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IL PAESE DI PULCINELLA

Publie le sabato 7 gennaio 2006 par Open-Publishing
9 commenti

Il Paese di Pulcinella

da L’Unità di Michele Ciliberto

Berlusconi - Dispiace dirlo: ma l’Italia è veramente il paese di Pulcinella. Silvio Berlusconi - l’incarnazione del più gigantesco conflitto di interessi e di poteri che si sia visto nelle società moderne dopo Montesquieu, la Rivoluzione francese e il Codice civile napoleonico - ha preso la parola per dire che l’intreccio di politica e affari è una cosa assai grave e che esso va combattuto con determinazione. Si potrebbe pensare a una sana, quanto tardiva autocritica, ma non è così. Per il presidente del Consiglio sono le cooperative e i Democratici di sinistra che vanno messi sotto processo ed educati ai principi della democrazia moderna che essi non conoscono, come mostrano le vicende dell’Unipol e del suo ex-presidente Giovanni Consorte. A parlare è lo stesso Berlusconi che, come è noto, ha costruito tutte le sue fortune economiche e politiche facendo dell’intreccio di affari e politica il centro propulsivo di tutta la sua carriera - prima come imprenditore, grazie all’appoggio di pezzi importanti di quella che furono la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista; poi come politico in prima persona, attraverso il varo di una serie di leggi ad personam che, cancellando o mandando in prescrizione reati assai gravi, ne hanno garantito la sopravvivenza politica, consentendogli oggi di dare lezioni di moralità pubblica alla sinistra. Il paese di Pulcinella, appunto: solo in Italia è possibile assistere a spettacoli di questo genere, con un capovolgimento dei ruoli in commedia che farebbe sorridere, se non indignasse.

Quando si farà la storia dell’Italia contemporanea bisognerà dedicare largo spazio a Berlusconi e al berlusconismo e sforzarsi di vederne la genesi che va collocata dopo il 1989, la caduta del muro di Berlino, il tramonto della funzione dell’Italia come decisiva marca di frontiera tra Oriente ed Occidente, la fine della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista. Nel fare questo bisognerà evitare “la notte in cui tutte le vacche sono nere”. L’intreccio di politica ed affari che è l’anima del berlusconismo è stato reso possibile dalla crisi della cosiddetta prima Repubblica e dalla politica di Bettino Craxi, al quale Berlusconi deve larghissima parte della sua fortuna economica e politica; ma è sbagliato confondere l’uno con l’altro, come è un errore molto grave mettere sullo stesso piano personaggi della vecchia Dc e il personale politico del berlusconismo, anche se, in qualche caso, c’è una continuità a livello di uomini e anche di ministri. Qualunque sia stato il giudizio che si voglia dare su di lui - e che dovrà essere equanime - Craxi è stato un uomo politico, Berlusconi no: appartiene a un’altra razza. Si compiace di fare l’elogio dell’antipolitica che, in ogni caso, è una forma della politica, ma con la politica Berlusconi non ha niente a che fare. Se dovessi darne una proiezione storica, direi che è un “personaggio” dell’epoca di Luigi Filippo, che come motto aveva il programma nel quale si condensa la vita di Berlusconi: «arricchitevi!». Fra le responsabilità più grandi dell’attuale presidente del Consiglio ce ne sono due: avere distrutto la politica e il dibattito politico, abbassando in modo mai visto il livello del personale politico - a cominciare da quello dei suoi parlamentari, considerati “addetti” al suo servizio -; avere deformato, fino al grottesco, il rapporto fra esecutivo, legislativo e giudiziario con l’elezione in Parlamento dei suoi avvocati di fiducia e con la nomina di uno di essi, addirittura, alla Presidenza della Commissione che si interessa della riforma delle leggi. È un paradosso della storia recente italiana: in una sorta di eterogenesi dei fini, Berlusconi è quello che più si è giovato dell’azione dei giudici contro la politica: senza Tangentopoli la sua ascesa sarebbe stata impossibile. Salvo iniziare contro la magistratura una lotta implacabile, una volta preso il potere (per via democratica, s’intende). Al suo livello Berlusconi è la verifica vivente dell’attualità della “critica della democrazia” di Tocqueville.

Con la politica Berlusconi non ha niente a che fare, non è un politico: si muove solo e soltanto nella sfera degli interessi privati, personali; è fermo al livello della “società civile”, non è mai salito - non gli è mai interessato - al livello dello Stato. Che un personaggio di questo tipo osi oggi dare lezioni alle cooperative e ai Ds, ergendosi a coscienza morale del paese, ecco: questo è possibile solo nel paese di Pulcinella.

