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Il capo del bordello di Stato
Leggetevi l’intervista di Repubblica all’ex fidanzatino di Noemi (non quello posticcio che B ha di colpo messo accanto alla ex minorenne ma quello che la precoce ragazzina si era trovata per proprio conto).
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-2/parla-gino/parla-gino.html
Il quadro che esce è tremendo: dunque l’attuale capo del governo è un maniaco sessuale in continua fregola preoccupato solo di inrementare il postribolo di stato, un corruttore di ragazzine in pompa magna che si fa portare da Fede i buck delle minorenni d’Italia, sceglie quelle che gli paiono piu’ appetibili, le contatta personalmente come farebbe un pappone qualunque, senza rispetto per il proprio ruolo e grado, regala loro diamanti o appartamenti, promette loro posti in parlamento o in europarlamento e le avvia al fulgido mercato della prostituzione "alta" che abbraccia dirigenti della tv, politici, calciatori, e altri maiali di casta.
Lo stesso capo di governo impone il modello Noemi attraverso le sue televisioni e le televisioni di stato e le sue riviste a tutta la gioventù d’Italia, maggiorenne e minorenne.
Un immenso bordello di stato che si allarga sino a comprendere le ragazzine minoremmi, gestito con l’aiuto di manutengoli che sono direttori di tv o addirittura ministri, in cui ogni cosa pubblica o privata viene piegata in modo scandaloso alle necessità del bordello di stato, unica realtà eclatante che l’Italia presenta al mondo.
A questo bordello di stato avanzato senza pudore e con una sfacciataggine estrema, il mondo di Confindustria batte le mani e il mondo cattolico consente, per la vergogna veramente portata ai più infimi estremi di tutti.
Su questo bordello di stato in cui il capo del governo riveste il ruolo di grande artefice e maitresse suprema l’Avvenire tace.
E tacciono gli elettori di Berlusconi perdendo per sempre la faccia, supposto che l’abbiano mai avuta.
masadaweb.org
masada 928. Su la testa!
Messaggi
1. Il capo del bordello di stato, 25 maggio 2009, 08:45
Rotto l’incantesimo
del nuovo Don Rodrigo
di GAD LERNER
Forse ora la smetterà d’insistere sulla propria esuberanza sessuale, sulle belle signore da palpare anche tra le macerie del terremoto e sulle veline che purtroppo non sempre può portarsi dietro.
A quasi 73 anni d’età, Silvio Berlusconi si trova per la prima volta in vita sua a fare davvero i conti con l’universo femminile così come lui l’ha fantasticato, fino a permearne la cultura popolare di massa di questo paese. Lui, per definizione il più amato dalle donne, sente che qualcosa sta incrinandosi nel suo antiquato rapporto con loro.
Le telefonate notturne a una ragazzina, irrompendo con la sproporzione del suo potere - come un don Rodrigo del Duemila - dentro quella vita che ne uscirà sconvolta. E poi il jet privato che le trasporta a gruppi in Sardegna per fare da ornamento alle feste del signore e dei suoi bravi. Ricompensate con monili ma soprattutto con aspettative di carriera, di sistemazione. L’immaginario cui lo stesso Berlusconi ha sempre alluso nei suoi discorsi pubblici è in fondo quello di un’Italietta anni Cinquanta, la stagione della sua gioventù: vitelloni e case d’appuntamento; conquista e sottomissione; il corpo femminile come meta ossessiva; la complicità maschile nell’avventura come primo distintivo di potere. Nel mezzo secolo che intercorre fra le "quindicine" nei casini e l’uso improprio dei "book" fotografici di Emilio Fede, riconosciamo una generazione di italiani poco evoluta, grossolana nell’esercizio del potere.
Di recente Lorella Zanardo e Marco Maldi Chindemi hanno riunito in un documentario di 25 minuti le modalità ordinarie con cui il corpo femminile viene presentato ogni giorno e a ogni ora dalle nostre televisioni, con una ripetitiva estetica da strip club che le differenzia dalle altre televisioni occidentali non perché altrove manchino esempi simili, ma perché da nessuna parte si tratta come da noi dell’unico modello femminile proposto in tv. La visione di questa sequenza di immagini e dialoghi è davvero impressionante (consiglio di scaricarla da www. ilcorpodelledonne. com). Viene da pensare che nell’Italia clericale del "si fa ma non si dice" l’unico passo avanti compiuto nella rappresentazione della donna sia stato di tipo tecnologico: plastificazione dei corpi, annullamento dei volti e con essi delle personalità, fino a esasperare il ruolo subalterno, spesso umiliante, destinato nella vetrina popolare quotidiana alla figura femminile senza cervello. Cosce da marchiare come prosciutti negli spettacoli di prima serata, con risate di sottofondo e senza rivolta alcuna delle professioniste, neppure quando uno dopo l’altro si sono susseguiti gli scandali tipicamente italiani denominati Vallettopoli.
In tale contesto ha prosperato il mito del leader sciupafemmine, invidiabile anche per questo. Fiducioso di godere della complicità maschile, ma anche della rassegnata subalternità di coloro fra le donne che non possano aspirare a farsi desiderare come veline.
