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Il baco del Mele

Publie le sabato 4 agosto 2007 par Open-Publishing
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Il deputato Mele dell’Udc il cattolicissimo partito del Vaticano (Udc gia’ abbondantemente compromessa con mafia siciliana, vedi Cuffaro, e delinquenza finanziaria, quand’anche con immorali e miserevoli condotte di vita comune spacciate per romantiche love story su tutti i rotocalchi italiani), il deputato Mele, dunque, dopo un festino, si porta in albergo due prostitute prodigando loro alcool e cocaina, ma una delle due squillo ha una crisi da overdose per cui e’ urgente chiamare il pronto intervento per salvarla. Il Mele in questione era gia’ noto per sottrazioni indebite a spese di un comune, denaro che gli serviva per giocare al casino’. Insomma un identikit da perfetto buon cristiano, un vero delegato di valori vaticano, tutto casino e casino’ con benedizione di polvere bianca ed alcool in sostituzione dello Spirito Santo. La moglie, che ha gia’ due figli ed e’ in attesa avanzata del terzo, non smette di piangere. Ma che soggetto fosse il marito doveva saperlo gia’ da prima, a meno che non fosse cecata o percipiente.

Il segretario dell’Udc, l’incredibile Cesa, quello che sembra un Voldemort senza sangue nelle vene, “difende” Mele, dicendo che e’ stato un eroe e un santo, infatti poteva eclissarsi nella notte, abbandonando la prostituta alla morte con nonchalance. Dopo ‘San Previti martire’ e ‘autambulanza-Selva’ avremo dunque ‘San Mele della polvere bianca’ ?
In verita’ le cose non stanno come lui la racconta e la squillo che ha chiamato l’autoambulanza ha dovuto combattere con lui che le voleva strappare di mano il cellulare.

Ma l’inverosimile Cesa tenta una improbabile difesa della categoria e parla della grama esistenza dei parlamentari a Roma (3 giorni la settimana quando va bene, poi tutto lavoro di pianisti), nel deserto di una solitudine penosa, con stenti salari, lontani dalle famiglie, abbandonati a un nebbioso spleen, per cui certi “peccatucci” sarebbero “comprensibili”. E anzi fa di piu’: “sollecita” un aumento degli stipendi dei parlamentari per permettere le congiunzioni familiari (terminologia particolarmente turpe in quanto estratta dal trattamento disumano dei migranti), che costringe ad associazioni mentali non propriamente felici con chi e’ costretto realmente a vite sventurate.

Quel che segue e’ una pagliacciata della peggior specie. Fatto dimettere il Mele temporaneamente dall’Udc (ma deputato resta), il cattolicissimo partito della Chiesa tenta una ridicola palingenesi, esibendo un test antidroga di gruppo, pubblico, palese e sue spese, una gradassata da circo con prime pagine dei quotidiani che mostrano Casini a bocca aperta e occhi lessi mentre stoicamente si fa introdurre un tampone in gola. Cosi’ l’Udc dovrebbe riaffermare la regola della mela marcia nel paniere delle mele sane.

Peccato che tutti sappiano che le tracce di cocaina scompaiono in 24 ore, marijuana e hashish in 14, anfetamine in 72, dunque su questa esibita verginita’ abbiamo i nostri dubbi. In quanto agli intrecci con mafia, malaffare e furti di denaro pubblico, dubitiamo che esistano test di overdose, visto che hanno tentato di salvare Previti, Dell’Utri gode di alta stima, Berlusconi rischia di vincere di nuovo le elezioni e l’emerito opinionista di RadioMaria non deflette di un grado dalle sue incitazioni a votare Cdl.

Cosi’ l’Udc restera’ ancora il partito di riferimento della Chiesa, con Forza Italia, si intende.

E manifestarsi come cattolico anche in politica sembrera’ ogni giorno di piu’ una immane bestemmia.

Simpatico Diliberto: “Viste le frequentazioni, perche’ non fate anche un test sulla sifilide?”

Si riporta la sterile diatriba: e’ meglio la saliva o il capello?
L’Udc ha fatto venire a Montecitorio un’ambulanza per la saliva. La Russa ha contestato con l’analisi del capello (ma i riporti e i capelli trapiantati valgono uguale?), “AN ha organizzato un’altra analisi ovviamente in ambulatorio, perche’ l’unica ambulanza rimasta era prenotata da Selva”. L’Udc proclama che “centinaia e centinaia” di parlamentari hanno fatto il test. Difficile. La matematica non e’ opinabile come la propaganda da baraccone di certi leader. L’Udc di politici ne conta 53 (5 si sono defilati).

Dice Messina:
“Chi non ha capelli o saliva puo’ presentare un conto dell’Hotel Flora per camera singola”. Il letto a tre e’ escluso.

Dunque per 122 parlamentari abbiamo test negativi, che dicono che nelle ultime 48 ore non si sono fatti. Saranno in crisi di astinenza, i poveretti.
Cosa non si deve fare per la politica!

Ma davvero costoro credono di essere credibili?
Ma davvero sono tanto cretini da crederci cosi’ cretini?

A questo punto chiediamo a gran voce che Lapo sia fatto deputato ad honorem, magari anche portavoce del premier, qualunque esso sia, e naturalmente rappresentante del Vaticano. Gli spetta di diritto. Cos’ha di meno che costoro non abbiano?