Ma quando si farà questa storia, occorrerà anche mettere in evidenza gli effetti che il berlusconismo ha avuto sulla generale vita del paese, sulla sua costituzione interiore, sul suo ethos. E sono stati effetti dirompenti. Il berlusconismo ha inciso sui caratteri della nazione, sui comportamenti individuali, sugli stili di vita, su quella dimensione complessa del vivere civile che sono i “valori” in cui una comunità si riconosce. Lo ha fatto - è questa la ragione del suo successo - intrecciando modernizzazione e arretratezza: in Italia, con il berlusconismo si è avuto il singolare fenomeno di una regressione sostanziale che si è intrecciata con forme perverse di modernizzazione, connesse alle nuove esigenze - e alle nuove aspettative di vita - che sono proprie degli individui delle società contemporanee. È difficile comprendere la storia italiana di questi anni - e anche di queste settimane - se non si tiene conto di quello che il berlusconismo ha rappresentato, facendo sentire i suoi effetti in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, trasformando in senso comune la persuasione che la legge sia un optional, che sia possibile rifarla a seconda dei propri interessi, che non ci siano vincoli giuridici insuperabili e che tutto sia permesso. Negli ultimi dieci anni si è diffusa l’idea che la nostra società sia una sorta di Far West in cui l’unico valore è l’interesse personale e l’unico principio è quello dell’arricchirsi pagando “qualunque prezzo”, se è necessario. Solo nel paese di Pulcinella è possibile far finta di dimenticare cosa è stato il berlusconismo, mettendosi a parlare delle cooperative come se fossero una sorta di mela marcia da sanare.

Le cooperative sono una grande risorsa dell’Italia, un pezzo fondamentale di quella che Norberto Bobbio chiamava «l’Italia civile». Non sono un patrimonio né del Pci né dei Ds, sono un pezzo importante del movimento riformatore, socialista e cattolico, di questo paese fin dall’inizio del ‘900. E molto prima di quanto abbiano fatto i dirigenti storici della sinistra, esse hanno saputo riconoscere il valore del mercato contribuendo, con politiche concrete, a riformarlo in senso moderno. Questo non toglie - anzi rende più gravi e più acute - le responsabilità politiche (non voglio dire quelle giudiziarie) di quei dirigenti dell’Unipol che, invece di restare fedeli allo spirito cooperativo, hanno ritenuto di muoversi con una spregiudicatezza che è tipica dello “spirito del tempo”, ma che è estranea alla “missione” delle cooperative, ieri e oggi. Questo è il vero, gravissimo errore che è stato commesso: soggiacere alle regole, e allo “spirito”, dell’Italia berlusconiana.

Ma porre la questione in termini morali o addirittura personali, questo non ha senso. Il problema è tutto e solamente politico, sia per le cooperative che per i Democratici di sinistra. E non serve né agli uni né alle altre pensare di poter uscire da questa crisi riproponendo il tema della questione morale o della “diversità” pubblicando l’intervista di Enrico Berlinguer ad Eugenio Scalfari. Tutto è cambiato rispetto a quei tempi.

Oggi i punti politici essenziali sono due: ridefinire i rapporti tra Democratici di sinistra e cooperative in modo nuovo, sulla base di una reciproca - e praticata - autonomia; proporre leggi che assumono la legge e, in primo luogo, la trasparenza senza aggettivi come “principio” fondamentale del mercato e dei rapporti tra politica e imprese, consentendo alle cooperative di procedere nella loro missione e ai partiti di svolgere il loro ruolo, nel loro ambito, senza tifare né per l’ “uno” né per l’ “altro”, anzi senza neppure entrare nello stadio.

Quello che bisogna riuscire a fare in questi giorni è risalire dagli effetti alle cause, dagli errori a ciò che li ha generati, uscendo dalla difensiva, additando quelli che sono i termini reali della questione, indicando i responsabili della “crisi” italiana, rimettendo sui piedi un mondo che, in questi giorni, appare capovolto. Ma tutto questo sarà impossibile se non si lavora, giorno dopo giorno, a una profonda riforma dello “spirito pubblico” di questo paese, facendo forza sulle energie etiche e politiche che si sono sprigionate da quella eccezionale esperienza che sono state le “primarie”. Bisogna contrastare lo “spirito del tempo”, assumendosi tutte le proprie responsabilità: questo è il problema - etico e politico - di fondo: se i dirigenti dei Ds e delle cooperative sapranno fare questo - parlando un linguaggio di verità - saranno capiti e seguiti dalla loro gente. E, finalmente, manderemo a casa Pulcinella.

