Home > Il Premier che domina persino i venti ...

Il Premier che domina persino i venti ...

Publie le sabato 8 agosto 2009 par Open-Publishing
2 commenti

Sabato 08 Agosto 2009

ROMA - C’era una volta, e ci sono ancora, il presidente operaio, il presidente spazzino, il presidente pompiere, il presidente ferroviere, il presidente bandana, il presidente cosacco, il presidente cow-boy, il presidente pizzaiolo, il presidente vulcanologo, il presidente giardiniere («I miei cactus sono ispidi e geniali come il cervello di Tremonti»), il presidente bomber («Ero un centravanti di manovra»), il presidente... A tutti questi presidenti, che poi è sempre lui, SuperSilvio, adesso in poco meno di un’ora di conferenza stampa se ne aggiungono - grazie al racconto che Berlusconi fa di sè - tanti altri. E ognuno, o quasi, si presenta così: «Grazie al mio colpo di genio...». Oppure: «Per merito mio...».

PRESIDENTE PACIFICATORE DEL MONDO

«Grazie al mio intervento nella crisi in Georgia, abbiamo evitato il ritorno della Guerra Fredda fra Usa e Russia».

PRESIDENTE RICOSTRUTTORE

«Case in Abruzzo già pronte grazie a un mio colpo di genio. Mi sono ricordato di quando facevo il costruttore, e per velocizzare i tempi ho stabilito tre turni di lavoro per gli operai. Così s’è fatto in 16 giorni quello che altrimenti si fa in tre mesi».

PRESIDENTE FACTOTUM

«Nessuno governo ha mai fatto tanto nei primi 14 mesi». Anche in politica estera, nella quale «se si riesce, come capita a me, di suscitare stima, amicizia, simpatia, affetto, è più semplice ottenere le cose».

PRESIDENTE NETTUNO

Come il Dio del mare, il presidente Nettuno - togliendosi una «piccola soddisfazione personale» - è riuscito in una grande impresa: «Ho fatto liberare due pescherecci italiani catturati dai libici e li ho fatti rientrare in patria».

PRESIDENTE EOLO

«Da vecchio velista, mi sono ricordato del maestrale. E allora, con un colpo di genio da marittimo, ho fatto spostare il G8 dalla Maddalena perchè ci sarebbero stati problemi per l’atterraggio degli elicotteri e l’attracco delle barche».

PRESIDENTE DEI PRESIDENTI

«Per come ho organizzato il G8, ho ricevuto lettere di complimenti da tutti i leader del mondo».

PRESIDENTE PORTA-FELICITA’

«Grazie alla nostra azione, nelle tendopoli dell’Abruzzo sono tutti felici e molti terremotati se ne sono andati in crociera».

PRESIDENTE CRONOMETRO

«Grazie alla nostra rapidità, siamo in anticipo di tre giorni nei tempi della ricostruzione delle zone del sisma».

PRESIDENTE TOUR-OPERATOR

«Tutte le spiagge italiane sono piene di gente. Tranne quelle di Lampedusa...». Dove, «grazie alla nostra azione», e a vari «colpi di genio», non arrivano più gli immigrati clandestini.

PRESIDENTE CUCU’

«La politica del cucù è un’espressione che mi piace. Quando feci il cucù alla Merkel, feci benissimo. La politica basata sul rapporto umano è quella che funziona in ogni ambito e occasione».

PRESIDENTE IMMACOLATO

«Non ho scheletri nell’armadio».

PRESIDENTE MARADONA

«Avremo altre emergenze, e useremo il metodo Napoli». Quello che ha eliminato la monnezza.

PRESIDENTE RAIOLOGO

«I direttori della tivvù di Stato li ho fatti io» (ma dice che sta scherzando).

PRESIDENTE ASCENSORE

«Sono al 68,2 di consenso personale». Era al 73, poi scese al 63 ma ora riparte verso i piani alti.

PRESIDENTE BABBO

«Non mi devo scusare con nessuno, neanche con i miei familiari. Barbara mi vuole bene un bene dell’anima e mi stima. In quell’intervista è stata portata dove non voleva».

PRESIDENTE RISANATORE

«L’Ocse dice che l’Italia è la prima in Europa per i segni di ripresa dalla crisi».

PRESIDENTE DECOLONIZZATORE

«Siamo riusciti a chiudere la questione coloniale con la Libia. E la loro Festa della Vendetta anti-italiana è diventata Festa dell’Amicizia con l’Italia».

PRESIDENTE FILOLOGO

«Nell’intervista a Vanity Fair, la frase corretta che Barbara ha detto era: ”Papà è corretto e leale”. Le hanno aggiunto un ”se”: ”Se papà sarà corretto e leale....”».

PRESIDENTE MULINO BIANCO

«Le nuove case abruzzesi avranno tutte il prato e alberi di alto fusto e una scultura in ogni giardino. Queste abitazioni saranno completamente arredate e, nel frigorifero, gli inquilini troveranno anche una torta e una bottiglia di champagne. E, per qualcuno, anche lenzuola cifrate».