Dicono che, in un rastrellamento sulla pedopornografia, la polizia postale sia finita nella casa di un parlamentare di spicco, piena di materiale particolarmente schifoso e penalmente rilevante. Per ora si e’ mantenuto il segreto stampa, ma prima o poi la verita’ arriva. Magari e’ un rappresentante cattolicissimo anche lui, in odore di Opus Dei, magari e’ un protettore dei bambini, visto che Mele era promotore di test antidroga in Parlamento. Magari mentre si eccita con le torture ai bambini porta il cilicio, le depravazioni non hanno mai fine. Dopotutto se la Chiesa ha mantenuto in carica il vescovo Giordano che e’ un usuraio, ha allontanato ogni processo dal cardinal Marcinkus che era un fior di farabutto e protegge i peggiori pedofili americani, e’ perfino amicissima di Fazio, il legionario di Cristo, una certa confidenza con la teppa peggiore dovrebbe averla.

Ormai la puzza si sente forte, ma non sembra propriamente di incenso.

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Copiamo da Repubblica:

"Mele era finito in gattabuia nel gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno perché insieme col primo cittadino andavano a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Centinaia di milioni, tra il 1995 e il 1998, per assegnare appalti pubblici o fare assunzioni. Poi la partenza alla volta di Montecarlo per accomodarsi al tavolo verde. Una passione sfrenata, quella per il gioco, che gli costa l’arresto con le accuse di concussione e corruzione. Il processo va avanti.

Ma già nel 2000 l’eclettico Mimmo voleva diventare consigliere regionale: l’ex democristiano bussa alla porta di An, però gliela sbattono in faccia. Riesce ad accasarsi nell’Udc e trionfa. "Dalle sue parti è sempre stato temuto e rispettato". Tant’è che proprio l’Udc a Carovigno ha una delle percentuali più alte in Italia.
Non si perde mai d’animo, Mele. E’ il 2003 e l’assemblea pugliese discute a proposito dell’Iraq invaso dagli americani. Il capogruppo del partito all’epoca guidato da Marco Follini deve partecipare al dibattito, però non sa aprire bocca.
E allora, che fa? Rilegge parola per parola l’intervento di Follini alla Camera fatto quindici giorni prima: era una disquisizione sulla concessione agli Usa delle basi militari tricolore, ma col tacco d’Italia aveva poco a che fare. Tutti ascoltavano Mele, ma non riuscivano a capire. Non ci volle molto per scoprire l’arte di copiare il capo. Forse in queste ore può andare bene quello che Mele predicava quattro anni fa. Avevano arrestato un assessore della giunta Fitto: Andrea Silvestri, pure Udc. E Mele avvertiva: "La spettacolarizzazione della giustizia non rende un servizio ai cittadini".

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da

http://www.masadaweb.org

da

masadaweb.org
“Un tempo i giovinastri si facevano le pere. Ora i politicastri si fanno come Mele”.

….e per fortuna che sigmatizzavano gli spinelli!

Volevano fare i blitz nei licei con i cani droga per arrestare gli studentelli, e se usassero i cani antidroga a Montecitorio? Ma forse anti-droga non basta, ci vorrebbero i cani antivalanga, per salvare dalla slavina della marmaglia qualche sopravvissuto con sembianze umane, prima che sia clonizzato del tutto.

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Ovviamente Mele si proclama innocente. Come Previti. Come Berlusconi. Come Dell’Utri. Come Mambro e Fioravanti, pluri-ergastolani accolti dai radicali!

Sono tutti errori umani. Orrori umani, diremmo. Mele aveva tracce di cocaina persino sulla tessera magnetica per entrare in camera, si vede che la usava per tagliare la neve.

Messaggi

  • Cesa, segretario dell’Udc, propone che si aumenti lo stipendio dei parlamentari cosi’ che essi possano fare “i ricongiungimenti familiari” e non avere l’impellenza di “conoscere” (in senso biblico) avvenenti signorine a 500 euro a botta, visto che, per gli onorevoli, coitare e’ un’urgenza piu’ forte che legiferare (anche se Leone diceva che cumanna’ e’ meglio che fottere) e il partito del Family day dovrebbe come minimo garantire un coito di famiglia, sempre che la coerenza cattolica non sia una barzelletta.

    Ricordiamo tuttavia che il nostro e’ il Parlamento piu’ assenteista d’Europa e che ancora non si e’ regolamentato l’annoso problema dei pianisti, che sarebbero come quegli amici che timbrano i cartellini di impiegati assenti i quali possono anche rischiare il licenziamento. Gli onorevoli no.
    Anzi si difendono vibratamente per l’impellente necessita’ (ma quante impellenze hanno?) di tenersi in contatto coi bacini elettorali.
    Ora se la moglie di Mele viene a Roma, gravidanza avanzata permettendo, e Mele per impellenze elettorali va di continuo a Carovigno (Brindisi), resta ugualmente un buco scoperto (con molte scuse alla signora).

    Si potrebbe ovviare all’inconveniente concedendo agli onorevoli il diritto a due mogli, una a Roma e una nel bacino elettorale, così con due bacini a disposizione (mi scuso per il doppio senso) forse avremmo un po’ d’ordine, del pisello, si intende.

    Sarebbe bigamia? Embe’! I E che sara’ mai? I PACS ce l’hanno gia’!

    Sul diritto alla coca l’onorevole Cesa non si e’ ancora pronunciato ma vedrete che qualche onorevole stronzata la trovera’.

    Qualcuno ha detto che per noi cittadini il problema di una Mele-incoerenza non e’ impellente. Si vede che anche per le impellenze c’e’ chi ci ha il diritto e chi no. Ma signori: cummanna’ no, fottere no, lasciateci almeno sfottere!

    viviana