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Il calcio non sfugge alla lotta di classe

Publie le giovedì 20 agosto 2009 par Open-Publishing
5 commenti

Premesso che quanto scrivo potrebbe pure in qualche modo essere provocatorio, ma in fondo io credo non lo sia poi tanto...

L’altro ieri Silvio Berlusconi ha detto che vorrebeb istituire una legge che imponga un massimo salariale per i giocatori di calcio. A parte il fatto che i denari nel mondo del calcio sono stati da lui introdotti, almeno nella misura esorbitante di questi ultimi 20 anni, ma è incredibile che un personaggio che guadagna milioni di euro grazie alla corruzione, al suo potere politico, agli intrallazzi passati con mafia (Mangano) e delinquenti politici (Craxi), si scagli contro quelli che sono semplicemente dei lavoratori dipendenti.

Vuoi pagarli di meno?Allora pagali di meno, c’é qualcuno che te lo impedisce?No, nessuno...il problema è che Berlusconi non può più spender soldi e allora vuole obbligare gli altri a non spenderli. E’incredibile poi che un "liberista" come lui si appelli poi allo Stato e al governo (cioè a lui stesso) per imporre un limite massimo agli stipendi. Ma il prezzo non lo fa il mercato?Ma non si diceva che lo Stato doveva starsene alla larga dagli imprenditori?Oppure lo Stato deve essere munto e utilizzato dalle classi dominanti quando fa loro comodo, mentre quando deve servire per sostenere gli sfruttati ed emarginati allora ci si può appellare alle "sacre" leggi dell’economia?

Questa ipocrisia Berlusconiana ha trovato il sostegno del presidente della Lazio che ha denunciato lo scandalo italiano, cioé che i calciatori guadagnano troppo mentre ci sono operai che guadagnano 1000 euro al mese. Bella ipocrisia!Lo scandalo é anche che ci sono personaggi milionari come Lotito e Berlusconi che utilizzano il calcio per far soldi oppure lo utilizzano come un gioco (Moratti), mentre nelle loro fabbriche gli operai muoiono (vedi Sarroch).

Ora questa grottesca situazione non é altro che il ripetersi di quanto storicamente accade soprattutto nei momenti di crisi, ovvero la classe padronale per stare sul mercato e proseguire nei suoi loschi affari non fa altro che attaccare i propri dipendenti lavoratori, che in questi caso sono i calciatori..che sono sicuramente milionari (non tutti) ma sono pur sempre dipendenti. Quindi questa non è altro che lotta di classe e siccome gode di molto sostegno tra i cosiddetti "tifosi" non fa altro che incrementare le simpatie di cui gode attualmente la classe padronale.

Eternamente la classe dominante quando deve attaccare i lavoratori lo fa appellandosi a principi moralistici che essi stessi non conoscono e non hanno mai conosciuto, ma il loro esclusivo scopo è quello di proseguire nei loro loschi e criminali affari.

Messaggi

  • stai parlando di una futuribile disputa tra patron di società calcistiche e calciatori di serie A che guadagnano (i più scarsi) come minimo 0,5ml di eruini a stagione... fino ad arrivare a 6ml di euro a stagione. Dunque una disputa tra stra-ricchi. Altro che lotta di classe.

    • Sicuramente, però i calciatori sono dipendenti lavoratori..c’è qualcuno che gli offre X e che sò scemi?Il crimine non sta nel fatto che qualcuno prende X per giocare a calcio, ma che qualcuno offre X per giocare a calcio..Esiste un minimo sindacale per i calciatori (1500-2000), nessuno vieta ai presidenti di pagarli tanto..ovviamente nessuno ci starebbe, ma nessuno li vieta di pagarli con il minimo...resta il fatto che in momenti di crisi il padrone attacca i diritti dei lavoratori e il calcio non sta sfuggendo a questa regola...ricordo che parliamo di gentaglia come moratti, berlusconi, lotito ecc. che si arrichiscono nei modi più immorali e poi accusano i calciatori (dipendenti) di guadagnare troppo..spieghino loro per primi come si sono arricchiti..loro si arrichiscono con lo sfruttamento del lavoro altrui, il calciatore non sfrutta il lavoro di alcuno....sia chiaro che non voglio fare l’apologia dei calciatori (spesos ignoranti e servili), tuttavia mi pare che si stia ripetendo il solito ritornello: in periodo di crisi i padroni attaccano i diritti dei propri dipendenti.

    • già... ma non sarebbe MEGLIO e più utile parlare di NOI COMUNI MORTALI che quei soldi non li vediamo in un’intera vita?! Poi, se proprio si vuol ragionare sul tiramolla tra padrone berlusconi ed il proletario pirlo....

    • Un attimo, io non sto parlando di "tira e molla", bensì del fatto che anche in ambienti del genere, in cui circolano milioni di euro, i padroni attaccano sempre e comunque i lavoratori..e sempre e comunque difendono la loro azione criminale ammantandola di pseudovalori, in relatà si tratta sempre di crimini classisti, perché la loro azione é volta ad incrementare i loro profitti ai danni dei loro dipendenti..

    • Si può al massimo sostenere che il calcio non sfugge alle contraddizioni socio/economiche e quindi nemmeno al conflitto ....

      E questo non riguarda solo le dispute tra calciatori e società di football ....

      Anche il movimento ultras - del quale si tende invece a notare solo l’appartenenza fascista di una parte dei gruppi di tifosi - espime sicuramente un conflitto sociale ....

      In ogni caso, sia per gli ultras e soprattutto per le diatribe calciatori - società, parlare di "lotta di classe" mi sembra sinceramente eccessivo ....

      Il Sig. Pirlo, poi ve lo raccomando ..... di etnia rom, lui stesso "schedato" nella follia dei provvedimenti razziali di questo governo ... più volte sollecitato a prendere posizione su tali provvedimenti ... si è ben guardato dal pronunciarsi in alcun modo ....

      Con Berluskoni può anche scontrarsi sui suoi personalissimi compensi ... su questioni legati ai diritti dell’ambiente da cui socialmente proviene invece no ...

      Ecco, diciamo che il calcio non sfugge al conflitto .... ma parlando delle dispute tra patron delle squadre e calciatori è marxisticamente assai difficile individuare in questo conflitto chi sono i "buoni" e chi i "cattivi" della situazione ....

      K.