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IL CORPO DELLE DONNE

Publie le domenica 17 maggio 2009 par Open-Publishing
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Una cosa ce l’aspettiamo sempre e arriva puntuale come la morte.
Quando si parla delle porcate del presidente mondezza, il caso di cui mezza Italia si vergogna, o quando in un tribunale, sulla stampa, un blog, un consesso pseudomoralista, si parla di donne ‘porcilizzate’ da uomini, ci sono sempre i soliti che evadono alla grande le responsabilità maschili, che sono poi le loro, per insultare le donne in massa, come specie, come "categoria", come disse Berlusconi, che le accomunava ai camionisti o alle puttane.

Questo tipo di maschi la prima cosa che fa è mettere tutte le donne in un mucchio, abbassandole al peggio, senza distinzioni, "le donne sono tutte veline", "le donne nascono prostitute"... con uno scambio repentino delle vittime coi carnefici ed elenchi dettagliati di tutte le turpitudini femminili, da cui risulta che il tizio che parla è parecchio sfigato nei suoi rapporti con le donne, ha avuto relazioni andate a male, è stato rifiutato, abbandonato e tradito, e quel sogno delle veline su cui proietta le sue velleità acide, i suoi desideri falliti, le sue aspirazioni sistematicamente negate, nasconde in sé non certo l’attrazione per le donne e nemmeno la possibilità di amarne una, ma il profondo, risentito e inacidito odio per tutte le donne, quell’odio che produce le leggi che sappiamo, gli stupri che incontriamo e i media che ci ritroviamo.

Di questo odio per le donne, il grande “tombeur de femme” è il prototipo, che ora realizza un altro sogno erotico proibito: la corruzione di una minore, amato perché incarna le repressioni di tanti uomini a metà, che odiano le donne, che non sono capaci di rispettarle, di riconoscere i loro diritti e il loro valore. Così Berlusconi glorifica tutti loro, nel suo tentativo perenne di chiavarle o corromperle o comprarle o comunque sottometterle, al punto da rivelarsi come il più grande distruttore dello spirito femminile.

Lo stupratore, come il Casanova, generalmente è un impotente, un fallito affettivo, che per le sue imprese, ha bisogno del branco che lo spalleggi e lo applauda. Nel loro consenso rinforza se stesso, si riconosce e giganteggiare, proprio perché il suo io debole, da solo, crollerebbe.

E’ un malato, come ha detto Veronica.

Come il Casanova, che almeno le donne le conquistava, non le comprava, il Nostro rivela questo bisogno di pavoneggiarsi, di lodarsi, di gasarsi, ha bisogno della congrega di amici plaudenti. Non richiede solo un harem, senza cui si sentirebbe fallito, ma una claque di maschi consenzienti e adoranti, prostituiti al suo stesso livello di uomini-oggetto, uomini-pene.

Come lo stupratore, anche il Casanova è un impotente. Il primo usa la forza, il secondo il denaro e la fama, ma l’effetto è sempre lo stesso: un atto di violenza per una relazione che andrebbe conquistata col proprio sé, e che invece viene forzata con oggetti strumentali, la violenza fisica come il plagio psicologico. Il secondo caso anzi è peggiore, perché nel primo la vittima cercherà di liberarsi della sporcizia del suo profittatore, nel secondo finirà nella stessa sporcizia, contaminata. Il primo stupro è solo del corpo. Il secondo dell’anima. E quando è perpetrato su una giovanissima, non ancora psicologicamente formata, è ancora più spregevole.

Ma il Casanova nostrano fa di peggio, e il video “Il corpo delle donne” ne parla: perpetua questo stupro al femminile con i suoi media, diffonde, con l’uso martellante della tv, lo stupro di tutte le donne, ne altera pesantemente l’immagine interiore, ne condiziona la psiche affinché si adattino a essere le prede desiderate.

Quei corpo deformati che diventano ricettacolo solo del desiderio maschile, quell’eros grossolano delle grandi tette e grandi labbra, quella tv-bordello con donne mostruose che sono come grandi fighe perennemente aperte per un desiderio maschile sempre più grezzo e bestiale, ci riportano a un mondo pre-umano dove i rapporti uomo-donna erano regolati con la clava. Un mondo rettile, dove la femmina è immobilizzata e violentata e poi si passa alla successiva. Un mondo dove non esiste la famiglia, i sentimenti, il rispetto umano, il senso dell’altro, ma tutto è ridotto a voracità immediata, sensazione forte, branco. Un mondo inumano e crudele, che pensavamo di avere lasciato alle spalle d a migliaia di anni, ma che, con Berlusconi, diventa sistema esistenziale, modo nazionale di essere.

Masada n° 926. Il ritorno di Lilith

http://www.masadaweb.org

Messaggi

  • Attenti a non confondere la richiesta di una parità del maschio e della femmina di fronte ai diritti civili e sociali col credere all’uguaglianza dei due sessi.
    Parità di diritti non vuol dire affatto identità di genere.
    Non solo il corpo della donna è diverso da quello dell’uomo, ma il cervello della donna è diverso costituzionalmente da quello dell’uomo, sempre tenendo ben fermo il fatto che in entrambi sussistono valenze maschili e femminili, senza di cui nessuna conoscenza reciproca sarebbe possibile.
    E’ la natura stessa che ha avuto queesta necessità e lo ha fatto per il progresso della specie.
    Per cui ignorare questa differenza fondamentale o escludere la donna dal progresso dell’umanità, o cercare di omologare la donna all’uomo, o farne una appendice dei bisogni maschili, costituisce un tentativo di negare la natura, l’evoluzione e il progresso sociale e diventa un attentato alle stesse leggi della vita.
    Questo vale per gli individui. Vale per i Governi. E vale massimamente per le chiese.
    In ogni caso costituisce una violazione di principi fondamentali che la natura ha messo in noi e che devono essere rispettati.
    Questa diversità è stata voluta perché risponde meglio a criteri di complementarietà, di sussidarietà e di integrazione.
    L’uomo che nega questa diversità naturale, nega anche lo sviluppo della propria specie e nega le proprie caratteristiche di genere.
    Nulla esiste civilmente che venga rispettato in se stessi, se insieme non viene rispettato nell’altro.

    viviana