http://www.articolo21.info/rassegna.php?id=2961

Messaggi

  • Giustamente dovevamo temere il berlusconismo piu’ di B.
    Molti mi chiedono: e a questo punto, per cosa voti? A parte che i Ds li ho abbandonati da quel po’, giro la domanda a chi vorrebbe votarli ancora.
    C’e’ un motto che vorrei ricordare, di Aristotele. Quando lascio’ Platone, che gli era stato maestro, per fondare una scuola sua molto diversa, disse: "Platone mi e’ caro, ma molto piu’ cara mi e’ la verita’".
    Io credo che dalle inchieste debba uscire ancora tanto e che della verita’siamo lontani.
    Riguardo al voto, ho sempre avversato l’astensionismo, e la situazione attuale mi pone delle riflessioni.
    Aspetterei a vedere come finiscono le indagini della magistratura e chi risulta implicato e quanto.
    Per ora sappiamo solo che ci sono dentro quasi tutti (B. in prima linea) e dobbiamo vedere quanto.
    Vedo che l’Unita’ ha scelto la linea innocentista ma temo che sia poco difendibile (e poi tanti come me si sono scozzonati coi DS per errori ben piu’ gravi).
    Ormai siamo al punto che un partito deve provare la sua innocenza, non la sua colpevolezza.
    Al momento nel centrosinistra ci sono partiti che ’non’ risultano ’ancora’ inciuciati e corrotti, ma siamo solo agli inizi delle inchieste e non sappiamo come andra’ a finire.
    Aspettiamo a dire si’ a questo o a quello. Ricordiamoci che noi, di cio’ che avviene dietro le quinte, sappiamo poco o nulla.
    Ora nel marcio non c’e’ Rifondazione, ne’ i Comunisti Italiani di Diliberto, i Verdi nemmeno, non c’e’ Di Pietro, non ci sono i radicali e potrebbero esserci altre liste, ne’ il Psdi ne’ Mastella, ne’ Rutelli (forse).
    Partiti da votare ce ne sono e magari anche migliori come programmi, anche mettendo i DS in sospensione finche’ non avranno liquidato d’Alema e la sua contaminazione neoliberista e finche’ non riprendano a difendere lo stato sociale, la pace, i deboli, il lavoro, la costituzione, la democrazia allargata, la separazione dei poteri, con la massima pulizia e trasparenza.
    La situazione e’ incerta, tanto che le societa’ di sondaggi non sanno decidersi se il marcio dell’Unipol fruttera’ ai DS un calo di consensi oppure no, ne’ dove questi voti andranno, il che vuol dire che l’elettorato e’ incerto e non ha ancora deciso. E poi c’e’ sempre uno zoccolo duro che pensa che tutto sia solo una manovra di B per infangarli.
    Ripeto: molto dipendera’ da quel che scaturira’ dalle inchieste. Si e’ dissolto il Craxismo, potrebbe dissolversi anche il dalemismo.
    Il sospetto e’ di essere in una tangentopoli peggiore della precedente, perche’ nella prima i partiti rubavano agli imprenditori, ora imprese e partiti sono consociati per rubare direttamente a noi.
    Ma vedere la reputazione del mondo politico dipendere dalle inchieste pesantissime della magistratura non e’ molto edificante.

    La posizione della Unipol si aggrava di ora in ora, ma non e’ che, col nuovo molto discutibile presidente, le cose miglioreranno, cambieranno solo le banche di riferimento (ora il Monte dei Paschi di Siena).
    Intanto la OPA diventa inafferrabile, mancano addirittura i soldi per farla (sarebbero forse venuti da qualche malaffare che la magistratura ha interrotto?).
    In parallelo risulta sempre piu’ evidente la commistione nel pasticcio di Livolsi, emissario di B., ben felice di tirare nei suoi immondezzai i DS, con cui fa affari non si sa da quando. Livolsi... Grillo....il tesoriere dei DS... Se sapessimo tutto l’intreccio, potremmo anche capire come mai in 5 anni di governo di centrosinistra il conflitto di interessi non e’ mai arrivato in Parlamento!
    Insomma una mano lava l’altra, ma, quando sono tutte e due sporche, non e’ guardando la sporcizia della sinistra che si salva quella della destra e risulta imbrattato l’intero paese.
    Per cui, data la situazione, chi si rallegra dell’immagine a pezzi di Fassino-D’Alema, farebbe meglio a ridere poco, perche’ chi ci va di mezzo siamo noi, cioe’ l’Italia.

    Come da siparetto fisso, il massimo burattinaio viene fuori a esecrare l’intreccio tra affari e politica, come se nella sua vita avesse fatto mai cose diverse. Tipicamente, ogni volta che si trova in un reato, lo rimpalla all’avversario in una magnifica reazione proiettiva! Un Craxi all’ennesima potenza perche’ con alleati piu’ feroci e potenti.

    Intanto le Coop si sbranano tra loro in dissensi interni, alcune non erano affatto a favore della scalata, mentre qualche raro politico fa qualche raro distinguo.
    Prodi tace. La pseudo-chiesa , grande protettrice di veri furbetti pseudo-santi e di banche pseudo-cattoliche, si e’ zittita, e dal gran male e’ nata il piccolo sollievo che da qualche giorno il cardinal Ruini non si sente.

    Noi stiamo mettendo da parte le monetine con l’amaro in bocca.
    Qualche testa calda le bombe a mano.
    Ma l’erba cattiva ricresce senza guardare alle recinzioni e non la spunti nemmeno col diserbante.
    Vedi il craxismo rinato piu’ rampante che mai con B.

