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I politici sono come un club esclusivo, tipo il Capital Club Dubai, un gruppo in cui si pensa solo ai soci, ci si parla solo tra soci, si parla solo dei soci, esistono solo gli interessi dei soci, gli abusi, i furti, gli sprechi e le impunita’ dei soci, e questi si differenziano tra loro solo per minuzie, per es. uno eccelle a tennis nella battuta destra e uno in quella sinistra, persone infantili, ciniche, disumane privilegiate e viziate, per lo piu’ viziose, che si coprono i reati l’un l’altro, in nome di vantaggi innominabili, che capiscono solo l’interesse o il ricatto, e alla fine si auto-sostengono in una omerta’ criminale, ossequiate da stampa e cloni, imitate da stolti e servi, una consorteria mafiosa dall’ego elefantiaco e narcisistico teso solo ad accumuli stratosferici di potere, che conosce solo se stessa e si rispecchia solo in se stessa e per cui il resto dell’umanita’ e’ ciccia da cannone.
Contro questa cricca che domina e spopola arricchendosi sempre piu’ in modo infame esplode l’energia distruttiva del Fight Club, il mondo che sta la’ in basso e aspetta solo un organizzatore. Dapprima il Fight Club e’ un gruppo confuso e spontaneo che pratica la boxe clandestina, il che vuol dire che e’ fatto di carte spaiate che si fracassano i maroni tra loro per sfogare rabbia e scontento. Ma, cio’ facendo, il gruppo si rafforza, si fa i muscoli, e prim’ancora che ne sia consapevole, diventa un esercito di distruzione pura, il cui scopo si evidenzia sempre piu’ chiaramente nella distruzione del Capital Club Dubai, minando alle fondamenta questa sconcezza.
Quello che e’ bene intendere, prima della distruzione totale che puo’ sfociare nella autodistruzione, e’ che ognuno di noi e’ l’io conformista e intruppato che come una formichina regge il sistema stesso e ne e’ omologato, ma e’ anche potenzialmente il creatore del Fight Club, la violenza che distruggera’ il sistema quando avra’ trovato l’emento catalizzatore liberatorio, il non integrato creativo che non e’ radicato in nulla, nemmeno nella propria autodifesa; quell’elemento di rottura sara’ cio’ che permettera’ l’ab-reazione delle energie imprigionate e represse, l’esplosione violenta degli ultimi, e quindi la catarsi. La rivoluzione partira’ come sfogo muscolare puramente reattivo ma avverra’ come per un atto mistico.
"Nel Fight Club non era questione di vincere o perdere, non era questione di parole. Quelle grida isteriche erano raptus estatici come quelli in una chiesa pentecostale."
Anche noi siamo come quelli del Fight Club, gli ultimi degli ultimi, "Una volta leggevamo pornografia, ora leggiamo la politica". E per parafrasare il film omonimo: "Ogni volta che un aereo di politici s’inclina troppo bruscamente al decollo o all’atterraggio speriamo in uno schianto, in una collisione a mezz’aria, qualunque cosa. La democrazia salirebbe al triplo se qualcuno di loro morisse durante un viaggio".
I membri del Super Club ci dominano ormai in un modo intollerabile, il loro potere di coercizione ha prodotto forze di reazione che non sono oscurabili piu’ a lungo. Quanto piu’ essi opprimono e reprimono le energie che stanno in basso per fare i loro porci comodi e mantenere le loro sporche vite, tanto piu’ dal basso salgono energie fortemente esplosive per la legge del contrappasso che e’ una legge sociale e psichica che alla fine costituira’ la loro morte. Ma i membri del Super Club fingono di non saperlo, cercano di non vederlo, non possono che amplificare la loro azione di disintegrazione del mondo, e piu’ marciano nel marcio del loro Potere, piu’ il Contro Potere cresce, inconscio dapprima poi sempre piu’ esplicito e fatale.
I membri del Super Club non hanno distinzioni tra loro, sono finiti per essere, col tempo, una massa appiccicosa comune, unita nel Palazzo del Potere; essi vivono in una Casa Comune, una specie di Cosa nostra di alto livello, molto sciccosa in cui non si fanno mancare niente e in cui prosperano a vita e pensano solo ad aumentare di comune accordo i loro impunibili radicamenti, una casa ormai inutile alla Nazione quando non controproducente o addirittura nemica, in cui aumenta l’insostanzialita’ dei ruoli mentre cresce la copertura delle forme: "Che imbarazzo, una casa piena di condimenti e niente cibo".
