Home > Il Vicariato di Roma vieta il funerale religioso per Piergiorgio Welby

Il Vicariato di Roma vieta il funerale religioso per Piergiorgio Welby

Publie le sabato 23 dicembre 2006 par Open-Publishing
6 commenti

(Piergiorgio Welby)

Il Vicariato di Roma «sospende» i funerali per Welby.

Cerimonia laica domenica mattinainvia a un amico

Mina Welby, moglie di Piergiorgio, lo afferma nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Partito Radicale.

Il Vicariato di Roma, spiega Mina Welby, chiede di «sospendere» i funerali religiosi.

I funerali di Piergiorgio Welby si terranno domenica 24 dicembre alle ore 10.30 in Piazza San Giovanni Bosco a Roma.

Sarà una testimonianza popolare di laica religiosità per quanti vorranno dare l’ultimo saluto a Piergiorgio.

La piazza si trova a pochi metri della fermata “Giulio Agricola” della Metropolitana A.

Don Vitaliano della Sala scrive a RadioRadicale.it: «Lo ricorderò e pregherò per Piergiorgio durante la Messa di Natale».

Messaggi

  • In serata sulla vicenda viene diffuso un comunicato ufficiale del Vicariato in cui si legge:

    «In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti».

    Don Vitaliano Della Sala scrive in un’email a RadioRadicale.it:

    Dopo il dolore per la triste vicenda di Piergiorgio Welbi e la tristezza per la sua morte liberatoria, mi ha lasciato perplesso la decisione del Vicariato di Roma di non concedergli le esequie religiose. Lasciamo a Dio, e a Lui solo, la libertà di giudicare la scelta di un uomo sofferente che, solo per questo, ha deciso di affrettare la propria morte; noi cristiani crediamo che la misericordia e la comprensione di Dio sono smisurate.

    Lo ricorderò e pregherò per Piergiorgio durante la Messa di Natale: il Cristo Liberatore lo accolga nel Regno dei giusti e doni la consolazione che viene dalla fede, ai suoi familiari e amici. Possa ora Piergiorgio trovare finalmente quella pace e quella serenità che nella vita terrena ha tanto desiderato.

    Ciao Piergiorgio!

  • La Chiesa non concede i funerali a Welby. Lui no, Pinochet sì!

    Devo presumere che per la Chiesa: la morte non è una Livella, o per meglio dire: in questo caso non è una Livella: pochi giorni fa qualcuno che ha commesso reati ben più gravi, un dittatore Cileno.. un tale Pinochet.. ha avuto il suo bel funerale cattolico.

    Così la madre di Welby, molto credente, dopo la morte del figlio ha dovuto subire anche questa seconda “tortura”.

    Welby non è degno di ricevere un funerale cattolico lui non è Pinochet, non è degno!

    http://www.proveditrasmissione.net/archivi/427

  • Il rifiuto dei funerali cattolici per Welby non meraviglia un libero pensatore convinto che la Chiesa, dopo aver travisato le parole di un povero Cristo (rivoluzionario del suo tempo) le ha applicate ancora peggio.

    Lustrini ed ori, cerimonie che farebbero rabbrividire il loro Dio, e poi vengono rifiutati, a persone, i sacramenti che la stessa Chiesa cattolica, apostolica, romana, ecc... professa ma destinandoli quali premi a coloro "che fanno i bravi !".

    Secondo la loro visione del Mondo.

    Quanta tristezza nell’episodio anche per chi, come me è agnostico ma rispetta le idee altrui e la volontà di vita o di morte di ogni essere.

    Luigi

    www.eugualemcalquadrato.ilcannocchiale.it

  • Roma, 13:11 24.12.06

    WELBY: DON FORMENTON, INCOMPRENSIBILE SCELTA VICARIATO

    "Quando ho sentito la notizia sono rimasto allibito. Non voglio nemmeno entrare sulla questione eutanasia, ma sul no di una preghiera della Chiesa a una persona che muore sono rimasto interdetto: facciamo il funerale a Pinochet, lo abbiamo fatto a Franco, a camorristi e mafiosi, e poi si rifiuta il funerale ad un uomo con il pretesto che lui ha chiesto di morire?". Don Gianfranco Formenton, parroco della chiesa di Sant’Angelo in Mercole, in provincia di Spoleto, commenta cosi’ ai microfoni di Radio Radicale la notizia del no al Vicariato ai funerali per Piergiorgio Welby. "Quando mi e’ capitato, di fronte a suicidi, non mi sono nemmeno posto il problema che ci fosse qualche articolo del catechismo. Io il funerale l’avrei fatto. E alla predica avrei detto ’non sappiamo niente, chiediamo a Dio la misericordia per quest’anima come per tutte le altre anime’. Per me, per come sono stato educato come prete e come uomo, e’ una cosa incomprensibile". "Io - ha concluso Formenton - ieri sera ho fatto una messa in suffragio di Welby, perche’ sono convinto che la misericordia di Dio e’ sicuramente piu’ grande di quella del vicariato di Roma".

