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Il Frontismo, la Sinistra Governista, e l’opzione di classe.
Publie le martedì 15 dicembre 2009 par Open-Publishing3 commenti
Il Frontismo , la Sinistra governista, e l’opzione di classe.
Una crisi sempre più marcata, incide negativamente nell’insieme del mondo del lavoro, e si mostra molto più prolungata di quel che economisti e politici di sistema, mostravano voler far vedere.
Di Regione, in Regione, disoccupazione e precarizzazione mostrano a quale grado di mancata salute, sia arrivato l’attuale sistema economico-politico.
Chiusura di interi settori produttivi, fallimenti veri, e fallimenti artificiali, messi in atto per scopi speculativi, piccole aziende artigiane e commerciali che chiudono o capiscono i rischi del momento e si preparano al peggio, lo stadio di questa crisi economica è sempre più avanzato e difficilmente reversibile.
Banche che stringono il credito, mutui che difficilmente verranno pagati, e mille altri percorsi economici tortuosi, sono oggi il vivere quotidiano, e non l’eccezione di vita.
A questi livelli di non sicurezza, gli studi scientifici mostrano allarmati, ricerche che indicano l’elevato aumento di stress psico-fisici che colpiscono sempre con maggiore frequenza chi si trova ad essere invischiato in un mondo del lavoro simile ad un difficile rodeo quotidiano, che sembra girare impazzito su se stesso.
In questa situazione che definire di emergenza è senz’altro, non usare esagerazioni, il Governo Berlusconi, dopo aver negato ufficialmente per interi mesi l’arrivo di una crisi economica devastante, non riesce a fornire nè ricette di indirizzi economici, nè misure efficaci per affrontare l’emergenza e l’impoverimento di interi settori già prima della crisi, in evidente affanno e nuovi settori abbandonati a se stessi.
Ed ecco scendere in piazza, in manifestazioni e sit-in, sindacati in lotta, categorie di lavoratori, studenti e tutti quelli che provano sulla loro pelle le tanto sbandierate virtù del modello economico capitalistico, osannato per decenni, come l’unico sistema economico possibile.
In una situazione, come questa appena descritta, la sinistra dovrebbe esser il cosiddetto pesce nell’acqua, con capacità di indicare alternative possibili e chiedere a gran voce la messa in discussione di quel che ci ha portato a questo punto di grave crisi dell’economia.
Ma il punto dolente che è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere, è che in una situazione come l’attuale , la sinistra arranca riproponendo percorsi fallimentari già nel recente passato sperimentati, e che hanno riportato in auge un Berlusconi, che soltanto pochi anni fa era dato per politicamente spacciato.
I due tronconi, nei quali si è spaccata (politicamente e culturalmente inspiegabile il perchè) la ex sinistra radicale, mostrano gli stessi uguali intenti di prossima partecipazione a papocchi elettorali, non solo con il pd e con i rimasugli di un centrosinistra sempre più in affanno, ma anche con quell’udc di Casini che prende le distanze da una destra sempre maggiormente impolitica e supina, di fronte agli interessi giudiziari di un Berlusconi immerso in difese personali patrimoniali e giudiziarie.
Una sinistra oramai diventata governista ad oltranza e che del politicismo spinto, fa la sua unica bandiera, attorniata da dirigenti incapaci di connettersi con i problemi reali , distanti mille miglia da quella che dovrebbe essere la propria classe di riferimento.
Casini chiama al Frontismo e la sinistra governista risponde, anche quando ufficialmente non è nemmeno nella lista degli invitati.
Ed ecco apparire come per incanto, servite come antipasto, alleanze Frontiste alle prossime Regionali, che mostrano a quale grado di febbre istituzionale si sia potuti arrivare, dopo aver vassallato Governi Frontisti alla Prodi e percorsi arcobalenoidi.
Calabria, Liguria, Lazio, Puglia, Piemonte. sono cavie di questa riproposizione sciaugurata.
Un tutti insieme appassionatamente che non serve a chi non intende pagare i costi della crisi economica in pieno corso, non serve a rappresentare istanze e conflitti, ma che invece è destinato a dare risposte concrete a banche e confindustria che comprendono sempre meglio quanto possa esser per loro vantaggioso, il lasciare il brocco Berlusconi al proprio destino.
Ben altro servirebbe a chi lotta dal basso per creare un’opposizione sociale in grado di contrastare chi vuole far pagare i costi della crisi ai lavoratori ed ai settori deboli della società.