    Intanto i puri della sinistra, le brave persone, gli idealisti, piangono calde lacrime.
    Ma io tutta questa questione di verginita’ infranta non la capisco nemmeno, e’ come uno che, dopo aver visto la sua amata folleggiare coi peggiori ceffi, si meravigli che ci e’ andata anche a letto! Dov’erano quando D’alema faceva a pezzi lo stato sociale svendeva i lavoratori europei alla Bolkestein o plaudiva a Bush o andava alle messe di Escriva’? E che fa Prodi di diverso?
    Queste persone che cascano dal pero, che pena...
    Ma se perfino Moro il santo aveva incettato 200 milioni (di quei tempi!) in Svizzera!
    Ma davvero qualcuno credeva che il buon Greganti avesse salvaguardato un nome intonso?
    La fede e’ dura a morire. E il senso critico, dove c’e’ troppa fede, non nasce nemmeno.
    La fede e’ l’oppio dei popoli e non fa conto che ci sia una statua o un capo partito.
    Magari avessimo sentito parlare di ideali infranti ai tempi dello scandalo ambrosiano! (8 morti, 150 milioni di dollari ripianati solo dall’Enel e dalla Bnl, la scoperta che il papa brigava con le sue finanze per coartare governi dell’Est o del Sudamerica, di nuovo i perversi rapporti tra IOR e P2.. come adesso).
    Com’e’ che allora nessun cattolico si disilluse sulla moralita’ della Santa Sede e ora, per una barca o un rapporto vizioso tra Unipol e corrotti vari, i compagni ’comunisti’ fanno tanto can can?
    Forse che la moralita’ cattolica si vende piu’ a buon mercato di quella di sinistra?
    Ma li avete visti come sono pronti tutti a pararsi il culo!? come hanno gridato come un solo uomo contro le intecettazioni!? Ma se perfino Ruini le ha demonizzate!
    Alla faccia della moralita’! Le cose si possono fare, ma non si devono sapere! Chiesa in testa.
    Qui chi e’ senza peccato scagli la prima pietra.
    Altro che programmi!
    O questione morale, o niente!

    Io penso che una buona doccia fredda faccia bene a tanti illusi. Di fanatismi a senso unico ce n’e’ in giro sempre troppi! E nella Cdl non hanno nemmeno cominciato a farsi due autocritiche!
    Idealismo va bene, ma salami sugli occhi e scambiare ideologie per chiese e dichiarazioni di segretari per dogmi o cavalieri e regatori per santi... questo e’ da pazzi!
    Papa’ Natale non e’ mai esistito. Benvenuti nel mondo dei grandi!
    Se si deve crescere, cresciamo! Meglio tardi che mai.
    Un po’ di sano senso critico fara’ bene a tanti, cattolici come forzisti, come diessini.

    Ma dei fanatici della Cdl che ora gongolano non so che farmene. Gente senza giudizio!
    Se amano il crimine, la menzogna, il totalitarismo, la distruzione di questa democrazia, la mafia, l’affarismo corrotto e la P2, non ci saranno prove di crimini bastanti a cambiarli, resteranno dei tarati e dei delinquenti per sempre, dunque non legittimati a parlare di moralita’ e di onesta’!
    Se non hanno capito fino adesso non saranno capaci di capire mai. A’ la guerre comme à la guerre, e chi se ne fotte della moralita’! E’ gente che va spazzata via! Del resto quando, con le leggi ad persona e le prescirizoni a go’ go’, se ne vengono a dire che, finche’ uno non e’ condannato al 3° grado, e’ innocente..?! Ma via!!! Non c’e’ faccia che tenga!!!
    La maggior parte di noi e’ rimasta a infatuazioni adolescenziali. E crede che la politica sia un’adesione di fede, un innamoramento fisso qualunque cosa accada, un matrimonio senza divorzi e senza riconoscimento delle corna. Ma si puo’...?

    Io invece dico: la fede bisogna averla nei valori, non nei delegati.
    Prima si comincia a fare questa distinzione, prima entreremo nel mondo degli adulti.

    Vorrei pero’ riportare quel che ha appena detto Daniele Capezzone al suo convegno, io non sono radicale ma le sue parole mi hanno colpito:

    "Dopo tutto, quali erano le condizioni che hanno portato alla crisi l’Argentina?

     un deficit alle stelle
     incroci pericolosi tra banche e imprese
     banca nazionale inaffidabile
     zero fondi alla ricerca
     corruzione dei partiti"
    ..
    Se amassimo di piu’ l’Italia, cioe’ il nostro futuro, e un po’ meno le consorterie di partito, e’ di questo che ci dovremmo preoccupare, non delle figure di m..a di D’Alema e Fassino, che, in confronto a quelle di B. e dei farabutti che lo circondano, sono ancora niente!

    Ora io vi chiedo: che cosa ha permesso all’Argentina di risollevarsi? I partiti? La Chiesa? La Banca Mondiale? Il WTO?

