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Il World Social Forum è morto? Viva l’Encuentro Intergalactico

Publie le venerdì 28 ottobre 2005 par Open-Publishing

di Luis Hernández Navarro

da "La Jornada" 25.10.05 (Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

Il movimento altromondista è ad un crocevia. È stato capace di
convocare moltitudini per le strade a protestare contro i forum
multilaterali dove si pretende di scrivere la Costituzione del mondo,
ma non è stato capace né di fermare la guerra in Iraq né di forzare il
ritiro delle truppe d’invasione.

Le proteste sono riuscite ad interrompere gli incontri ministeriali
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) a Seattle nel 1999 e
di Cancun nel 2004, ma non sono riuscite a modificare la politica
economica dominante. L’organizzazione dello scontento ha permesso di
riunire migliaia di persone in quattro edizioni del Forum Sociale
Mondiale (FSM) per discutere sulla possibilità di costruire un altro
mondo, ma non ha progredito nell’elaborazione di un programma o di un
piano di azione congiunto.

Durante il FSM realizzato in India nel 2004, l’attivista Arundhati Roy
ha messo il dito nella piaga. Le marce, benché avvengano in tutto il
mondo e vi partecipino milioni di persone - ha detto - non bastano. Il
Movimento per la Giustizia Globale corre il rischio di trasformarsi in
"teatro politico" ed in "un vantaggio per i nostri nemici". Secondo
Arundhati Roy, è necessario aguzzare l’ingegno e tornare ad immaginare
"l’arma preziosa" della resistenza mondiale. "Abbiamo bisogno - ha
segnalato - di mettere a fuoco gli obiettivi reali, lanciare battaglie
reali ed infliggere un danno reale". In altre parole, realizzare
azioni che colpiscano concretamente gli interessi del potere economico
e politico globale.

Il punto di vista di Arundhati Roy non è un’opinione isolata: è
condivisa da molte persone in tutto il mondo. Fluttua nell’aria
dell’arcipelago della sinistra il desiderio e la necessità di
intraprendere azioni efficaci contro il neoliberismo e non solo
riunirsi a discutere o fare analisi. Sono molti a pensare che il FSM
sia insufficiente per fare questo.

La proposta zapatista, contenuta nella Sesta Dichiarazione della Selva
Lacandona - realizzare un nuovo incontro intercontinentale a dicembre
di quest anno o gennaio del prossimo - si inserisce in questo "clima".
Molti gruppi hanno espresso il loro beneplacito all’iniziativa. Le
reti europee di solidarietà con i ribelli messicani hanno già svolto
con successo una riunione a Barcellona per cominciare a lavorare alla
questione.

Si tratterebbe della quarta riunione di questo tipo convocata
dall’EZLN. La prima, senz’ombra di dubbio la più riuscita, si tenne in
Chiapas nel 1996. Sono molti gli analisti che ritengono che in
quell’occasione si stabilirono le basi per la formazione del movimento
altromondista. La seconda si tenne un anno dopo in Spagna, e la terza,
abbastanza disertata, ebbe luogo in Brasile.

Il nuovo incontro zapatista potrebbe coincidere col secondo Forum
Sociale d’America (FSA) nel 2006, che si effettuerà in Venezuela. Non
si tratta di un evento in più, ma di un progetto di largo respiro. Una
parte molto importante del Movimento per la Giustizia Globale
simpatizza con la Rivoluzione Bolivariana. Benché i forum siano
indipendenti dai governi, Hugo Chávez ha intrapreso una serie di
azioni contro la politica imperiale degli Stati Uniti e per un modello
di sviluppo alternativo che gli è valso il riconoscimento degli
attivisti di tutto il mondo.

Durante il quarto FSM, realizzato a gennaio di quest anno a Porto
Alegre, il mandatario venezuelano ha ricevuto l’ovazione di circa 15
mila persone, mentre Lula da Silva è stato fischiato. Lo stesso Chávez
alla fine del 2004 auspicò l’Incontro di Intellettuali per l’Umanità e
contro il Neoliberismo e parla di promuovere la formazione di un
socialismo del XXI° secolo.

Benché molti attivisti nutrano grande simpatia verso i ribelli
messicani, l’EZLN non può essere presente all’incontro di Caracas o
alle sessioni dei FSM essendo un’organizzazione armata. Gli statuti
dei forum proibiscono la partecipazione di forze politico-militari
nelle proprie file. Ma, al di là del fatto se l’Intergalattico
zapatista coinciderà nei tempi col secondo FSA o no, ci sono alcuni
altri problemi chiave da risolvere:

Chi convoca la riunione? L’EZLN, o l’Altra Campagna nata dalla
confluenza dei ribelli con un ampio spettro di forze politiche e
sociali ed organizzazioni non governative?

A che cosa si convoca? Ad un forum di discussione o una riunione per
l’azione? Ad un’assemblea di solidarietà con gli zapatisti o di
costruzione di una rete con un’identità più ampia? Si cerca di formare
una nuova Internazionale o un’istanza coordinatrice delle resistenze?
Chi deve partecipare all’incontro? La società civile, i partiti e le
organizzazioni politiche di sinistra, i movimenti sociali? Come si
prenderanno gli accordi nel caso l’evento decida di giungere a
conclusioni?

Che contenuto dovrà avere la riunione? Antineoliberista,
anticapitalista, esplicitamente socialista, libertario?

Nel vecchio mondo la sinistra radicale si è relativamente ricomposta e
rafforzata. Il suo ultimo grande trionfo è stata la vittoria del "no"
in Francia alla Costituzione europea. I movimenti sociali hanno
guadagnato grande peso politico in America Latina. Le coalizioni
civiche godono di enorme protagonismo in Asia. Molti sono disposti a
concordare e provare a formare coordinamenti internazionali che vadano
oltre i forum sociali. L’autorità dello zapatismo per molti di loro è
significativa.

La resistenza contro il neolberismo sembra essere maturata in tutto il
pianeta. La sinistra cerca di dotarsi di una nuova identità in tutto
il mondo. Il prossimo incontro Intergalattico potrebbe essere un passo
avanti nell’ardua costruzione di una rete planetaria di resistenze.