Home > Il coraggio delle idee
di Piergiovanni
sono a casa, il mio giorno libero quest’anno è di giovedì e mi godo
l’ultimo giorno di questo lungo ponte. sono davanti al mio mac a
leggere, come ogni giorno, i giornali sul web. lo faccio sempre.
mentre leggo le notizie che provengoo da parigi e inizio a scorgere i
segnali dei malumori in altre capitali come roma, mi tornano alla
mente le parole che scrivevo ieri nella mia email su pasolini. mi
chiedo quale futuro ci si possa aspettare.
io non sono antisemita, e non sono antiisraeliano. e non sono anti
nessuno.
io credo nella pace, nella giustizia, nel coraggio di chi propugna le
proprie idee con forza, con coerenza, con fermezza. gli israeliani mi
sono fratelli come mi sono fratelli gli iraniani. nelle lotte
fratricide non ho mai creduto, a cominciare da quelle che hanno
tormentato i balcani e che adesso tormentano l’iraq. una fiaccolata
di solidarietà nei confronti del popolo israeliano non significa
essere solidali, significa mettersi contro un altro popolo che non ha
colpe, perchè nessuno ha colpe.
quando ripenso a pierpaolo pasolini mi viene in mente la sua presa di
posizione durante i famosi scontri di valle giulia. pasolini appoggiò
la polizia. scandalo. no, pasolini appoggiava i poliziotti perchè
erano figli di operai e di contadini. perchè conosceva la miseria e
il degrado di quelle realtà sociali. troppo facile indossare l’eskimo
per poi tornare a mangiare un pasto caldo nel proprio appartamento ai
parioli. sapete, io ci ho messo molto a capire. quattro anni fa anche
io mi sono scagliato contro la polizia del G8, e mi sono incazzato e
amareggiato per quello che successe alla diaz. e sapete, quando carlo
è stato ucciso io quella mano vigliacca non ho voluto perdonarla. ma
poi ho pensato. ho riflettuto.
io voglio la pace. io credo nella giustizia, credo nella società
aperta a tutti. non mi piacciono le distinzioni. e allora quando oggi
guardo i celerini che vigilano sui cortei dei miei studenti
sedicenni, non li vedo come nemici. non creiamo una società di
nemici. quei ragazzi che oggi scelgono di fare il carabiniere o il
poliziotto, spesso sono ragazzi del sud, ragazzi seri, onesti,
poverissimi. uno di loro, me lo ricordo bene, si chiamava, eh sì, si
chiamava perchè è morto, a nassirya.... si chiamava pietro, pietro
pietrucci. era figlio di una umilissima ma onesta famiglia, di
casavatore, un paesino vicino a napoli, la città a cui io sono legato
perchè lì abita la mia compagna, i miei suoceri, la mia seconda
famiglia. pietro era un soldato per bisogno. perchè quando hai fame e
ti serve un lavoro pulito in molti casi scegli l’esercito o le forze
dell’ordine. pietro lo hanno mandato a sparare sui civili iracheni
che si avvicinavano per esprimere il loro odio verso questa
occupazione arrogante e inutile. ma un giorno è toccato a lui di
tornare a casa col tricolore avvolto sulla bara.
chi ha colpa? non creiamo divisioni. non creiamo separazioni. creiamo
il dialogo. la fiaccolata dovrebbe essere fatta per entrami i popoli,
quello israeliano e quello iraniano. perchè solo con la pace e il
dialogo, con la tolleranza e il rispetto, si costruisce un mondo di
coraggiosi, e non di vigliacchi.
sergio, mandare via gli extracomunitari e i nomadi non in regola è un
modo per spostare il problema in un’altra città. ricordatelo bene.
fausto, se tu davvero credi che sia necessario cambiare andando al
governo, ricordati che chi ti elegge, e chi elegge i tuoi deputati,
non vuole che i nostri ragazzi vadano a morire e a uccidere a bagdad,
ricordatelo bene anche tu.