    O sono stati loro stessi?

    viviana

    • Questa telefonata di Fassino,fornita al Giornale dalla guardia di finanza dietro ordine di Tremonti,ha raggiunto l’obiettivo dei mandanti.I Ds perdono nei sondaggi 13% dei loro consensi.
      Questo significa che la lezione di politica etica che ora berlusconi non ha vergogna di rivendicare per sè,trova sensibili gli italiani che chiudono gli occhi davanti ai crimini provati di berlusconi ma reagiscono indignati davanti alla campagna "di moralizzazione" lanciata da IL Giornale" di Berlusconi.

      Berlusconi,che ha arraffato tutto quello che c’era da arraffare con le sue leggi ad personam,è ora sorto inchiesta per riciclaggio danaro sporco,falso in bilancio,frode,corruzione di testimone.Ma tutto questo è ritenuto normale da un Paese da lui portato verso la rovina economica e lo smantellamento dell’etica pubblica.
      E’ berlusconi,il furbo bandito per antonomasia che ha preso il potere e che molti vorrebbero imitare
      Quindi è normale che i suoi processi occupino appena una riga in qualche giornale e che poi spariscano nel nulla.
      Lui può intascare tutti i milioni che vuole dalla banca di Lodi.Nessuno dice niente.
      Se è il re della truffa,cosa può altro fare se non truffare?
      Quindi non scandalizza nessuno e probabilmente il popolo bue lo rieleggerà ancora.
      Ma berlusconi non divide il suo bottino dell’Italia con nessuno
      Ci pensino coloro che sperano di approfittare delle sue capacità predatorie e di camuffamento:berlusconi lascia le briciole del suo bottino italico solo a chi si mette sotto il suo tacco
      Patrizia

    • Cara Patrizia, cerchiamo di non essere ridicoli.

      Come fanno i D.S. a perdere il 13% nei sondaggi quando mediamente non hanno mai raggiunto il 20% ?

      A sentire Repubblica, avrebbero perso un 1% scarso a favore della Rosa nel Pugno e, in misura minore, di Rifondazione. Senza quindi alcuna conseguenza nella differenza tra i due poli, che vede il centrosinistra in vantaggio sempre del 7-8%.

      Se fosse veramente cosi’, a D’Alema e Fassino sarebbe andata "di grasso", molto meglio di quello che effettivamente, a mio giudizio, meritano.

      Ma, senza voler ripetere quanto gia’ detto in altri commenti, il problema non e’ soltanto "elettorale", ma questa vicenda bancaria, con i suoi spudorati aspetti "bipartisan"- che personalmente denuncio qua sopra da luglio, scazzandomi con un sacco di gente, te compresa - rappresenta purtroppo la "cartina di tornasole" di quanto il "berlusconismo" abbia pesantemente fatto breccia anche nel cosiddetto campo avverso.

      E non solo questa vicenda bancaria, ma anche le implicazioni "di sinistra" in cose come la Tav e il Ponte di Messina, per non parlare poi delle imprese dello sceriffo Kofferati in quel di Bologna.

      D’accordo sulla assoluta imprescindibilita’ di cacciare Berluskaiser e la sua banda di grassatori, ma qualcosina da dire su quello che avverra’ dopo, come "popolo di sinistra", avremmo pure il diritto di formularla ? O no ?

      Tanto piu’ che penso che, se non si fa assoluta chiarezza su quello che e’ di destra e quello che e’ di sinistra, c’e’ pure il rischio che, nella logica del "tanto sono tutti uguali", Berluskaiser riesce anche a vincere di nuovo.

      E, francamente, i comportamenti dei D.S. in questo frangente sembrano tutti tesi a somigliare nel modo piu’ allucinante a Berlusconi.

    • Che si volesse un paese fondato sul lucro avremmo dovuto vederlo quando la sinistra ci convinse che il maggioritario era meglio di un proporzionale alla tedesca.
      Quel bipolarismo era perfetto per la plutocrazia statunitense, mentre i piu’ evoluti e democratici paesi europei lo rifiutavano e da noi avrebbe prodotto solo una democrazia falsa e un equilibrio fasullo, dove anche un partito piccolo come la Lega avrebbe potuto rovesciare tutto, mentre i due partiti maggiori sarebbero diventati uno il peggiore e l’altro il suo clone.
      Ci dissero che avremmo avuto finalmente governi piu’ stabili.
      Non ci dissero che ci sarebbe stata meno democrazia, sarebbero aumentati gli inciuci, l’appiattiamento del sistema e la lontananza dal popolo.
      Ne’ che la propaganda in un sistema maggioritario all’americana avrebbe portato al potere solo il magnate piu’ forte, con un dispendio notevolissimo di fondi e una situazione di propaganda permanente, dove l’immagine del singolo premier diventava tutto, col massimo della personalizzazione e l’ideologia politica diventava un nulla, col minimo della democrazia.
      Ne’ che le elezioni le avrebbe vinte (come in America) il piu’ ricco e il piu’ corrotto, che i due schieramenti sarebbero diventati come due bottiglie contenenti lo stesso vino scadente con diversa etichetta, che nessuno dei due si sarebbe curato dei bisogni dei cittadini ma avrebbe vinto chi controllava i media.
      Ne’ ci dissero che le antinomie sarebbero state solo di facciata, riducendosi la politica a scambi di favori lucrosi, mentre, dietro la rissa apparente, due gruppi sempre piu’ omologhi (all’americana) avrebbero fatto patti tra loro contro di noi.
      Non ci dissero che un bipolarismo per ricchi avrebbe ridotto le classi deboli a una subalternita’ senza diritti a cui essi avrebbero reagito con l’arma fallimentare dell’astensione.
      Ora, di forza, ripropongono il proporzionale, ma quello di adesso e’ una truffa, congegnata dal piu’ forte per ipotecare ogni futuro.
      viviana

