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IL MEETING ELETTORALE DI MARIE GEORGE BUFFET
Il Comitato che coordina la campagna elettorale di Marie George Buffet si era impegnato a portare 15 000 persone al meeting elettorale di oggi, 1° aprile 2007, al Palazzo dello Sport di Bercy, a Parigi: ebbene, l’impegno é stato mantenuto e perfino superato, dato che i presenti erano ancora più numerosi.
Tre generazioni di comunisti, di democratici, di parigini riempivano l’immensa platea e le gradinate, con una capienza tripla rispetto a quella dello Zénith, dove, il 23 gennaio, Marie George aveva presentato agli oltre 6 000 presenti il suo programma di candidata della sinistra popolare ed antiliberale all’elezione presidenziale.
L’impressione generale guardando le facce delle migliaia e migliaia di persone presenti era che la staffetta generazionale funziona : l’immagine predominante che si stacca dalla folla é quella di un patchwork multicolore, di una gioventù allegra e chiassosa ma, soprattutto, determinata a prendere la bandiera rossa dalle mani dei padri e, talvolta dei nonni.
Sul palco, le delegazioni dei lavoratori in lotta per il salario, il posto di lavoro, la salvaguardia dei diritti acquisiti, dai metalmeccanici ai ferroviari, i rappresentanti dei partiti che aderiscono, con il PCF, al grande progetto della sinistra europea ed anche noi, del Collettivo Bellaciao e del Circolo di Rifondazione comunista di Parigi, con le nostre bandiere, le donne, i giovani, i ragazzi delle banlieues.
Un’atmosfera di grande entusiasmo e combattività, di fiducia nelle possibilità di un movimento giovane, portatore di un progetto di società alternativo ed originale, libero da vecchi dogmatismi e sterili settarismi, aperto sulla società ed espressione della possibilità di risolvere le sue gravissime contraddizioni.
Ognuno ha voluto portare il suo saluto ed esprimere il suo sostegno ed il suo incoraggiamento, in un grande sventolio di bandiere che volevano indicare l’impegno dei militanti nelle tre settimane che ancora restano prima dell’appuntamento elettorale del 22 aprile.
I ragazzi delle banlieues si esprimono con i versi dello slam, dove c’é tutto il peso della loro condizione, l’incertezza delle loro prospettive, ma anche il loro ottimismo giovanile, la capacità di prendere e prendersi in giro, la critica graffiante del potere, il linguaggio creativo dei sogni ed il progetto politico concreto dei giovani militanti.
Quando sullo schermo gigante, visibile da ognuno nell’immenso spazio di Bercy, vengono proiettati i visi dei bambini e degli adolescenti oggetto dell’infame caccia ai sans papiers del candidato delle destre ed ex ministro dell’Interno, Nicolas Sarkozy, ciascuno dei quali racconta la sua paura quotidiana che i genitori vengano arrestati quando vanno al lavoro o semplicemente quando li accompagnano a scuola, l’emozione, ma anche la rabbia e il disgusto per la politica di Sarkozy e della polizia che ne esegue gli ordini sono grandi.
Ancora più grande di quella che fa vibrare di emozione giovani e meno giovani quando viene letta l’ultima lettera scritta alla madre da Guy Moquet , giovanissimo comunista parigino fucilato a 17 anni dai nazifascisti il 22 ottobre 1941, al quale Sarkozy ha avuto il coraggio di fare riferimento all’inizio della sua campagna elettorale come ad una delle fonti ispiratrici, insieme a Jean Jaurès, del suo progetto politico.
Il riferimento alla classe operaia ed alle sue lotte, quello all’attualità della Resistenza, nella scia della battaglia politica del Fronte popolare e dell’indimenticabile esperienza della Comune di Parigi, ma anche il richiamo costante alle lotte delle donne, dei giovani che hanno costretto il governo delle destre a ritirare il CPE, dei migranti con e senza documenti che sono ormai tanta parte della società francese, insieme a quello alla vittoria degli avversari del liberismo nel referendum del 2005 sul TCE sono il filo conduttore del discorso di Marie George Buffet.
Un discorso fatto di argomenti concreti, non di slogan ad effetto, un discorso fondato su un programma di alternativa di società e non sulla faccia, sull’abbigliamento o sul tono di voce della persona che lo pronuncia né sui colori della parete di fondo o sulle caratteristiche dell’arredamento del luogo del meeting.
Un discorso estraneo a quelli dei candidati della politica-spettacolo, i cui burattinai finanziano campagne elettorali sempre più costose, puntando su fastose coreografie, che fanno estrema attenzione persino ai tempi delle pause fra una frase ad effetto e la successiva, alle espressioni del volto ed ai gesti, come consumati guitti da avanspettacolo.
Quello di Marie George Buffet é un linguaggio semplice e diretto, molto distante dal politichese dei candidati « maggiori », più occupati a nascondere il loro vero programma antipopolare che ad illustrarlo con parole semplici, accessibili ad un elettorato stanco di fumisterie e di slogan vuoti di contenuto.
Si tratta sostanzialmente dei 125 punti del programma dei Collettivi della Sinistra antiliberista, frutto della discussione alla quale Marie George Buffet ha partecipato e contribuito fino a quando é stato possibile sperare in una candidatura unitaria dell’imponente schieramento che nel 2005 aveva conseguito un risultato che sembrava impossibile : sconfiggere l’Europa di Maastricht !
Purtroppo i tre rappresentanti dei tre partitini trotskysti hanno preferito avanzare ciascuno la propria candidatura ed il sedicente titolare del diritto di dare una voce a tutti coloro che non ce l’hanno, José Bové, ha fatto lo stesso.
Un grande successo elettorale di Marie George Buffet e di quella parte della sinistra che non ha accettato la logica del pensiero unico é condizione non solo perché venga sbarrata la strada alla destra presentabile o francamente neofascista, xenofoba e razzista ma perché gli ardori neoliberisti e filoblairisti di un eventuale governo socialista vengano adeguatamente raddreddati da una sinistra forte e portatrice di una vera alternativa di società.
Parigi, 1° aprile 2007
Giustiniano Rossi