Home > Il Centro di ricerca per la pace: Chi vota per la guerra è un assassino
Il Centro di ricerca per la pace: Chi vota per la guerra è un assassino
Publie le martedì 27 marzo 2007 par Open-Publishing1 commento
Il voto che il Senato della Repubblica dovra’ esprimere domani non verte
sulle alchimie del ceto politico italiano come la macchina propagandistica
degli assassini vorrebbe far credere. Verte sul proseguire la partecipazione
italiana alla guerra terrorista e stragista, immorale e illegale, o farla
cessare.
La scelta e’ tra la guerra e la pace, tra il sopprimere vite umane o
salvarle.
Chi vota per la prosecuzione della partecipazione italiana alla guerra
afgana vota contro la Costituzione della Repubblica Italiana e vota contro
quel primo diritto che fonda tutti gli altri diritti umani che a tutti gli
esseri umani la Dichiarazione universale del 1948 riconosce: il diritto a
non essere uccisi.
Chi vota per la guerra vota per il terrorismo.
Chi vota per la guerra vota per la commissione di omicidi.
Chi vota per la guerra e’ un assassino.
da NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 40 del 26 marzo 2007
Messaggi
1. Il Centro di ricerca per la pace: Chi vota per la guerra è un assassino, 27 marzo 2007, 13:07
Mi sembra che questo genere di fanatismo abbia poco poco a che vedere con la nonviolenza e tanto meno con la ricerca della pace, che presuppone innanzitutto il rispetto di chi la pensa diversamente e la necessità di comprenderne le ragioni anche quanco non le si condividono.
Nonostante qualche delirio presuntamente pacifista cerchi di far credere, il voto sul decreto per le missioni internazionali dell’Italia riguarda diverse situazioni non tutte omologabili. L’intervento in Libano ha consentito di mettere fine all’assassinio (reale) di tanti civili libanesi bambini compresi. L’intervento in Afghanistan è politicamente sbagliato perchè avalla la logica americana della guerra, ma bisogna anche dire che almeno finora non risulta che nessun afghano sia stato ucciso dalle truppe italiane.
Sarebbe facile ritorcere il discorso e dire che chi vuole il no al decreto e quindi il ritiro della missione ONU in Libano è complice dell’assassino dei tanti libanesi vittime dell’azione militare israeliana.
Ma anche questa sarebbe una semplificazione demagogica (benchè più vicina alla realtà di quella contenuta nel testo "nonviolento" sopra pubblicato).
Trovo inquietante l’irrazionalità e il fanatismo che emergono da questi interventi come altri che si ascoltano in questi giorni, anche se espressioni di gruppi probabilmente molto ristretti. Soprattutto perchè impediscono una discussione razionale su come costruire un movimento unitario per cambiare la politica italiana in Afghanistan. Purtroppo con i "Torquemada" del pacifismo ogni discussione diventa impossibile perché inutile.
Franco