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"Il Giornale" del Berluska condannato a risarcire 450 sindacalisti Cgil

Publie le giovedì 29 dicembre 2005 par Open-Publishing

Il Giornale
Condannato a risarcire sindacalisti Cgil definiti titolari di doppie pensioni

Il Tribunale di Monza - sezione distaccata di Desio - ha condannato, con 20 sentenze, l’editore, il direttore Maurizio Belpietro, nonché alcuni giornalisti de Il Giornale, al risarcimento dei danni a favore di oltre 450 sindacalisti della Cgil nazionale, della Camera del lavoro di Milano e della Fiom.

I fatti si riferiscono all’estate 2002, quando, per oltre un mese, Il Giornale ha pubblicato una serie di articoli in cui erano definiti come titolari di “doppie pensioni”, e quindi “privilegiati”, sindacalisti e dirigenti sindacali.

Nei giorni scorsi, il 16 dicembre 2005, i rappresentanti della Cgil e de Il Giornale hanno sottoscritto un accordo transattivo relativo alle vertenze legali promosse da sindacalisti della Cgil, difesi dagli avvocati della confederazione, dopo la campagna scandalistica falsa e denigratoria portata avanti dallo stesso quotidiano, vertenze che in sede civile e in primo grado hanno avuto tutte esito positivo per i sindacalisti coinvolti.

L’accordo transattivo prevede: la pubblicazione su il Giornale, per due volte e a distanza di 20 giorni, di un comunicato di riparazione comprensivo del dispositivo di condanna delle sentenze;il riconoscimento del danno per una somma complessivamente congrua; la rifusione delle spese legali così come previsto dalle sentenze.

“Le somme previste per il risarcimento del danno - affermano in una nota congiunta Paolo Nerozzi, segretario confederale Cgil e Giovanni Naccari dell’Ufficio giuridico Cgil, saranno devolute dalle rispettive organizzazioni di appartenenza dei sindacalisti agli enti morali dalle stesse individuate, così come previsto dalla Confederazione fin dall’inizio delle vertenze in questione. Si evidenzia infine la piena riuscita della reazione politica e giudiziaria della nostra organizzazione che vede in tempi rapidi il riconoscimento delle proprie ragioni, rispetto al prosieguo delle vertenze nei successivi gradi di giudizio, dai tempi lunghi e dagli esiti comunque incerti”.

www.cgil.it