Di ogni politico non si puo’ mai dire che sia un servitore dello Stato: "Piuttosto non sappiamo se sia un proprietario o un abusivo".
Il fondamento di questa assurdita’ perniciosa chiamata Potere e’ dato dalla miriade di lavoratori e cittadini che al Potere si asservono e che sono omologati dai Poteri del Compratore, moralizzati dall’Disetica dei Consumi, annichiliti dalla Mercificazione Sociale, secondo la regola “Tu sei quello che possiedi. “
Ma in questa massa molle e omogenea di sudditi, chiunque puo’ essere portatore, anche incosciente, di liberazione, chiunque indipendentemente da cio’ che e’ nell’aggregato molliccio del sistema, chiunque, nella notte della sua abulia, insonnia o disperazione, puo’ entrare nel Fight Club perche’ "Chi sei nel Fight Club non corrisponde a chi sei nel resto del mondo”. Il Fight Club e’ la parte di te che non ce la fa piu’ a sostenere lo schifo generale ed e’ sull’orlo della Rivolta Totale.
Noi vediamo anche troppo bene come costoro se ne infischino ampiamente se caschiamo sempre piu’ in basso, se l’economia va alla deriva, se l’etica pubblica e’ a pezzi e la sua mancanza sta disfacendo il mondo, se ne fregano se scendiamo nelle graduatorie europee o mondiali, se valori e diritti sono sempre piu’ calpestati e vilipesi e le massime autorita’ fanno a gara viscidamente a insultarli. Noi vediamo come costoro se ne infischino sfacciatamente della crisi economica, o delle valutazioni degli organismi economici internazionali, e come neghino sfacciatamente la piu’ chiara evidenza dei fatti come l acrisi o il disagio o la disperazione, con la pretesa di essere creduti e venerati nelle loro plateali bugie; vediamo come si siano esentati dal dare il minimo rendiconto ne’ finanziario ne’ morale ne’ politico ne’ coerente; vediamo come si siano arrogati la pretesa di non assumere mai per definizione alcuna responsabilita’ per i danni della loro conduzione fallimentare, per quanto pessima e deleteria essa risulti; vediamo come per ogni cosa che fanno o disfano si ammantino di una piena irresponsabilita’ e impunita’.
Praticamente il Super Club costituisce un eden a parte, cinico e disumano, vacuo e fatuo, irresponsabile, impunibile e impunito, correo e mafioso, inossidabile e perverso, estremamente nocivo al mondo e distruttivo di ogni nazione.
Non a caso B ha chiamato le cricche dei suoi adepti ’Club’, gruppi salottieri di persone che la pensano allo stesso modo, hanno gli stessi interessi venali e non servono assolutamente a niente quando non sono di danno alla collettivita’. Nel Super Club i problemi del mondo sono la’ fuori, arrivano poco e vengono attutiti dai media come da profonde lontananze.
Ognuno dei membri del Super Club fa suo il Vangelo del Possessore che si riflette sul Vangelo del Consumatore: “Omicidi, crimini, poverta’. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrita’ sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome d’un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie”.
Di qui l’esercito dei cloni, quelli che sperano in una promozione o in una identificazione, anche se, come dice Tylor: “Infilarti le piume nel culo non fa di te una gallina”.
Tylor ne dice molte di cose sante:
“Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo ne’ uno scopo ne’ un posto. Non abbiamo la grande guerra ne’ la grande depressione. La nostra grande guerra e’ quella spirituale, la nostra grande depressione e’ la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non e’ cosi’. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene.
Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantita’ di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, ne’ il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!”
“Sentite balordi, non siete speciali, non siete un pezzo bello, unico e raro. Siete materia organica che si decompone come ogni altra cosa. Facciamo tutti parte dello stesso mucchio di letame.”
Ma se l’uomo cessa di essere un tappetino e diventa un boxeur, e se i boxeur dei bassifondi cominciano ad unirsi, e se su questa sporadica unione si forma un progetto, ecco, allora il Super Club, la feccia del mondo e’ a un passo dalla morte. Questo temono i Potenti e per questo odiano le innovazioni come la morte. Temono l’ingresso di forze fresche e anomale come sabotatori nemici. Serrano le fila contro il nuovo che avanza presagendo che la’ e’ la loro fine. Usano le regole che si sono dati per proteggersi come bazuka di fronte a invasori. La loro essenza sta nel loro inganno. Il Super Club e’ la loro forza ma sara’ la loro fine.