    • Da un sondaggio che ho letto stamattina i Ds perdono circa un milioni di voti,che non vanno a destra,dove c’è il peggio della corruzione,ma risultano dispersi o astenuti.
      La differenza tra destra e sinistra può anche essere questa:gli elettori di sinistra s’indignano giustamente se i loro leader si comportano da farabutti,quelli di destra al contrario ne sono fieri.
      Detto questo,quale attendibilità può avere il Giornale che presenta una telefonata di Fassino giudicata non rilevante dalla magistratura?Il Giornale di berlusconi è lo stesso che aveva orchestrato la trappola Telekom Serbia e che è stato condannato per diffamazione di Ilda Boccassini e della CGIL.
      E’ un esperto in diffamazione:mira ,secondo il piano di berlusconi,ad attirare gli indecisi che dicono:sono tutti uguali.
      La mattanza contro i Ds è partita.Se ne avvantaggia berlusconi che spera ancora una volta di ottenebrare le coscienze e abbindolare l’opinione pubblica,facendo dimenticare i suoi processi e i miliardi di euro elargiti dalla banca di Lodi a Medusa e alla sua famiglia.
      Perchè nessuno in Italia deve sapere quanto segue,perchè i giornali non ne parlano?

      """L’ammissione di Fiorani negli interrogatori del fine settimana:
      il sottosegretario ci indicava i politici da finanziare

      "E’ Brancher il nostro uomo a Roma"

      L’avvocato di Fazio a consulto dai pm
      Interrogato ieri Zulli, il commercialista di Gnutti
      di LUCA FAZZO e MARCO MENSURATI

      Aldo Brancher, uomo di collegamento tra Lega e Forza Italia

      MILANO - Non sarà un’altra Mani Pulite, ma lo schema gli assomiglia
      parecchio: battere il ferro finché è caldo, non dare il tempo di orientarsi
      ai personaggi che finiscono sotto inchiesta, non lasciare passare giorni e
      neppure ore tra le nuove scoperte e il loro approfondimento. E così, mentre
      è ancor fresco l’inchiostro sui verbali riempiti da Gianpiero Fiorani nel
      suo weekend di interrogatori a getto continuo, la Procura milanese fa
      scattare due operazioni alla caccia di riscontri: mentre uno dei pm, Eugenio
      Fusco, si fionda in Svizzera alla ricerca dei conti di Fiorani e di altri
      affari del clan guidato dal banchiere lodigiano, a Palazzo di giustizia
      viene convocato e torchiato un commercialista bresciano: è Claudio Zulli, il
      professionista di fiducia di Emilio Gnutti, ma anche l’uomo di collegamento
      dell’entourage di Fiorani con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti;
      Zulli avrebbe garantito - secondo alcune intercettazioni - l’appoggio del
      ministro alla operazione Unipol-Bnl, del cui prospetto egli stesso era
      l’estensore.

      Anche in Procura, naturalmente, la giornata è segnata dall’evento delle
      dimissioni di Antonio Fazio dalla carica di Governatore. I magistrati non
      hanno avuto bisogno del televideo: a portare loro la notizia è stato
      direttamente l’avvocato di Fazio, Franco Coppi, salito a Milano a presentare
      la lettera di nomina e a tentare un abbozzo di dialogo. È stato Coppi ad
      annunciare alla squadra del procuratore aggiunto Francesco Greco che
      l’inquisito eccellente aveva scelto di fare un passo indietro. Ma non è
      detto che la resa di Fazio ammorbidisca il trattamento della Procura,
      soprattutto se dovessero trovare altri risconti le dichiarazioni con cui
      Fiorani ha pesantemente chiamato in causa Fazio nei due interrogatori in
      stato d’arresto.