Tale è stata finora l’assuefazione a un modello unico femminile - parossistico e come tale improponibile negli Stati Uniti, in Francia, nel Regno Unito, in Germania, in Spagna - da far sembrare audacissima la denuncia del "velinismo politico" quando l’ha proposta su "FareFuturo" la professoressa Sofia Ventura. Come se la rappresentazione degradante della donna nella cultura di massa non avesse niente a che fare con la cronica limitazione italiana nell’accesso di personalità femminili a incarichi di vertice. Una strozzatura che paghiamo perfino in termini di crescita economica, oltre che civile.
Così le ormai numerose indiscrezioni sugli "spettacolini" imbanditi nelle residenze private di Berlusconi in stile harem - mai smentite, sempre censurate dalle tv di regime - confermano la gravità della denuncia di Veronica Lario: "Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica". Una sistematica offesa alla dignità della donna italiana resa possibile dal fatto che "per una strana alchimia il paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore".
Logica vorrebbe che dopo le ripetute menzogne sulla vicenda di Noemi Letizia tale indulgenza venga meno.
La cultura misogina di cui è intriso il padrone d’Italia - ma insieme a lui vasti settori della società - risulta anacronistica e quindi destinata a andare in crisi. Si rivela inadeguata al governo di una nazione moderna.
Convinto di poter dominare dall’alto, con l’aiuto dei suoi bravi mediatici, anche una realtà divenuta plateale, l’anziano don Rodrigo del Duemila per la prima volta rischia di inciampare sul terreno che gli è più congeniale: l’onnipotenza seduttiva, la cavalcata del desiderio. L’incantesimo si è rotto, non a caso, per opera di una donna.
(25 maggio 2009)
1. Il capo del bordello di stato, 26 maggio 2009, 12:16, di ester pistone
concordo vivamente con la desolante analisi di lerner e in quanto donna mi sento offesa e disgustata di essere rappresentata nel mondo da un capo di governo corrotto e corruttore di tutti coloro che con arrogante servilismo lo seguono osannandolo. vorrei sapere se sia possibile indire una raccolta di firme magari promossa da la repubblica aperta a tutti. persone comuni , gente dello spettacolo, della cultura, laici e non, sportivi ....chiunque voglia costringere democraticamente ma fermamente il buffone a dimettersi .spero sia possibile pre un paese degradato come il nostro ma ancora salvabile dal sentire della gente perbene fare che un moto di rivolta morale ci restituisca dignita agli occhi del mondo e preservi noi e i nostri figli da questo stato bordello . spero tanto sia possibile .aiutateci . grazie .
2. Il capo del bordello di stato, 25 maggio 2009, 14:03
Abbiamo il presidente del consiglio che soffre di satiriasi:se ne rendesse conto e si facesse curare invece di circondarsi di Yes-men per i quali ve sempre bene quel che fa!E’ una patologia che può e deve essere curata ma il primo passo è rendersi conto di essere malati.
3. Il capo del bordello di stato, 26 maggio 2009, 10:57, di IGUS
Finalmente sta diventando evidente a tutti/e che cosa si intendeva quando dicevamo che era inutile sgolarsi per denunciare la presa del potere politico da parte di una persona Berlusconi.. mentre si ha invece a che fare con la presa del sociale da parte di una forma di vita: Jeune-Fille di cui Berlusconi è solo l’esplicazione massima in questo paese..
Nulla di meno personale delle attuali vicende che coinvolgono Berlusconi.. ma anzi, oserei dire che rendono evidente e delineano un vero e proprio "carattere" diffuso in ogni dove ed a tutti i livelli (anche nella presunta sinistra) che pervade l’epoca del tardo capitalismo spettacolare fondato sulla forza-seduzione come forma-di-vita (Jeune-Fille)
Ma tutto ciò significa anche il fallimento del femminismo poichè: la confusione ideologica fondamentale tra la donna e la sessualità assume solo oggi tutta la sua ampiezza e gravità, dato che la donna, un tempo patriarcalmente asservita in quanto sesso, è oggi "liberata" in quanto sesso.. ed ecco l’ambiguità della rivendicazione di una pura differenza sessuale che finisce per reiterare ancora l’ordine simbolico del padre (porsi come differenza sessuale vuol dire porsi ancora a partire da un significante maschile anche se le si da una valenza positiva anzichè negativa come nel patriarcato)
Il capitalismo tutto ciò lo ha capito benissimo ed infatti a partire dalla seconda metà del novecento ha favorito e trainato la cosiddetta emancipazione femminile (e giovanile) proprio perchè aveva bisogno di fondarsi sulla forza-seduzione per perpetuare il suo dominio essendo venuti meno i valori vetero borghesi ottocenteschi-primo novecenteschi.. da qui l’origine del fenomeno Jeune-Fille come forma-di-vita fondata sulla forza-seduzione diffusa in ogni dove funzionale al dominio del tardo capitalismo spettacolare di cui Berlusconi è il massimo rappresentante in questo paese..