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Il 17 ottobre contro il razzismo per non pagare la crisi

Publie le mercoledì 14 ottobre 2009 par Open-Publishing
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Il 17 ottobre contro il razzismo per non pagare la crisi

Sfruttamento su larga scala dei lavoratori e delle lavoratrici migranti, respingimento dei richiedenti asilo ai paesi di provenienza, contrasto militare delle imbarcazioni dei migranti nel mar Mediterraneo fino a farlo diventare il più grande cimitero d’Europa.

Ha preso forma un razzismo di matrice istituzionale che alimenta e amplifica una deriva securitaria, presente nel paese, che si traduce in più controlli, disciplina e repressione dei diritti e della libertà di movimento dei migranti. Il pacchetto sicurezza insieme a protocolli e regolamenti locali, di amministrazioni sia di centrodestra che di centrosinistra, introducono norme discriminatorie che rappresentano un salto di qualità nelle politiche sull’immigrazione.

In questo modo non si combatte la cosiddetta immigrazione clandestina, come sostengono i razzisti nostrani, ma si “produce” nuova clandestinità. Legare il permesso di soggiorno a un contratto di lavoro significa subordinare i diritti, la cittadinanza, la vita associativa, la presa di parola dei e delle migranti al mercato, allo sfruttamento del lavoro e delle vite di milioni di uomini e donne.

I nuovi lager denominati CIE ( Centro di Identificazione e Espulsione ) fanno il resto. Sono vere e proprie carceri, in cui i migranti sono considerati delle non-persone, soggetti a una legislazione speciale. Infatti l’introduzione del reato di clandestinità è funzionale a quella precarietà dell’esistenza strettamente connessa alla precarietà del lavoro dei migranti. Crisi economica e razzismo vanno di pari passo, far pagare la crisi ai lavoratori, ai precari, ai pensionati alimenta il razzismo.Si sta assistendo a un ritorno nella “clandestinità” di molti lavoratori e lavoratrici migranti che hanno perso il posto di lavoro ai quali è impedito nei fatti anche l’accesso ai servizi sociali fondamentali.

Fare “terra bruciata” attorno ai “clandestini”, in un paese che non prevede la possibilità concreta di ingresso regolare, non è uno slogan solo dell’estremismo xenofobo di stampo leghista ma una precisa scelta politica che applica conseguentemente la legge Bossi-Fini. Mai come in questo momento pesano le responsabilità dei governi di centrosinistra, con il supporto dell’ex sinistra radicale, per non aver abrogato quella legge razzista sono così pesanti ed evidenti.

Si è lasciato spazio al razzismo della Lega nord, diventato oggi uno degli strumenti per far pagare la crisi ai lavoratori e alle lavoratrici, innanzitutto migranti. Indicare i migranti come nemico principale serve a distogliere l’attenzione dalle responsabilità dei banchieri, finanzieri e speculatori.
E’necessario che si apra una nuova stagione dell’antirazzismo.

Il razzismo e lo sfruttamento del lavoro migrante passano ormai per una gamma di forme e modalità che vanno dalla quasi schiavitù ad una precarietà specifica dovuta al legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. C’è la necessità di ripensare forme politiche e sindacali che siano all’altezza dell’attuale attacco ai diritti dei migranti, per difenderli ma anche per conquistarne di nuovi. Aprire nuovi conflitti, sperimentare forme di partecipazione, contaminare culture, non pagare la crisi sono gli obiettivi che ci si deve porre.

