Home > Il candore disarmante di Epifani
Prendiamo spunto dall’ultima delle numerose dichiarazioni stampa che Epifani sta rilasciando in questo periodo perchè ci da lo spunto per alcune considerazioni
Leggi l’agenzia di stampa :
WELFARE: EPIFANI, DA ASSEMBLEE SFIDUCIA VERSO POLITICA
Dalle assemblee dei lavoratori sul protocollo sul welfare e pensioni del 23 luglio ’si respira un clima di sfiducia nei confronti della politica’. A dirlo è il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Nelle assemblee viene anche sottolineato, ha aggiunto Epifani, il tema della ’propria condizione, soprattutto salariale e retributiva, molto pesante’. Per il leader della Cgil ’le assemblee dovrebbero dire, oltre che a noi, anche al Paese, che esiste un problema della condizione dei lavoratori, dei pensionati, e in modo particolare del lavoro industriale, che dovrebbe essere oggetto di una politica più attenta, sia dal punto di vista fiscale sia per quanto riguarda il controllo dei prezzi e per tutto ciò che possa agevolare soluzioni contrattuali’.
25/09/2007 16.19
In sostanza Epifani sottolinea come nelle assemblee che si stanno tenendo sul protocollo del 23 luglio si sia accorto di come i lavoratori manifestino la loro sfiducia verso la politica.
Non è una novità (se Epifani frequentasse più spesso le assemblee dei lavoratori se ne sarebbe accorto da tempo), ma è strano che Epifani non si accorga di come questa sfiducia si allarghi ormai a macchia d’olio anche verso le organizzazioni sindacali.
La sua analisi è così banale che arriva a concludere che la politica è vissuta dai lavoratori con occhio critico perchè si sono accorti che le loro retribuzioni continuano a diminuire.
Ma altrettanto banale (ed assurdo) è che Epifani ricavi da tutto questo la forte preoccupazione che il paese ascolti la voce dei lavoratori, sopratutto per quanto riguarda il loro grido di dolore in materia di retribuzione e di pensioni.
Epifani sembra non essersi accorto che è proprio lui ad avere appena firmato un accordo che taglia le pensioni e che regala la totale libertà per il Governo (qualsiasi esso sia) di decidere a tavolino come e quanto tagliare in futuro i coefficienti di calcolo della pensione.
Così come sembra non essersi accorto che una buona responsabilità di anni di politiche salariali moderate, condizionate dal vincolo della produttività e della redditività di impresa sono proprio legate dalle scelte concertative del sindacato confederale, sia in materia salariale che previdenziale, come anche in materia di precarietà (lavorativa, quindi anche salariale e previdenziale).
Sarebbe bene che Epifani provasse a ragionare almeno un momento se non sia il caso di rimettere mano alle politiche rivendicative sindacali, ma lui scarica tutte le responsabilità sulla politica.
Infatti non dice che vanno aumentate le richieste salariali e che queste vanno liberate da tutti i vincoli che sono stati concessi in questi anni, dice invece che il Governo deve avere più attenzione ai prezzi.
Cosa giusta (anche se monca se non accompagnata da una seria politica contrattuale) ma allora Epifani dovrebbe dirci come pensa di conquistare una migliore tutela salariale attraverso un maggiore controllo dei prezzi.
Non basta infatti andare all’incontro col Governo (per discutere della prossima legge finanziaria) a sollecitare una maggiore attenzione.
Epifani è un sindacalista (e non un prete che si accontenta di fare ragionamenti morali) e quindi dovrebbe dire quale piattaforma intende presentare al Governo e come intende creare i rapporti di forza per sostenerne gli obiettivi e conquistare risultati concreti.
Ad esempio:
non è il caso di rivendicare il ripristino di un sistema di prezzi amministrati e controllati almeno sui generi di prima necessità e sulle tariffe ?
non è il caso di impedire le politiche di privatizzazione dei servizi che, come si è visto, portano al peggioramento dei servizi ed ad un aumento dei costi ?
Non è il caso di chiedere il ripristino di un tetto (equo canone) sugli affitti ?
Non è il caso sopratutto di ripristinare un sistema di indicizzazione delle retribuzioni e delle pensioni che li tuteli rispetto all’inflazione reale ?
Ed inoltre, non è il caso di rivedere l’accordo sulle pensioni (che di fatto le taglia) e sulla precarietà (che di fatto riconferma e salva la legge 30 aumentando così la precarietà e la povertà) ?
Quello che chiediamo ad Epifani è che non si nasconda dietro al crisi della politica e che proponga qualcosa di vero, di concreto per difendere salari e pensioni. Invece di andare a chiaccherare con Prodi di finanziaria e lanciare messaggi morali al Governo tramite le interviste ai giornali sulla maggiore attenzione che questo Governo deve dare ai poveri, apra una discussione tra i lavoratori per preparare una piattaforma da presentare al Governo con obiettivi precisi, concreti e verificabili, e rimetta mano (autocritca) sulla pochezza dell’iniziativa sindacale di questi anni..
Epifani non può tacere su quello che ha fatto fino ad oggi (cioè dare una buona mano a peggiorare le condizioni retributive e previdenziali) ed invitare i lavoratori a scaricare la loro rabbia sulla politica.
Faccia il sindacalista una buona volta
26 settembre 2007
Coordinamento RSU
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