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Il caso De Magistris : punto di non ritorno della democrazia reale

Publie le lunedì 5 novembre 2007 par Open-Publishing

di Sinistra Europea Calabria

Il magistrato De Magistris, suo malgrado, è diventato oggetto di una serie di attacchi che vanno al di là del singolo caso e ne fanno una questione nazionale.
In ordine di successione, questo giovane magistrato si è visto prima sfilare l’inchiesta Poseidon, poi assistere esterrefatto alla richiesta di trasferimento dalla sede di Catanzaro da parte del ministro Mastella, infine la decisione di questi giorni dello scippo della inchiesta Why not da parte del procuratore generale regente di Catanzaro, due giorni dopo che sul registro degli indagati compariva il ministro della Giustizia (quale?) Mastella.
Questa successione di attacchi frontali al lavoro di un giudice non si era mai vista , neanche nell’era Berlusconi, che aveva fatto pressioni per spostare la sede dei suoi processi, ma non si era mai servito del suo grande potere per defenestrare direttamente un magistrato.

Ma, il caso De Magistris è ancora più grave perché dimostra che appena si toccano i poteri occulti di questo paese un magistrato, quando non viene ammazzato, viene messo in condizione di non poter lavorare. Il fatto è ancora più grave perché nell’inchiesta Why not il lavoro investigativo ha portato alla luce l’intreccio di poteri politici ed economici , massonici e mafiosi, che costituiscono la cupola che soffoca molte aree del nostro paese.
Siamo di fronte non solo alla fine della indipendenza della magistratura, e quindi alla caduta di un caposaldo del pensiero liberale, ma una ad nuova ed inedita fase della lotta di classe che vede l’emergente borghesia mafiosa uscire allo scoperto con atti di arroganza che possono portare, nel nostro Paese, allo svuotamento della democrazia reale ed alla perdita dei diritti fondamentali della persona e dei lavoratori. Se dovesse definitivamente risultare vincente questo attacco frontale al giudice De Magistris, si aprirà un nuovo capitolo nella storia del nostro paese in cui più nessun cittadino o organizzazione sociale potrà difendersi dallo strapotere di questa nuova classe dominante, potrà più avere punti di riferimento, certezze del diritto repubblicano e democratico.

Come Sinistra Europea Calabrese riteniamo che la lotta contro la nuova borghesia mafiosa, che in molte regioni meridionali ha conquistato pezzi importanti delle istituzioni, costituisca oggi la frontiera , lo spartiacque , tra chi crede nella democrazia reale e chi ne usa ed abusa il nome. Riteniamo che la difesa dell’autonomia ed indipendenza della magistratura costituisca una battaglia politica di prima grandezza per salvare i cittadini ed i lavoratori dai poteri occulti che stanno ritornando con più forza a controllare e manipolare le nostre istituzioni democratiche e repubblicane. Non possiamo permetterci di perdere questa battaglia se vogliamo salvare veramente la democrazia, se vogliamo difendere gli spazi di agibilità democratica già così ridotti dallo strapotere del grande capitale nazionale ed internazionale.

nostra Assemblea Nazionale del prossimo 1 e 2 dicembre in Calabria dovrà affrontare decisamente questo nodo e avviare una grande controffensiva democratica con tutto il popolo del 20 di ottobre.