PRESIDENTE BOOMERANG

«I giornali stranieri dicono che io odio le donne. E invece, se c’è qualcosa che io adoro, sono proprio le donne. Anche ministre».

http://sfoglia.ilmessaggero.it/view.php?data=20090808&ediz=20_CITTA&npag=3&file=DSER_144.xml&type=STANDARD

Messaggi

  • L’isteria del potere

    di EZIO MAURO

    Un uomo politico che di criminali se ne intende, come provano le condanne inflitte per reati molto gravi ad alcuni dei suoi più stretti amici, ieri si è permesso di attaccare i cronisti politici di Repubblica, indicandoli così: "Quelli sono dei delinquenti".

    Bisogna risalire a Richard Nixon nei nastri del Watergate per trovare un simile giudizio nei confronti di un giornale. Oppure bisogna pensare alla Russia dove impera a carissimo prezzo la verità ufficiale di Vladimir Putin, non a caso amico e modello del nostro premier.

    Questa isteria del potere rivela la disperazione di un leader braccato da se stesso, con uno scandalo internazionale che lo sovrasta mandando a vuoto il tallone di ferro che schiaccia le televisioni e spaventa i giornali conformisti, incapaci persino di reagire agli insulti contro la libertà di stampa.

    Quest’uomo che danneggia ogni giorno di più l’immagine del nostro Paese e toglie decoro e dignità alle istituzioni, farà ancora peggio, perché reagirà con ogni mezzo, anche illecito, al potere che gli sta sfuggendo di mano, un potere che per lui è un fine e non un mezzo.

    Noi continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale. In fondo, questo stesso personaggio ha già cercato una volta di comperare il nostro giornale e il nostro gruppo editoriale, ed è stato sconfitto, dopo che - come prova una sentenza - con i suoi soldi è stato corrotto un magistrato: a proposito di delinquenti. Non tutto si può comperare, con i soldi o con le minacce, persino nell’Italia berlusconiana.

    8 agosto 2009

    http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-19/isteria-potere/isteria-potere.html

  • Berlusconi non esita neppure a vantarsi di aver fermato le truppe russe in Georgia

    E’ anti-italiano persino ricordare come il presidente passa il suo tempo a Palazzo e in Villa

    Il mondo meraviglioso del Cavaliere
    tra potere, menzogne, pubblicità e tv

    di GIUSEPPE D’AVANZO

    Abbiamo lasciato Berlusconi che organizza le sue serate a Palazzo o in Villa. Telefona ai suoi ruffiani, anche dieci volte al giorno, come posseduto da un’ossessione. S’informa delle ospiti. Ce ne sono di nuove?

    Ne prescrive la mise. Si accerta che siano informate delle sue abitudini sessuali. Promette candidature politiche, ingaggi in tivvù, regali e "buste", cinquemila o diecimila euro secondo il gradimento. Contatta minorenni che non conosce, dopo averne scrutato il viso e il corpo da portfolio consegnatigli da salariati di Mediaset. Lo abbiamo visto in difficoltà quando anche la figlia Barbara (ma non i liberali di casa nostra) gli ricorda che, per un politico, per chi governa, privato è pubblico. Lo incontriamo ora a Palazzo Chigi con una gran voglia di far dimenticare quel che l’opinione pubblica internazionale conosce e soltanto tre italiani su dieci sanno (sette su dieci sono informati dalla televisione che egli controlla, e quindi non sanno alcunché). La scena è bizzarra per noi italiani e diventerà sorprendente per chi italiano non è.

    Da solo, seduto a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi si racconta e riempie di se stesso ogni quadro possibile: planetario, europeo, nazionale, cittadino. Il suo ego non ha confini. Il mondo è lui nell’autorappresentazione che ci offre, nient’altro che lui con il suo carico di vitalismo, ottimismo, carisma, umanità, saggezza, savoir-faire, una capacità di lavoro senza eguali. In quattordici mesi, elenca l’Egocrate, centocinquantotto incontri internazionali, ventidue vertici multilaterali, dieci vertici bilaterali. Sono stato in piedi, dice, anche quarantaquattro ore con il solo ausilio di ventuno caffè. Dovunque, successi. Soltanto successi. Anzi, un unico successo ininterrotto, senza pause, costante nel tempo, operoso in ogni angolo di mondo. Se le truppe di Mosca si sono fermate a quindici chilometri da Tbilisi scongiurando un conflitto Russia-Georgia, il merito è di Berlusconi che ha evitato l’inizio di una nuova Guerra Fredda. Se Barack Obama ha firmato a Mosca il trattato per la limitazione delle armi nucleari, il merito è di Berlusconi che ha favorito "l’avvicinamento" della nuova amministrazione americana al Cremlino. Se l’Alleanza atlantica è ancora vegeta, lo si deve al lavoro di persuasione di Berlusconi che ha convinto il leader turco Erdogan a dare il via libera alla candidatura di Rasmussen. Se "l’Europa non resterà mai più al freddo", il merito è di Berlusconi che ha convinto Erdogan e Putin a stringersi la mano dinanzi al progetto del gasdotto South Stream. Nel mondo meraviglioso di Silvio Berlusconi non c’è ombra né crisi. Non c’è il disonore personale né le menzogne pubbliche. Non c’è recessione né sfiducia. Non c’è né sofferente né sofferenza. Non ci sono più immigrati clandestini, non c’è crimine nelle città, non c’è più nemmeno la mafia. Regna "la pace sociale" e "nessuno è rimasto indietro" e, per quanto riguarda se medesimo, "non c’è nulla di cui deve scusarsi". Anche l’Alitalia è diventata, nel vaniloquio, un miracolo d’efficienza. Grazie ai "colpi di genio" di Berlusconi, anche i terremotati delle tendopoli all’Aquila sono felici perché "molti sono partiti in crociera e altri sono ospitati in costiera e sono tutti contenti".