Le reti dei migranti e antirazziste che in questi anni hanno puntato sull’autorganizzazione e la mobilitazione dei migranti sono chiamate a questo difficile compito. Un compito che si assume anche Sinistra Critica con la consapevolezza che la questione dei diritti e del lavoro migrante è una questione di classe per il moderno proletariato.
E’ per questo che la manifestazione nazionale del 17 ottobre a Roma diventa un appuntamento molto importante per rilanciare le lotte antirazziste e dei migranti.

movimento per la sinistra anticapitalista
www.sinistracritica.org

Messaggi

  • BISOGNA CHE CI DIAMO DA FARE PERCHè SIAMO STANCHI CHE LA CRISI LA PAGA SEMPRE LA POVERA GENTE E NON IL ’SISTEMA’ ECONOMICO-FINANZIARIO CHE LA CREATA GUADAGNANDOCI PURE!!! INVENDANDOSI LA CLANDESTINITà, IL RAZZISMO E L’OMOFOBIA PER DISTRARRE I ’’POVERI FESSI’’ CHE SIAMO NOI CITTADINI!!!CERCHIAMO DI ’’ABBOCCARE’’ E DI STARE UNITI CONTRO QUESTI ’’AVVOLTOI’’!!!!!!!!!!!!!!!!

    • La Sapienza respinge il razzismo - appello verso la manifestazione del 17 ottobre

      Il movimento dell’Onda dello scorso anno ha costituito una straordinaria novità nel nostro paese, esprimendo il protagonismo della nostra generazione: una generazione senza diritti che nell’agire quotidiano ha costruito forme di vita che rovesciano il segno negativo della precarietà, che la crisi economica definisce una volta per tutte come norma, imponendo la centralità delle lotte sulla formazione attraverso le pratiche e le parole d’ordine di un grande movimento del quale creatività e cooperazione hanno costituito il tratto più significativo. Quello che ci aspetta quest’anno è dunque tutto da inventare in quel solco aperto dalle mobilitazioni dell’Onda anomala...

      E siamo pronti a ricominciare!

      Il 17 ottobre a Roma si terrà una grande manifestazione antirazzista. Migliaia di persone, italiani e migranti, clandestini e seconde e terze generazioni che vivono e giorno dopo giorno producono ricchezza nei nostri territori scenderanno in una piazza segnata dall’urgenza della presa di parola immediata e molteplice contro la cultura razzista di questo governo. Una cultura fatta dell’ideazione e dell’approvazione del pacchetto sicurezza, della crudeltà dei respingimenti, delle politiche della Lega, della retorica dell’insicurezza che mira solo a imporre la paura del diverso come normalità, come prassi che apre la strada alle ronde, alle discriminazioni quotidiane nelle scuole e nelle università, nei posti di lavoro e nelle strade della nostra città.

      Noi studenti e ricercatori che viviamo quotidianamente la precarietà nelle nostre vite e la riconosciamo come tratto caratteristico della nostra generazione, la riconosciamo anche come tratto caratteristico di questa società in cui viviamo e vediamo nei migranti degli “alleati”, dei fratelli con cui condividere nuovi percorsi e con cui inventare nuove forme di sottrazione dal controllo di nuovi e vecchi dispositivi della governance, che nelle università come nella metropoli assume le sembianze di una normalità brutale, che non è la nostra. Quello che è accaduto la sera di lunedì 5 ottobre nella piazza del Pigneto è un’esempio inquietante dello stato di salute di una città come Roma: durante la serata, in una piazza gremita di persone, la Guardia di Finanza ha arbitrariamente perquisito, vessato, picchiato ed arrestato qualunque persona di colore si trovasse nei paraggi. Un episodio di vendetta e di razzismo, che purtroppo diventa “normale”, in una città in cui, di volta in volta e in differenti modi, vengono controllati o brutalizzati tutti quei soggetti, che le piazze le fanno vivere ogni giorno.

      La nostra normalità, invece, è la ribellione alla cultura dell’odio per il diverso e dello sfruttamento delle nostre vite, che dentro l’università producono dei saperi non perimetrabili dai piani di studio né dalle differenziazioni imposte dai dispositivi meritocratici o dai percorsi d’eccellenza. Questa normalità diventa anomalia nella costruzione di pratiche di cooperazione in cui sperimentiamo e agiamo il desiderio di libertà e di trasformazione di noi stessi e dei luoghi in cui viviamo.

