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IMPICCARE SADDAM?

Publie le lunedì 6 novembre 2006 par Open-Publishing

IMPICCARE SADDAM?
a cura di Paolo De Gregorio - 6 novembre 2006

Chiedo alle persone perbene: chi è più colpevole, colui che si chiama Bush padre, che di fronte alla rivoluzione komeinista (sciita) che sottrasse l’Iran al controllo americano, reclutò il sunnita Saddam, irakeno, lo riempì di tutte le armi più moderne, e gli fece fare per procura una guerra contro gli iraniani costata un milione di morti, o il servo Saddam che, anche se criminale e schiavo del potere e dell’ambizione, è stato un burattino manovrato dall’America e dal suo Presidente?

Chiunque voglia ignorare questi FATTI, che sono all’origine di tutti i problemi di quell’area, che per sua disgrazia è la più ricca area petrolifera del mondo, e non voglia riconoscerne la regia e le responsabilità, è complice dei veri assassini.

L’embargo deciso dagli USA dopo la prima guerra del Golfo, comprese (perché?) anche le medicine, e 500.000 bambini irakeni (dati Unicef) morirono per la mancanza di queste.

Non è questo un crimine freddo, voluto, cinico, infinitamente grave proprio perché originato da abbietti motivi di interesse economico e colonialista?
E non sarebbe giusta la pena di morte per questa strage?

Se ci fosse un Tribunale internazionale degno di questo nome, e costituito non già dagli equilibri politici che ci sono all’Onu, ma dalle più alte figure morali del mondo, l’America insieme a Saddam sarebbe sotto accusa per crimini contro l’umanità.

Il terrorismo è figlio di questo schifoso colonialismo, e gli odi che sono stati generati saranno difficilmente contenibili se gli occidentali non decideranno l’unica cosa intelligente che possono fare: far fagotto con i loro eserciti e le loro basi militari, e lasciare ai nativi ogni scelta che riguarda il loro sistema politico, le loro tradizioni e il diritto (liberale) di poter vendere il petrolio a chi vogliono e nella moneta che desiderano.

Personalmente non impiccherei nessuno, ma condannerei Bush padre e Saddam Hussein a guardare negli occhi, una per una, tutte le madri delle vittime delle loro guerre, e presumibilmente non li avremmo tra i piedi per i prossimi venti anni, pena che estenderei anche ai loro emuli Bush figlio, Blair e Berlusconi.

Paolo De Gregorio