    www.repubblica.it

  • E’ terribilmente ingiusto!L’ennesimo episodio di egemonia ad opera del vaticano!Stiamo sempre più sprofondando nell’ipocrisia del potere.Mi domando fino a che punto ci si può arrogare il diritto di predicare la Parola di Cristo,il Vangelo e il Sacrificio di Gesù sulla Croce....e poi l’uomo,Piergiorgio Welby.Su le Monde una significativa vignetta che a mio parere Molti condivideranno.E poi i continui abusi mascherati e deviati dal vaticano,ce ne sono parecchi,intrisi di sangue-soldi-poteri occulti-genocidi e tanto altro ... inimmaginabile,in nome della chiesa,...e poi l’uomo,Piergiorgio Welby.Di una cosa sono certo(almeno lo spero tanto) e mi consola:nel suo viaggio finale non era solo e chi gli stà accanto lo ha accolto con gioia e amore;diversamente sarà il benvenuto offerto a coloro che nel Suo nome hanno avuto solo parole cattive e di mera condanna al suo desiderio di clemenza alla tortura quotidiana.Sono solidale al grido di vergogna levato durante la cerimonia Laica,dignitosa e partecipata.
    gianluca

  • "In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti" (Vicariato di Roma, Ufficio stampa e comunicazioni sociali, 22 dicembre 2006).

    "D. Wojtyla chiese che lo si lasciasse morire perché sapeva che oramai non c’era più nulla da fare? R. Non so rispondere con esattezza e non voglio nemmeno farlo, ma sono certo che lui fosse del tutto affidato nelle mani del Padre. Lui aveva fede in Dio e per questo motivo credo avesse capito che fosse giunta la sua ora" (cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, Il Tempo, 22 dicembre 2006).

    "’Non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si danno la morte’. Questo passaggio del Nuovo Catechismo dedicato al suicidio è stato ricordato oggi dalla Radio Vaticana in un servizio dedicato ai funerali di Raul Gardini. ’Dio - ha detto ancora l’emittente pontificia - attraverso le vie che Egli solo conosce, può loro preparare l’occasione di un salutare pentimento. La Chiesa prega per le persone che hanno attentato alla loro vita’. La Radio Vaticana ha anche ricordato quanto, nel maggio scorso, in occasione del suicidio del primo ministro francese, Pierre Beregovoy, disse il portavoce dell’episcopato francese, di fronte agli interrogativi posti per la concessione dei funerali religiosi: ’Non dimentichiamo che il rispetto di cui la Chiesa circonda il corpo di ogni battezzato è la testimonianza della fede della Chiesa nella Resurrezione e non un privilegio da accordare a chi l’abbia meritato. In questi casi, la Chiesa si rimette fiduciosa al giudizio misericordioso di Dio, il qual solo conosce i cuori, il quale solo è giudice’" (Ansa, 26 luglio 1993).

    "La vedova di Raul Gardini è entrata per la prima volta nella cappella della chiesa di San Francesco in cui è allestita la camera ardente. Il piccolo corteo ha raggiunto la cappella tra due ali di persone che affollavano la chiesa per rendere omaggio al feretro. La gente che si trovava nella cappella ha continuato a pregare. Idina si è alzata in piedi e si è rivolta a padre Giovanni Gambari, il parroco della chiesa, che le ha parlato a lungo e le ha tenuto le mani. Poi ci sono stati scambi di abbracci e condoglianze con gli amici presenti e anche con sconosciuti che hanno voluto salutare la vedova e i figli. Poco prima delle 18,30, orario della messa, Ivan è uscito mentre la madre e le due figlie sono passate in chiesa dove hanno assistito alla celebrazione. Ai funerali di domani la messa sarà celebrata dall’arcivescovo di Ravenna, Luigi Amaducci, con l’arcivescovo emerito, Ersilio Tonini, e i sacerdoti delle tre parrocchie frequentate dalla famiglia, don Zani del Duomo, don Salvatori di San Rocco e don Gambari di San Francesco" (Ansa, 25 luglio 1993).