      Ed è sul contenuto di questi interrogatorio che continuano a trapelare
      dettagli forieri di sviluppi interessanti. Il principale riguarda la figura
      di Aldo Brancher: uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, sottosegretario alle
      Riforme, ufficiale di collegamento tra Forza Italia e la Lega Nord. A carico
      di Brancher erano emersi una serie di affidamenti da parte della Banca
      Popolare di Lodi: per un totale di 400 mila euro, 300 mila dei quali
      provenienti dal conto privilegiato intestato a sua moglie Luana Maniezzo.
      Nel suo interrogatorio, Gianpiero Fiorani ha fornito un elemento che
      potrebbe spiegare il perché di tanta generosità: era Brancher il misterioso
      "personaggio romano" che - secondo la testimonianza del manager Donato
      Patrini - indicava i politici che la Popolare di Lodi doveva finanziare.

      Dettagli significativi anche su un altro capitolo chiave
      dell’interrogatorio, quello dedicato ad approfondire i canali attraverso cui
      Fiorani e i suoi complici controllavano (o credevano di controllare, visti i
      risultati) eventuali inchieste ed intercettazioni a loro carico. Fiorani ha
      indicato con sufficiente precisione questo canale. E ha spiegato che a
      gestire i contatti con la "talpa" era Stefano Ricucci, l’immobiliarista
      romano che si trova già indagato per aggiotaggio.

      Molte domande, infine, sul ruolo del parlamentare di Forza Italia Luigi
      Grillo, strenuo difensore di Fazio: a Fiorani i pm hanno chiesto di spiegare
      il ruolo di Grillo a sostegno delle operazione di Popolare di Lodi, che nei
      suoi interrogatori a piede libero Fiorani aveva sintetizzato come una
      attività di "lobbyismo puro" a sostegno di una "grande operazione" quale la
      scalata di Bpl ad Antonveneta.""
      Patrizia

    • Quel sondaggio e’ stato largamente smentito e comunque anche un milione di voti e’ ben lontano dal 13% di cui parlavi tu.

      Comunque, e’ del tutto inutile che cerchi di convincermi del fatto che il centrodestra e’ implicato fino al collo nello scandalo bancario. Semplicemente lo so gia’.

      O che "Il Giornale" di Paolo Berlusconi o che "il Foglio" di Ferrara siano delle fogne, e’ cosa che mi e’ ovviamente arcinota.

      O che la telefonata di Fassino a Consorte NON HA ALCUNA RILEVANZA LEGALE ; sono stato io il primo a scriverlo qua sopra.

      Pero’ non provare nemmeno lontanamente a cercare di negare le immani responsabilita’ POLITICHE del vertice D.S. ( Fassino, D’Alema, Bersani) che "non potevano non sapere" dell’ inciucio bipartisan che si stava mettendo in piedi sulle tre scalate, l’ Antonveneta alla Lega, la Bnl ai DS ed infine la Rizzoli/Corriere della sera a Berluskoni.

      Rischio di ripetermi ma non posso che ribadire :

      1) i prestanome erano gli stessi in tutti e tre i casi ( Ricucci, Gnutti, Coppola, Caltagirone )

      2) l’arbitro "venduto" era lo stesso, Antonio Fazio

      3) i soldi erano, almeno in parte, gli stessi che giravano da una Opa all’altra, come dimostrano ampiamente gli "impicci" tra Fiorani, Gnutti e Consorte

      4) i soci "occulti" ( il che e’ un preciso reato penale, aggiotaggio) erano pure gli stessi in tutte e tre le Opa e cioe’, ALLA FACCIA DELL’ ITALIANITA’ che si pretendeva di difendere, le stesse banche tedesche, svizzere e giapponesi.

      Viemmi a raccontare che tutte queste coincidenze sono un caso e che i vertici DS, ed in particolare un volpone come D’Alema, non fossero consapevoli di tutto questo.

      Ma poi, soprattutto, con certe logiche non troppo dissimili da quelle di Berluskoni ( la forma di difesa e’ addirittura identica) come governeranno poi questi, una volta vinte le elezioni ?

      Che facciamo, giochiamo a fidarsi e dopo si vedra ?

      Oppure sara’ meglio che tutto il centrosinistra prenda precisi impegni, quelli che chiede anche Prodi, prima delle elezioni ?

      Qui ancora non si e’ andati al governo e c’e’ gia’ chi difende qualunque tipo di scelta, anche la peggiore, a prescindere ....

      Alla faccia dell’ autonomia intellettuale del "popolo di sinistra, alla faccia dell’ "altro mondo possibile" !

      Keoma

    • Non sono affatto contraria,anzi,che la sinistra prenda impegni precisi per la separazione della politica dagli affari.
      Ma non sono affatto d’accordo nell’operazione di mattanza mediatica dei ds ad opera della destra ,che tende a mettere sullo stesso piano tutte le malefatte,l’arricchimento illecito del capo del governo con l’errore politico di Fassino di interessarsi di banche ed essere accusati da Ferrara di prendere tangenti.
      Non sono d’accordo ad ignorare le somme incassate da berlusconi dalla banca di Lodi,ne il coinvolgimento dei membri del governo in questo affare.
      In un attimo si dimentica la rovina economica ,etica,istituzionale che la destra ha portato all’Italia.
      Col risultato di lasciarla ancora al potere ,a continuare nella sua devastazione

    • Perlomeno qui, non si dimentica proprio nulla.

