Home > Il Prc alle elezioni amministrative del 2008

Il Prc alle elezioni amministrative del 2008

Publie le giovedì 15 novembre 2007 par Open-Publishing

di Claudio Grassi *

In un comunicato stampa del 9 novembre 2007 i Responsabili Enti locali dei partiti della sinistra annunciano “l’auspicio di giungere rapidamente alla definizione, attraverso la partecipazione delle cittadine e dei cittadini, del sindacato e delle associazioni, di elementi programmatici comuni in previsione delle elezioni amministrative del 2008. E’ stata evidenziata la centralità dei territori chiamati al voto per il confronto programmatico e la decisione sulla creazione di liste comuni. Per queste ragioni auspicano la rapida definizione di un simbolo comune che possa essere utilizzato al le prossime amministrative”.

Innanzi a una simile dichiarazione, l’area Essere Comunisti è fortemente preoccupata per evidenti ragioni di merito. Riteniamo che le liste uniche della sinistra oltre ad indebolire la rappresentanza istituzionale del Prc siano altresì dannose per la sinistra nel suo complesso. Laddove sperimentate nel corso degli ultimi anni esse hanno prodotto nella quasi totalità dei casi risultati elettorali inferiori alle attese. Più esattamente, il numero di voti raccolti dalle aggregazioni Prc, Pdci, Verdi o altre liste di sinistra si è rivelato spesso inferiore a quelli ottenuti in precedenza dal solo partito della Rifondazione comunista. La diminuzione dei voti oscilla da 1/3 sino a 2/3 dei consensi.

La spinta all’interno del partito verso la costruzione del percorso unitario a sinistra è sovente motivata dall’urgenza di rispondere alla nascita del temuto Partito democratico. Non sottovalutiamo l’importanza dell’argomento ma, ad oggi, il Pd è attestato nei sondaggi 2,5 punti percentuali al di sotto del precedente peso elettorale di Ds e Margherita. Paventare la forza del Pd e non porsi l’obiettivo di “attrezzare” la sinistra in modo da rispondere al meglio sul piano elettorale ci pare una logica sbagliata. Al Pd si risponde innanzitutto sul piano dei contenuti cercando giustamente quell’intesa programmatica con le altre forze politiche della sinistra, ma si risponde anche in termini numerici nelle istituzioni. La sinistra, dunque, deve puntare ad eleggere il maggior numero di consiglieri comunali e provinciali. Per conseguire l’obiettivo è indubbio che ciascun partito della sinistra debba presentare una propria lista e il proprio simbolo. Successivamente potranno crearsi federazioni dei gruppi della sinistra negli Enti locali che impegnino le singole forze a ricercare intese prima di giungere al confronto con le altre forze dell’Unione.

I motivi per i quali le aggregazioni dei partiti non portano benefici sul piano elettorale sono diversi. Fra questi, in modo particolare nei comuni, va considerato un fattore di cui è bene tener conto: la proliferazione di liste civiche cui abbiamo assistito negli ultimi anni porta alla cosiddetta “polverizzazione del voto”. Si sono verificati casi in cui il rapporto candidati/elettori è giunto sino ad avere 1 candidato ogni 30 elettori. Ridurre il numero delle liste, e di conseguenza dei candidati della sinistra, potrebbe rivelarsi ancor più penalizzante. Per essere più chiari, c’è differenza tra una “sinistra” che presenta un’unica lista di 20 candidati ed un’altra sinistra che schiera 4 simboli, altrettante liste per un totale di 80 candidati.

Quanti nel partito pongono l’accento sulla necessità di unire le forze della sinistra in funzione di un avanzamento complessivo della sinistra stessa, dovrebbero tenere in considerazione il fatto che le liste uniche, sulla base dell’esperienza accumulata, producono il risultato opposto.

A nostro avviso la crescita della sinistra va perseguita sia sul piano sociale che istituzionale. Per quel che ci riguarda essa passa attraverso la crescita e il potenziamento del Prc. Al contrario, riteniamo che la scomparsa del simbolo di Rifondazione comunista nelle schede elettorali rappresenti un danno sia per il partito che per la sinistra in senso lato. Non va sottovalutato il fatto che in assenza del nostro simbolo potrebbe esserci una parte di elettorato comunista che si potrebbe orientare sulla non partecipazione al voto.

Il comunicato stampa riportato all’inizio attribuisce “centralità” ai territori chiamati al voto. In breve, spetta alle federazioni, ai circoli decidere come presentarsi alle elezioni del 2008. La partita, quindi, è tutta aperta e noi auspichiamo che dai territori si comprenda che le liste uniche alle amministrative 2008 possono costituire un grave errore politico e una perdita di autonomia per il nostro partito.

L’area Essere Comunisti, assieme a tutti i compagni e le compagne che, al di là delle loro collocazioni congressuali, non condividono la scelta di presentare alle prossime amministrative un unico indistinto simbolo della sinistra, lavorerà in tutti i territori perché ciò non avvenga.

* Coordinatore nazionale Essere Comunisti.