Idv è impossibile, in particolare in una fase di crisi del capitalismo come quella attuale, difendere le riforme che pure L’Idv dice di voler difendere. Senza la lotta di classe il risultato sarà quanto proposto da Filippo Callipo, prossimo candidato a presidente della Regione Calabria ex presidente di Confindustria calabrese, sostenuto entusiasticamente dall’Idv il quale si vanta di avere raggiunto un accordo per la zona di Lametia che prevedeva per i lavoratori il 70% del salario nazionale per i primi 3 anni.
Nell’ ultimo governo Prodi Antonio di Pietro ha ricoperto il ruolo di Ministro delle Infrastrutture sostenendo la politica delle grandi opere, in primo luogo la Tav ed il Ponte di Messina ma si è anche battuto perchè il governo assumesse posizioni ultraliberiste come nel caso della legge che prevede l’obbligatorietà della privatizzazione dei servizi pubblici locali o la Riforma del Welfare.
Non è un caso nell’alternativa di governo in 10 punti siano presenti la “liberalizzare i servizi pubblici locali: apertura al mercato, avvio delle privatizzazioni” e la necessità di “avviare una politica comune europea per il controllo dell’accesso degli extracomunitari” in poche parole il vero volto razzista e liberista di una formazione politica nella quale un settore di giovani e lavoratori ripongono fiducia per combattere Berlusconi.
Non è affidandosi a Di Pietro o, come fa la segreteria nazionale del Prc, pensando di costruire con lui un asse, magari per poi allearsi con Bersani, che riusciremo a sconfiggere Berlusconi e le sue politiche padronali ma con un programma di classe, riprendendo il filo delle mobilitazioni e costruendo una sinistra politica all’altezza dello scontro.
1. L’Italia di quali valori? , 6 dicembre 2009, 22:22, di n
COMPLIMENTI PER L’OTTIMA ANALISI, INFATTI NON SI RIESCE A CAPIRE LA CORRELAZIONE TRA DI PIETRO E LA SINISTRA ANTICAPITALISTA CON L’ANNESSA LOTTA DI CLASSE!!!!!!!!!!!!!!!!
2. IDV NO alla piattaforme petrolifere a largo delle coste del basso salento, 8 dicembre 2009, 14:49
Vorrei precisare che le informazioni fornite da Giovanni D’Agata di IDV non sono corrette. L’ENI ha prodotto dal 1997 al 2006 il giacimento di petrolio denominato “Aquila”, situato a 42 Km a nordest di Brindisi, dal quale ha ricavato oltre 23 milioni di barili di petrolio di buona qualita’ (36 gradi API) e senza idrogeno solforato. Inoltre ci sono stati altri ritrovamenti nella stessa area, che pero’ non sono mai stati sfruttati. Il primo fu effettuato da ENI nell’ormai lontano 1978. I politici farebbero meglio ad informarsi prima di predicare alle masse…