Home > IMATRA
Regia: Corso Salani
Soggetto e sceneggiatura: Corso Salani, Vanessa Picciarelli
Direttore della fotografia: Corso Salani
Montaggio: Corso Salani, Vanessa Picciarelli
Interpreti principali: Paloma Calle, Corso Salani
Produzione: Vivo Film
Origine: Ita, 2007
Durata: 60’
Nel suo dubbio se questo né corto né lungometraggio confezionato per Locarno sia film o documentario Salani un risultato l’ottiene: non prendersi sul serio e dunque svicolare. Potrà sempre dire di non aver fatto né l’uno né l’altro, di voler fare una cosa e d’averci ripensato in corsa. Eppure non tanto la natura dell’ibrido chiamato Imatra è importante, anche perché di documentari che diventano film e viceversa le cineteche son piene. Né ci interessa categorizzare. L’angoscia amletica per il simpatico toscano potrebbe trasformarsi nella domanda su cosa voler fare nel presente e futuro. Nelle inquadrature imatriane alcune cose sono certe: la cittadina finlandese a due passi dalla Grande Madre Russia è un palese pretesto. Altro che “Confini dell’Europa” dichiarati con una certa prosopopea dal regista-attore, al Salani documentarista (se ne esiste uno) di quei luoghi probabilmente non importa un fico secco. Ne riprende confusamente scorci e fabbriche di carta, legname e acciaierie senza pretesa alcuna e dice fuori campo di non essere interessato alla materia industriale. Se si trattava d’una gag, non sappiamo se s’è capita. Comunque non importa, in fondo lui non sta facendo un documentario.
Allora seguiamolo nella minifinzione dell’amore perduto per la morosita Paloma, riparata in quelle lande per sfuggire all’ossessività dell’amante con cinepresa. Nelle romanticherie di quart’ordine ci sono attimi di sorriso, falsi pudori e siparietti graziosi. Ma anche lì c’è poca convinzione (non è una fiction, non esageriamo, dice Salani) torniamo a riprendere un po’ Paloma - mentre fa lezione di spagnolo o intervista il sindaco della city - e un po’ il paesaggio. E tutto sembra un filmino amatoriale alla Blady-Roversi. Insomma non potendo né volendo mostrare ossessioni amorose alla Verdone, sarà mica che Salani si propone come un Apicella del Terzo Millennio, narciso ma non troppo, gigione sotto le righe, così da risultare comunque misurato, simpatico, poco invasivo, e lo intuiamo solo ora? Se così fosse, avanti Corso un po’ d’arrembaggio anche senza strafare ma con un fine. Il fine unico che appare nelle riprese finlandesi sembra una celebrazione di sé proprio mentre esalta le qualità della dama perduta. Perduta per l’egocentrismo o le irrisolutezze?
Questo potrebbe essere l’intreccio del prossimo documentario-non documentario. Un noir dove si chiarisce cosa sia accaduto con Paloma e magari con qualcun’altra. La gelosia è sempre un magnifico condimento… Se Salani è così pertinace come sostiene chi lo conosce seguiranno altri progetti, altri angoli d’Europa e di mondo da usare per scrutare i propri ego ed ombelico. Forza Salani stai creando un personaggio e lo sai. Sarai l’Apicella del futuro anche se più dimesso, bravoragazzo e non isterico. Un pubblico di fan sta crescendo. Ma per favore, documentario o meno, fa qualcosa di cinematografico.
Enrico Campofreda, 27 agosto 2007