La forza la’ sotto avanza, sale come sale la schiuma dai rifiuti del mondo. Non puoi rimuovere nulla abbastanza a lungo, non puoi legare, imprigionare, bloccare, nascondere nulla abbastanza a lungo. Il Super Club non puo’ rimuovere il 90% dell’umanita’ come se non esistesse. Alla fine il rimosso comincera’ a salire, a salire, e finira’ per esplodere violentemente, contro gli oppressori, contro gli ingannatori, contro i nemici del genere umano, anche se in questa esplosione dovesse annientare se stesso.
Non credere che l’Iran sia la’ fuori. Se ne ricrei le condizioni, l’Iran sara’ qua dentro. Se blocchi la democrazia, strozzi la liberta’, leghi la magistratura, imponi l’iniquita’, mortifichi i diritti, incensi la casta, indori il confessionalismo di Stato... ti ritroverai l’Iran in casa. E la piazza non dormira’ per sempre, non sara’ assoggettata per sempre, non sara’ omologata per sempre. La piazza e’ una forza che ha in se’ il Fight Club e alla fine lo vomitera’. E alla fine tutto esplodera’, contro le chiese del potere religioso, contro le chiese del potere politico, contro le chiese del potere finanziario, contro le chiese del potere mercantile, contro tutti quei poteri che hanno rovinato il mondo, che continuano a disconoscere il fallimento totale delle loro crazie che hanno spacciato per ideologie, mentre tentano di perpetuare i loro sistemi molesti e nemici del mondo che questo mondo lo stanno distruggendo.
Di piazza in piazza, di bassifondo in bassifondo, fino all’esplosione totale.
“Da queste finestre vediamo il crollo della storia della finanza. Un passo piu’ vicini all’equilibrio economico.”
Noi non abbiamo un Tyler che raccolga tutto questo. Ma gia’ il fatto che Grillo abbia detto di candidarsi nel Pd ha prodotto uno scompiglio maggiore di tutte le cose gravissime che ha denunciato in tanti anni. E’ come se un cafone fosse entrato con un blitz nel club piu’ esclusivo del mondo ed e’ chiaro il sapore dissacrante, denigratorio e iconoclasta dell’atto.
Tutti a chiedersi: Ma come mai se Grillo ha sempre parlato male del Pd ora ci vuole entrare? Ma come fa ora a prendere una tessera del Pd lui che ha sempre schifato questa genia?
E’ forza. E’ creativita’. E’ strategia di lotta. Quante nei sai, tu, di lotta?
“Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto?” (Tyler)
Il vero Fight Club, libro e film
Una volta Berlusconi in un discorso elettorale ci ha chiamati “compratori” non “cittadini”, cosi’ come ha chiamato noi donne “categoria” e non “genere”, come parlasse a delle puttane.
Il Fight Club e’ la storia della rivolta di un “compratore”. Il protagonista e’ un giovane spento e depresso, totalmente omologato, un uomo Ikea, che desidera i prodotti Ikea, i vestiti firmati Armani, le mutande firmate Calvin Klein. E’ la piccolissima pedina di un lavoro monotono e stressante in cui deve verificare i danni di auto mal costruite e destinate a fracassarsi spiaccicando i conducenti, per cui lui firma false dichiarazioni che salvino i costruttori, cosi’ da deresponsabilizzarli, perpetuando la carneficina. E’ un perfetto ingranaggio di un sistema fatale che si autoperpetua.
Ma questa vita da consumatore pieno di cose, da impiegato consuetudinario e mai critico, da rotellina di un sistema insensato, gli produce insonnia, una insonnia che e’ per lui come una colpa che deve espiare piangendo: la colpa di non vivere, che lo fa non dormire. Per questo comincia a frequentare associazioni di malati terminali, fingendosi uno di loro per poter piangere sulla spalla di qualcuno. Anche lui e’ un malato terminale, anche se si crede sano, il malato terminale di una societa’ malata e infetta che puo’ solo sfogare il suo dolore in seno di conventicole di malati simili, il dolore di una vita che non c’e’.