      E sono pure profondamente comvinto che, a giorni, si conosceranno i nomi dei politici che hanno preso tangenti, anche da Consorte, in questa vicenda e sicuramente saranno tutti o comunque la stragrande maggioranza del centrodestra.

      Alcuni si conoscono gia’, e si tratta di ministri e sottosegretari del governo Berlusconi : Calderoli, Grillo, Brancher.

      Ma questo non cambia di una virgola il giudizio POLITICO piu’ che negativo sul comportamento dei D.S. in questa intera vicenda, all’ epoca dei fatti - quando tutto il resto del centrosinistra, le minoranze interne e i sindacati li imploravano di non mischiarsi a questa storia e D’Alema invece prendeva sprezzantemente per il culo gli interlocutori - e ancora di piu’ oggi quando sanno solo gridare al complotto e non entrare nel merito di errori allucinanti.

      Ammetto tranquillamente di essere particolarmente prevenuto nei loro confronti anche per l’essere stato coinvolto di persona, come dipendente Bnl e come sindacalista e uomo di sinistra all’interno di quella banca, nelle trame bipartisan del risiko bancario.

      Ma, nonostante la mia innegabile prevenzione, ero anche convinto che da luglio ad oggi, soprattutto dopo l’uscita delle prime intercettazioni ( a proposito, a sinistra nessuno si straccio’ le vesti per la pubblicazione di conversazioni amorose tra Ricucci e la moglie, anche queste di nessuna rilevanza legale ), che il gruppo dirigente DS avrebbe saputo porre rimedio agli errori.

      Facendo rinunciare Consorte all’ assurda e sin dall’inizio truffaldina Opa Unipol su Bnl, o quantomeno prendendone fortemente le distanze loro stessi come gruppo dirigente di partito.

      Cosi’ chiaramente non è stato ed e’ quindi sacrosanto che D’Alema, Fassino e Bersani paghino oggi un prezzo.

      Non vorrei che, continuando a perseverare negli errori, il prezzo lo facciano pagare a tutti noi, facendo rivincere le elezioni a Berluskoni.

      Francamente non credo, ma continuando su questa linea oggettivamente "berlusconiana" qualche rischio esiste.

      Keoma

    • "D’Alema ha affermato che i Ds "non sono colpevoli di nulla " !! A parte l’incauto avventurarsi nel paradosso grammaticale delle due negazioni che si elidono a vicenda, conferendo senso affermativo alla frase, ritengo che il presidente dei DS sia troppo intelligente e preparato per non rendersi conto che le sue argomentazioni lo stanno sempre più facendo apparire come uno che sta arrampicandosi sugli specchi. Allo stato attuale delle informazioni disponibili non pare che nessuno del gruppo dirigente DS abbia commesso illeciti penalmente rilevanti. Quello di cui D’Alema non sembra rendersi conto è il fatto che le contestazioni che gli vengono mosse sono di carattere politico. Il gruppo dirigente Ds, avvallando la scalata UNIPOL, ha definitivamente traghettato il partito al di là dello spartiacque ideologico che divide la sinistra dalla destra, approdando su una sponda che è quella propria del "labour party" di Blair e dei democratici USA.
      Il disegno è quello di formare un nuovo Partito Democratico neo-borghese, con l’appoggio "disinteressato" del gruppo dirigente dei capitalisti "illuminati" ( come li definisce Scalfari) e contrapposto al Polo berlusconiano dei capitalisti "cafoni" e "furbetti" !! I DS stanno cercando di proporsi come alternativa centrista a Berlusconi, offrendo ai citati capitalisti una diversa soluzione politica e consentendo loro di trovare di volta in volta il miglior partner a seconda delle evenienze politiche e del momento storico.

      ......L’obiettivo è un sistema politico imperniato su un doppio centro neoborghese nei due poli, che si alterni al governo del paese. Una specie di modernizzazione della teoria dei due forni, della quale i gruppi dirigenti del capitalismo intendono servirsi per restare al comando e gestire l’economia secondo le loro convenienze, utilizzando il centro-destra o il centro-sinistra in relazione all’evolvere del ciclo. Socialmente si tratterebbe di un partito unico bicefalo della classe capitalistica dominante, che per definizione escluderebbe dal governo del paese ( e da una rappresentanza politica indipendente e libera) le classi lavoratrici ed i ceti subalterni : il partito democratico. Secondo questo impianto è nel centro-sinistra l’asse portante di tale costruzione ......... ( dal Manifesto del 08/01/06 - Quercia e grande finanza, un amore non corrisposto - Paolo Ciofi )"
      MaxVinella