    A incontrarlo al bar, un bauscia di questa incontinenza (bauscia è bava, saliva: e anche il bavante, il salivante, il moccioso) si chiederebbe al barista di azzittirlo o di allontanarlo, ma quel bauscia è il nostro capo del governo. Ora all’estero - anche ricordando come Berlusconi, intossicato dalla sexual addiction, trascorre in realtà le sue giornate - liquideranno il protagonismo dell’Egocrate come l’ultima arlecchinata di un clown italiano. Noi, che da Berlusconi siamo e saremo governati, non possiamo farlo o per lo meno non possiamo limitarci alla derisione o all’invettiva. Più che disseccare le sue vanterie (per quanto riguarda il bilancio del governo, lo ha già fatto qui Tito Boeri, il 3 agosto) o autoconsolarci con uno sberleffo per quel "priapismo dell’Io", è più utile aprire gli occhi su quanto sta accadendo e accadrà. Meglio descrivere e decifrare quel che ci aspetta. Berlusconi va ascoltato con pazienza, infatti. Da gran fiume delle sue parole affiorano sempre, prima o poi, le "verità dell’asino", come ci ha spiegato Franco Cordero. Gli asini hanno una cattiva fama. Li dicono ottusi, poco intelligenti. Bestie trascurabilissime.

    Ma, in realtà, il passo storto dell’asino è soltanto uno: "Svela piani che menti più sottili occultano". Càpita anche a Berlusconi e, solo, a Palazzo Chigi, ne offre un saggio. Se si riflette, le parole dell’Egocrate svelano una tecnica di dominio, un dispositivo di potere. La rappresentazione di se stesso e del lavoro del suo governo è esplicitamente "pubblicitaria", coerente con un’antica confessione di Berlusconi: "Non riesco a non vendere. Non ci riesco! Non riesco a svestire i panni del direttore commerciale" (D’Anna, Moncalvo, Berlusconi in concert). Soltanto nel linguaggio della pubblicità - senza profondità, istantaneo e istantaneamente dimenticato - può non esistere la realtà.

    Così è nelle parole del premier: la recessione è alle nostre spalle; i disoccupati sono protetti e con un decente reddito; le imprese fiduciose; anche i terremotati sono contenti; le città sono sicure, mentre Obama Merkel Putin Erdogan - il mondo - pendono dalle labbra e dalle mosse del nostro premier. Nei modi d’espressione della pubblicità cade ogni scarto tra ciò che è davvero e ciò che si immagina possa essere, tra la situazione di fatto e il progetto. Ogni problema, per Berlusconi, è superabile con uno sforzo d’immaginazione, con una scarica di ottimismo e se ancora qualche problema persiste lo si deve alle forze del Male che non amano il Capo e quindi il popolo. Ogni dissenso è dunque un atto persecutorio contro il Capo e un’aggressione al popolo, un complotto contro gli italiani e l’Italia.

    Questa scena, grottesca ma non per questo innocua, può diventare convincente soltanto se c’è un’informazione che la propone all’opinione pubblica come plausibile. E’ quel che esplicitamente, come da verità dell’asino, Berlusconi chiede ai media italiani. Non facciano più domande, come già fanno i bravi giornalisti sportivi. Non diano conto del "negativo" perché, soprattutto per il giornalismo del servizio pubblico radiotelevisivo, "non sarà più sopportato". E che si sappia che è "anti-italiano" raccontare le difficoltà di un Paese in recessione, le sofferenze di chi - impresa, famiglia, lavoratore - ne è travolto. E’ "anti-italiano" ricordare come il presidente passa il suo tempo a Palazzo e in Villa e con chi.

    Pubblicità più televisione, il medium più potente, sono le armi del dispositivo con cui sempre di più avremo a che fare. Dobbiamo cominciare a fare i conti con il mondo di immagini che ha preso il posto delle realtà, svuotandola, a valutare gli effetti di una tecnica che ci defrauda dell’esperienza e della capacità di prendere posizione, che liquida ogni capacità di distinguere tra realtà e apparenza, che ci obbliga a un’abitudine che ci infantilizza. A ben vedere, pubblicità più televisione è la sola politica che ha in mente Berlusconi tra una cena a Palazzo Grazioli e una notte "a pagamento" a Villa Certosa.

    (8 agosto 2009)

    http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-19/analisi-davanzo/analisi-davanzo.html