Home > IL PARLAMENTO LO FATE VOI
di Giovanni Frazzica
I quotidiani di oggi danno notizia dell’avvenuto accordo nell’Unione per
la ripartizione delle rappresentanze e dei fondi per la campagna
elettorale. Questi titoli mi fanno ricordare che andremo a votare con la
nuova Legge elettorale, quella che introduce le liste rigide senza
preferenze e, per una strana associazione di idee, mi viene in mente una
scena televisiva di qualche anno fa.
Vi ricordate di Nino Frassica? Una volta aveva una rubrica nella
trasmissione di Arbore, faceva la parte del “bravo presentatore” ed il suo
slogan era: il programma lo fate voi. Tra marche di cacao immaginarie e
finte telefonate il nostro eroe dissacrava alla grande il populismo di
certe emittenti che, attraverso l’intervento telefonico del pubblico,
creavano un clima di apparente partecipazione.
Ma quasi sempre, allora più grossolanamente, oggi in maniera più sofisticata, tutto è artefatto, è spettacolo, tutto è previsto, filtrato e controllato, con tanto di prove,
di copione, di tempi e di lacrime a comando. Ma per l’italiano medio,
soprattutto dopo cena, mentre stravaccato sul divano è in attesa di
diventare preda di Morfeo, questo simulacro di democrazia e di
partecipazione televisiva va benissimo.
Anzi, quando la fiction è di
livello, si diverte e si commuove anche. Ed è per questo che oggi il noto
comico messinese dovrebbe essere conteso da Polo e Ulivo per registrare un
video clip destinato agli elettori sul tema: il Parlamento lo fate Voi!
Sarebbe una bugia, come quella dei tempi di Arbore, ma più tremenda e più
grave perché interessa la vita vera degli italiani, la democrazia, la
libertà, l’utilizzo delle risorse, la definizione delle priorità, lo
sviluppo, la politica sociale, la giustizia, la scuola...tutto, interessa
proprio tutto. In effetti, oggi più di prima, il Parlamento, grazie anche
all’ultima sciagurata Legge-elettorale varata a maggioranza dalla Cdl, lo
fanno LORO! Lo fanno a tavolino, individuando con millimetrica precisione
i soggetti che andranno a ricoprire i seggi di Camera e Senato.
Lo fanno i
Segretari dei partiti (di tutti i partiti, perché fatta la legge, l’
inganno lo trovano e lo utilizzano tutti), coadiuvati ovviamente dai loro
apparati. Ci dovrebbero venire i brividi nel pensare che di questi
apparati che contornano le segreterie, avendo peraltro autorevolezza e
voce in capitolo, avrebbero potuto far parte, se non fossero stati mesi
fuori gioco dalle vicende giudiziarie, uomini come Previti e Consorte,
solo per citarne due a par condicio.
Ma i brividi ce li dobbiamo tenere
perché, probabilmente, oltre ai due succitati, di personaggi simili ce ne
sono tanti altri che ruotano, suggeriscono, promettono, interferiscono,
condizionano e brigano. Il Parlamento, la massima espressione della
democrazia rappresentativa, lo votiamo noi, ma lo disegnano loro. Il
cittadino, il militante, l’iscritto, sta al Segretario e all’apparato come
il muratore sta all’ingegnere e al suo geometra. Quindi, nella sostanza,
se la prossima legislatura dovrà essere definita come governata da una
democrazia rappresentativa, dovremo anche chiederci: RAPPRESENTATIVA DI
CHI?