      Studenti e migranti sono entrambi soggetti pericolosi per il potere, sono entrambi soggetti irrapresentabili e non rinchiudibili nei confini di categorie sociali da amministrare, riformare e respingere. Sono entrambi soggetti che più di altri vivono dentro la crisi e da troppo tempo ne pagano le spese, oscillando tra riforme imposte dall’alto e sanatorie, strumenti che di per sé rispecchiano la paura che il governo ha di quei soggetti, che più di altri esprimono la potenzialità e la determinazione a ribellarsi. C.Re.W. in Onda è un’anomalia nella galassia delle anomalie: vogliamo un futuro, un reddito slegato dall’ingresso nel mondo lavorativo che diventa sempre più un’astrazione nell’urgenza materiale del nostro vivere quotidiano, vogliamo la libertà di scegliere delle nostre vite.

      Come C.Re.W. in Onda abbiamo occupato Point Break, lo scorso luglio, uno studentato autogestito, un primo esperimento concreto di riappropriazione di reddito e di libertà. Come C.Re.W. in Onda crediamo, qui e ora, che sia giusto e necessario riprenderci ciò che è nostro, nelle università e nella nostra metropoli che vive di contraddizioni, di paure e norme, ma anche di linee di fuga, di luoghi da costruire con le nostre mani e i nostri cervelli, tutti insieme.

      Come C.Re.W. in Onda vogliamo partecipare al corteo del 17 e costruire la nostra partecipazione assieme a chi lo vorrà, a partire da una proposta. Nel nostro lavoro quotidiano, fatto di relazioni che lasciano il segno e ci fanno riscoprire il senso e la necessità di una progettualità costante abbiamo incontrato le reti migranti di Caserta, quelle che hanno avuto la determinazione di manifestare in migliaia a Castelvolturno lo scorso anno e che ogni giorno mettono a repentaglio le proprie vite per la conquista di un pezzo di carta chiamato Permesso di soggiorno. Territori ed esperienze geograficamente lontane dalle nostre, ma infinitamente vicine nella determinazione a riappropriarsi di ciò che ci è dovuto. Primo tra tutti la libertà di muoverci e di pensare al nostro futuro con gioia e prospettive.

      Insieme a loro abbiamo deciso di prendere parte alla piazza del 17, partendo tutti insieme da P.le Aldo Moro, luogo importante per noi come segno inequivocabile del nostro diritto di dissentire e di manifestare, per raggiungere la piazza da cui la manifestazione partirà per raggiungere con tanti altri Piazza San Giovanni.

      Insieme a loro vogliamo costruire le giornate che seguiranno il 17 perché ciò che vogliamo per noi e per tutti sono risultati concreti. Vogliamo l’ampliamento della sanatoria e il ritiro del pacchetto sicurezza perché offende la nostra dignità e perché non è altro che una guerra alla nostra intelligenza. Dove se non nelle Università dovrebbe prodursi un pensiero critico all’altezza di questa guerra? Dove se non dentro l’Onda anomala dovrebbero prodursi e riprodursi nuove anomalie eretiche che trasformano la realtà?

      Già lo scorso anno abbiamo manifestato contro Gheddafi, ospite del rettore nella nostra Università, già gli studenti dell’Onda bolognese hanno respinto Maroni e la sua ideologia xenofoba....ora si deve andare avanti, invadendo, di nuovo, le strade della nostra città. Il 17 ottobre l’onda studentesca e l’onda migrante respingono il razzismo e la xenofobia, per riappropriarsi della dignità, della città e dei diritti!

      L’appuntamento è per tutt* a Ple Aldo Moro il 17 ottobre alle ore 12 - SIAMO TUTT* CLANDESTIN* !!

      CREW in Onda - La Sapienza - Roma

      www.uniriot.org