In uno di questi gruppi incontra Marla che come lui si finge malata. E un giorno incontra Tyler, il suo alter ego, che e’ totalmente asincrono al sistema e lo combatte in modi apparentemente assurdi, cominciando dalla abreazione della rabbia esistenziale. Unendo altri disperati, si forma cosi’ il Fight Club, il club della lotta, gruppi spontanei di boxe clandestina, dove ognuno da’ sfogo alla sua frustrazione e cio’ facendo si rinforza creando un legame di sangue con gli altri. I gruppi dilagano raccogliendo la rabbia spaventosa che gli omologati di tutto il paese sfogano nei combattimenti e diventa una vera, enorme associazione terroristica, minuziosamente organizzata che ha rami ovunque anche nelle forze dell’ordine e trova ovunque fratelli di lotta. Ora lo scopo non sono piu’ i combattimenti a coppie per sfogare la rabbia e la frustrazione di una vita senza scopo ma la distruzione del sistema finanziario che tiene nelle sue grinfie il paese e comanda il suo annichilimento umano e civile: il progetto Mayhem (Lesione Permanente), una serie di azioni eco-terroriste contro tutto cio’ che conduce il grande gioco del “dominio” dei beni materiali.
Ma a un certo punto, quando tutto sta per deflagare, il protagonista si ribella al progetto e va alla polizia a denunciare che Tyler vuol far esplodere i piu’ importanti istituti di credito della citta’, ma a quel punto scopre che anche dentro le forze dell’ordine ci sono militanti del Fight Club che hanno l’ordine di tagliargli le palle se ostacolera’ la distruzione finale. Ed ecco il colpo di scena.
Il protagonista scopre che Tyler e lui sono la stessa persona. Tyler e’ realmente il suo alter ego, e’ la formazione allucinatoria della sua rabbia, non e’ possibile combatterlo, ucciderlo, annientarlo, perche’ e’ l’ologramma dell’io e l’io ha un solo modo di fermarlo: uccidersi. Il protagonista si spara in bocca sulla cima di un grattacielo con tutta la City vertiginosa davanti.
Ma per il mondo del Potere la’ fuori e’ ormai la fine: cariche esplosive sono state piazzate sotto tutti i grattacieli della finanza e quei grattacieli, uno dopo l’altro, cominciano a implodere.
Da Masada n° 956. Il Fight Club
http://www.masadaweb.org
Messaggi
1. Il Fight Club, 22 luglio 2009, 05:53, di Frederick
" Ho letto con grande interesse il tuo articolo e credo che ci siano numerosi passi in cui è impossibile non essere concordi , ma accanto a questo c è un punto fondamentale che non hai scritto perchè , penso , tu non lo abbia considerato : il fight club è un fallimento . Il film non voleva solo mostrare la vera faccia di un basso impero composto da miserie di ogni tipo , ma voleva anche sottolineare l importanza di non cadere nell errore di comportarsi come gli attuali despoti : l atteggiamento di Tyler , infatti , è speculare a quello dei potenti , egli vuole creare un esercito di uomini senza nome o alcuna caratterizzazione che vengono temprati con la violenza ( atteggiamento alquanto cameratesco direi ) , tant è che Edward Norton inizia a ribellarsi proprio quando scopre che un uomo (conosciuto quando ancora frequentava i corsi per i malati gravi ) è stato ucciso durante un attentato , ed ora è circondato da pazzi esaltati che nemmeno conoscono il suo nome . La rabbia dell io che non si lascia sopraffarre è sì segno di una volontà di staccare la spina riazzerando il sistema e facendolo ripartire in ben altro modo , ma questo nichilismo è passivo (per dirla come Nietzsche) , totalmente distruttivo ma incapace contemporaneamente di portare ad un punto di arrivo o quantomeno di inizio , mentre ciò che servirebbe ,al contrario, è un nichilismo attivo capace di portare nuovi valori, una palingenesi ,cioè, che spazzasse veramente via i mostri d oggi , permettendo simultaneamente che non possano rinascere . "
Detto questo chiedo scusa per gli eventuali errori /orrori ortografici, sintattici ecc... Ma ho un jet-lag micidiale che mi porta a non dormire ed allo stesso tempo mi impedisce di essere lucido.
Alla prossima .