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Il declino terminale dell’ultima superpotenza

Publie le giovedì 1 maggio 2008 par Open-Publishing
1 commento

Un’analisi “in situ” di quello che potrebbe portare al declino terminale dell’ultima superpotenza

di Alan D. Altieri

1. LOWDOWN (*)

Gli Stati Uniti d’America - cuspide del capitalismo rampante del Terzo Millennio, locomotiva della produzione industriale globale - continueranno a essere LA forza trainante della crescita economica planetaria.
Giusto?
Sbagliato.
Alla chiusura del primo trimestre dell’Anno Domini 2008, anno conclusivo dell’Era Bush II, gli Stati Uniti non sono più né l’una cosa né l’altra. Per contro, sono in profondo, profondissimo DEFICIT FEDERALE: 10 TRILIARDI DI DOLLARI.

Mosca, nuova Russia, è solo uno dei luoghi in cui si è trasferito il vero capitalismo rampante del Terzo Millennio. A Mosca ha sede, citando solamente un nome, il consiglio di amministrazione del titano petrolio-gas naturale chiamato Gazprom. Se le casalinghe disperate di Voghera, Italia, e/o di Linz, Austria, riescono (non sappiamo per quanto ancora) a far bollire l’acqua per buttare le fettuccine, lo devono primariamente al metano erogato da Gazprom.

Quanto a trainare la crescita economica planetaria, il misero incremento 2.5% (circa, per difetto) dell’economia americana non può neppure remotamente competere con il 9.2% del meta-continente chiamato - nell’azzeccatissima definizione di Federico Rampini, mostro sacro dell’analisi economica del quotidiano La Repubblica prima e della saggistica geopolitica di Mondadori poi - l’Impero di Cindia, Cina+India. Le cause di questo spostamento epocale sono molte e tutt’altro che recenti.

A sferrare il primo colpo basso all’economia americana è un grande statista di nome Richard Milhouse Nixon.
Ricordate? Mr. Nixon fu il Presidente americano, trionfalmente eletto per il Partito Repubblicano nel novembre 1970, che ridefinì il concetto di “Presidenza Imperiale”. Fu anche il sagace stratega che autorizzò, oltre a svariate altre brillanti iniziative belliche, i bombardamenti a tappeto sul Vietnam del Nord nel giorno di Natale 1971 sancendo quella che venne definita Escalation. Fu nonchè l’abile uomo politico che si guadagnò sempiterne fame & fortune per gli epiteti registrati su certi sgradevoli, ampiamente illegali, intercettazioni telefoniche passate alla storia come “Scandalo Watergate”. A tutt’oggi personaggio discusso e discutibile, non si può comunque dire che Mr. Nixon abbia avuto vita (politica & non) facile. In sintesi:

articolo completo:
http://www.carmillaonline.com/archives/2008/05/002622.html#002622

Messaggi

  • Io non avrei tanta fretta a seppellire gli S.U. Indubbiante hanno grandissimi problemi derivanti dalla speculazione finanziaria(eppure Milken avrebbe dovuto insegnare qualcosa)ma è altrettanto vero che il problema del debitore è anche il problema del creditore come insegnò Keynes. Cina, Russia, Giapppone,Corea del sud,Medio Oriente ecc. hanno tutto l’interesse a tenere su gli S.U. e farla riprendere al più presto anche fornendo capitali freschi al sistema bancario distrutto come dimostra il fatto che stanno comprando grosse fette di banche in stato semi-fallimentare andandoci a perdere molto. Niente sarà come prima una volta finita questa crisi ma non vendete la pelle dell’orso prima di averlo ucciso!