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IL 25 APRILE TUTTI IN PIAZZALE ELLERO!!!!

Publie le venerdì 22 aprile 2005 par Open-Publishing

Loro vogliono una “Giornata del Ricordo” per farci dimenticare 20 anni di regime e 50 anni di oblio!!
Sfilano da quattro anni a Pordenone depositando corone di fiori a “tutti i caduti” perchè vogliono innalzare gli assassini nazifascisti e umiliare le vittime, ma soprattutto perchè falsificando la storia possono imporre oggi leggi razziste e liberticide senza più i fantasmi del passato!
Ogni anno però decine e decine di fiori sbocciano nuovamente e gli sbarrano la strada reclamando il giusto posto alla primavera della memoria.

Il 25 aprile del 1945, con le insurrezioni partigiane in tutta l’Italia settentrionale, si chiudeva definitivamente il periodo più nefasto della storia italiana contemporanea: quello della ventennale dittatura fascista e della conseguente occupazione militare tedesca.

Il fascismo aveva trasformato l’Italia in una prigione violenta e soffocante: aveva abolito ogni forma di libertà di parola, di espressione, di stampa, di associazione; aveva costretto i dissidenti all’esilio, al confino, al carcere, alla morte; aveva usato i gas per occupare l’Abissinia, i campi di internamento e la “pulizia etnica” per invadere la Jugoslavia, le leggi razziali per discriminare e poi deportare gli ebrei; aveva massacrato e mandato al massacro migliaia di persone, in una guerra di sterminio condotta assieme ai criminali nazisti...

Purtroppo, però, il fascismo non è finito a Piazzale Loreto, insieme con il suo becero fondatore. Grazie alla “continuità delle istituzioni”, alla mancata epurazione di coloro che avevano servito e riverito Mussolini, alla protezione occulta dei servizi segreti angloamericani, il fascismo è entrato negli apparati dello Stato.

I neofascisti sono stati per più di quarant’anni l’utile manovalanza degli interessi capitalistici e democristiani. Arruolati nelle forze di polizia, nell’esercito, nei servizi segreti; organizzati in gruppi paramilitari (Gladio); raccolti in formazioni terroristiche (Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale); disseminati in logge massoniche (P2) i neofascisti hanno potuto insanguinare anche la storia più recente attraverso la “strategia della tensione”. Bombe nelle piazze (Piazza Fontana: 16 morti; Questura di Milano: 4 morti; Piazza della Loggia: 9 morti), nei treni (Italicus: 8 morti; Stazione di Bologna: 81 morti), aggressioni squadristiche, pestaggi, accoltellamenti... Dal 1969 quasi duecento persone sono state uccise in attentati o stragi di matrice neofascista.
E ancora oggi formazioni neofasciste come Forza Nuova possono tranquillamente (e impunemente) combinare lo squadrismo di strada e il doppiopetto: mentre i gregari bruciano centri sociali e tendono agguati, i capi si presentano alle elezioni nascosti dietro la faccia della nipote di Mussolini.

MA TUTTO QUESTO NON VIENE MAI DENUNCIATO PUBBLICAMENTE.

I partiti di centrodestra (aiutati anche da parte del centrosinistra) da diversi anni hanno inaugurato la moda del revisionismo storico: basta un lifting ed ecco che il fascismo si trasforma in un fenomeno di costume, una pagina nemmeno tanto brutta di storia patria, una parentesi tutto sommato meno cruenta del nazismo. I valori del nazionalismo più retorico ritornano in auge: i repubblichini non sono più criminali fascisti al soldo dei nazisti, ma solamente “ragazzi di Salò” che “difendevano la loro idea di Patria” (e perciò una proposta di legge vorrebbe elargire loro una pensione). Così, nel cortocircuito storico, i veri cattivi diventano gli altri: i partigiani garibaldini di Porzus, i titini delle foibe...

Il revisionismo, però, assolve anche un’altra funzione: oltre a ripulirne le radici, permette alla destra governativa di far passare come assolutamente normali delle politiche di sistematica violazione dei diritti sociali e delle libertà individuali. Pensiamo alla legge Bossi-Fini, una vera e propria “legge razziale”, perché dettata dalla visione xenofoba dello straniero. Pensiamo ai CPT, veri e propri campi di concentramento per i “clandestini” creati dalla legge stessa. Pensiamo alla riforma Moratti, così simile alla riforma Gentile nel tentativo di fare della scuola l’istituzione del consenso e della gerarchia. Pensiamo alla legge sulla fecondazione assistita, che sembra degna di una delle campagne fasciste sulla famiglia e la demografia. Pensiamo alle leggi che stanno limitando progressivamente il diritto di sciopero e che vogliono farlo sembrare un capriccio di pochi privilegiati... E pensiamo alle truppe italiane in Iraq, complici dell’aggressione e dell’occupazione americana, dipinte come “forze di pace”, civilizzatrici, amiche del popolo che stanno opprimendo, esattamente come faceva la retorica del colonialismo fascista.

Collettivo Riff Raff