Home > "IL MARKETING NON È EQUO". LICENZIATA
«Colpevole» di obiezione di coscienza ai corsi di marketing e strategia, licenziata in tronco dalla bottega «equa e solidale» di coop. La Tortuga.
Teresina Garon fin dagli anni ’80 si è spesa in un’appassionata militanza nei Comitati pacifisti e all’interno dei «Beati i costruttori di pace».
E’ rimasta doppiamente delusa dal lavoro nella «bottega» della Tortuga in piazza dei Signori: «Credevo di crederci -commenta - L’idea di commercio equo e solidale appartiene al mio Dna. Invece, mi sono trovata di fronte allo stesso marketing di Benetton. E se fossi stata una precaria di McDonald’s, adesso avrei la solidarietà della sinistra e del sindacato. Invece, tutti sanno e nessuno si espone...».
La pacifista racconta com’è andata.
«Ho avuto un primo contratto a progetto dal 1° marzo al 30 agosto. Mi è stato rinnovato anche per il periodo 1° settembre-31 dicembre. La coop La Tortuga mi ha chiesto di seguire, oltre il normale orario di lavoro, un corso dì marketing. E qui è nato il caso. Ci insegnavano a vendere meglio, di più, con un occhio alla cassa. Mi sono opposta. Ho fatto obiezione di coscienza. Sono convinta che chi entra in una bottega equa e solidale pretende rispetto tanto quanto lo da a chi ci lavora».
Teresina esplicita la contestazione di fronte ai colleghi e all’amministratore della coop equa e solidale che teneva il corso.
E lunedì 18 ottobre La Tortuga le propone di... licenziarsi, in quanto non più in sintonia con lo spirito della cooperativa.
Teresina non ci sta.
Due giorni dopo squilla il telefono: «Non presentarti in bottega».
Lei, invece, torna in piazza dei Signori ugualmente.
Trova solo la lettera di licenziamento: «Progetto concluso» la motivazione ufficiale.
«Ci sono rimasta male. Un licenziamento non fa piacere a nessuno. Ma il modo in cui è maturato è stato perfino peggio. Le mie idee sono sempre uguali. E non mi pento certo dell’obiezione di coscienza ad una richiesta legittima in un’azienda, ma decisamente stonata in quella bottega».
Teresina Garon ha così deciso di impugnare la lettera di licenziamento.
Si è affidata all’avvocato Ettore Squillace, specializzato in cause di lavoro fin dai tempi della Magrini Galileo.
Il «caso» è destinato ad approdare davanti ad un pretore.
Con la cooperativa La Tortuga che già deve fare i conti con un’immagine scalfita dalle contestazioni «morali» di una pacifìsta
("Insieme... perchè un altro mondo sia possibile!!!")
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