Home > Il V Congresso del Movimento Sem Terra (MST)
di Antonio Lupo
Il Movimento dei Sem Terra, questo magnifico movimento, il più grande dell’America Latina, è in
gran forma. Al suo recente Congresso hanno partecipato oltre 17.000 delegati provenienti da 24
Stati del "continente" Brasile, tra cui 1.400 Sem Terriňa, cioè bambini sotto i 10 anni che hanno
passato le cinque giornate del Congresso accolti da 700 educatori!
Tornati in Italia, dopo aver partecipato a Brasilia al V Congresso MST, snobbato dalla stampa italiana,
ci è stato chiesto se era vero, come riportato dal quotidiano più importante di San Paolo, che
Joao Pedro Stedile aveva affermato che la riforma agraria era un sogno ormai superato. Per sostenere
questa tesi e interpretarla come "una confessione di impotenza e un’ammissione di sconfitta",
un quotidiano di Brasilia rilevava come, fra i 18 punti del documento conclusivo del Congresso
(che sotto riportiamo integralmente), solo quattro parlavano di Riforma Agraria. Un fraintendimento
voluto - da parte dei media brasiliani, tutti di orientamento neoliberista - delle più recenti analisi e
valutazioni politiche fatte dai Sem Terra.
Partecipando nel novembre 2006 ai Congressi MST degli Stati del Minas Gerais e del Parà, avevamo
capito che i Sem Terra giudicavano ormai irrealizzabile la Riforma Agraria, pur contenuta
nella Costituzione brasiliana, all’interno del modello che il movimento porta avanti da oltre 20 anni,
con le sue lotte, le occupazioni e i 1.500 omicidi subiti. Il problema non era solo la politica del governo
Lula (anche se qualcuno durante il Congresso ha detto che Lula ha fatto meno di quello che
poteva fare), ma l’affermarsi nel mondo dell’egemonia del capitale finanziario, anche in agricoltura,
con le multinazionali che puntano a produrre solo per le esportazioni.
Durante il congresso, è risultato evidente il matrimonio tra il vecchio latifondo e l’agrobusiness, che
è un nemico molto più forte e organizzato (come ha detto Stedile, la Monsanto produce i veleni e la
sua socia Pfizer le medicine!). Ma è anche vero, come ha detto Francois Houtart, che il capitalismo
neoliberista è in crisi: prima era la soluzione dei problemi, ora è lui il problema. L’imperialismo USA
è un animale ferito, ma non morto, che continua a sferrare una triplice offensiva, contro gli Stati
nazionali (con le privatizzazioni), contro i lavoratori e contro la natura.
Partendo da queste posizioni, nel Congresso si è delineata la necessità di un ampio fronte di lotta,
che comprenda i lavoratori delle città, per un neoumanesimo, come ha detto il priore benedettino
Marcelo Barros, e per un nuovo socialismo del XXI secolo, come ha concluso Ademar Bogo. In
sintesi, la Riforma Agraria non è più un problema solo dei piccoli contadini e dei senza terra, ma di
tutta la società, che deve sconfiggere il neoliberismo e rivendicare giustizia sociale e sovranità alimentare
e popolare.
Interessante infine l’intervento del presidente dell’Ordine degli avvocati brasiliani, Cezar Britto, che
ha denunciato come il progetto di legge antiterrorismo (il terrorismo in Brasile non c’è!), in discussione
in Parlamento, miri in realtà a criminalizzare ogni tipo di conflitto e le lotte dei movimenti sociali,
ricordando che nel 2005 erano stati imprigionati durante le lotte rurali 200 contadini, diventati
poi 900 nel 2006.