Serve l’unificazione di percorsi politicamente indipendenti ed antagonisti, serve l’indicare una "casa comune" con la quale chiamare a raccolta disoccupati e lavoratori, precari, ambientalisti coerenti (no tav ed antidiscariche ed antinuclearisti), militanti antiguerra, donne in lotta contro il patriarcato e la violenza, chi a causa dei propri orientamenti sessuali o di vita, viene privato della quotidianità nei diritti, studenti che son resi incapaci di progettare un futuro minimo possibile, ecc.ecc.
Questa dovrebbe essere una risposta di sinistra alla situazione che ci troviamo innanzi.
Altro che papocchi o inciuci di bassissimo livello, riproposti per salvare carriere politiche
e situazioni personali.
Questa sinistra governista si è infilata in una crisi che appare irreversibile e lontana dai problemi reali della vita quotidiana.
Serve un altro percorso politico-culturale, serve una sinistra altra, che faccia del benessere della sua classe di riferimento il suo fine irrinunciabile.
Interna a lotte e conflitti sociali, intersecata a movimenti trasformatori e partecipativi, impegnata ad indicare nuovi orizzonti, tesa ad avere come proprio riferimento chi si batte per la piena salvaguardia e la vivibilità dei territori in cui si vive.
Opporsi a scelte già viste e completamente fallimentari, opporsi alla riproposizione di un Frontismo stantio, che si cerca truffaldinamente di farlo passare come innovazione, è il compito odierno dei comunisti non governisti e degli anticapitalisti.
Dalla crisi del governismo di sinistra, può nascere una nuova consapevolezza, l’aver come bagaglio la piena indipendenza politica dall’interclassismo, da banche e confindustria, e un percorso di valorizzazione e di unità tra chi non accetta autisticamente di aver questa società di disugluaglianze congenite come orizzonte ultimo possibile.
Una sinistra, che sinistra non è, è il miglior regalo possibile a Berlusconi ed alle destre, il destino della Federazione della Sinistra e di Sinistra Ecologia e Libertà , è in questo senso indirizzato, lasciamoli navigare verso i loro tristi eterni lidi, il loro destino è purtroppo già ampiamente segnato.
Mi ripeto ma ne vale per importanza : SERVE BEN ALTRO per poter tornare ad essere credibili.
Enrico Biso
Messaggi
1. Il Frontismo, la Sinistra Governista, e l’opzione di classe., 15 dicembre 2009, 22:26, di Nando
CARO ENRICO HAI RAGIONE, IN QUESTO MOMENTO SERVE BEN ALTRO E NON L’ATTUALE SINISTRA NON SINISTRA, A ME SEMBRA PIU ’’SINISTROIDE’’TANTO CHE BERLUSK E’ DIVENTATO COSI’ FORTE GRAZIE AI DIRIGENTI E LEADER DELLA ’’PSEUDO SINISTRA’’ (MA DE CHE?!)
1. Il Frontismo, la Sinistra Governista, e l’opzione di classe., 17 dicembre 2009, 15:44
già, ma non è che vedo tutti ’sti compagni in giro pronti a serrare le fila... :-(
2. Il Frontismo, la Sinistra Governista, e l’opzione di classe., 18 dicembre 2009, 15:01, di Enrico Biso
87*54** credo che anche i dirigenti della sinistra governista abbiano difficoltà a vedere chi lotta ed esprime vertenze, eppure c’è chi si da fare in mille modi,
solo per citarne alcuni: pratica l’antirazzismo, lotta contro le guerre, lavora nei sindacati di base o nella sinistra cgil, occupa case sfitte e centri sociali, fa volontariato sociale, si batte contro il patriarcato e la violenza, sale sui tetti di fabbriche e non solo, e mille altri modi.
Questo io lo chiamo il serrare le fila.
Il non accettare il capitalismo come unico orizzonte possibile.
Se quello che scrivo non è corretto, capisco il non vedere i compagni e le compagne che serrano le fila , altrimenti se invece fosse corretto, non sarebbe il caso di dire che non si vuole proprio vedere?
Se poi invece il serrare le fila vuol dire chiedere un’organizzazione di classe e non il solito supporto all’interclassismo, il discorso è analogo: invece di seguire la politica politichese, basterebbe fare una bella inchiesta su cosa servirebbe a chi lotta e si avrebbe la giusta risposta.
Difficile farla ed interpretarla?