Home > Il governo delle leggi e come la guerra porti il fascismo

Il governo delle leggi e come la guerra porti il fascismo

Publie le lunedì 17 luglio 2006 par Open-Publishing

EDITORIALE. PEPPE SINI: IL GOVERNO DELLE LEGGI E COME LA GUERRA PORTI IL
FASCISMO

In un denso capitolo di quel denso libro che e’ Il futuro della democrazia
(Einaudi, Torino 1984, 1991), Norberto Bobbio esamina una delle domande che
percorrono tutta la storia del pensiero politico: "Qual e’ il governo
migliore, quello delle leggi o quello degli uomini?".

E dopo aver passato in rassegna con la consueta chiarezza ed equanimita’
tutte le principali posizioni sostenute dai piu’ illustri studiosi nel corso
della vicenda umana, ed aver illustrato i pro ed i contra di ogni posizione,
cosi’ conclude: "Se poi, a conclusione dell’analisi, mi si chiede di
abbandonare l’abito dello studioso e di assumere quello dell’uomo impegnato
nella vita politica del suo tempo, non ho alcuna esitazione a dire che la
mia preferenza va al governo delle leggi, non a quello degli uomini. Il
governo delle leggi celebra oggi il proprio trionfo nella democrazia. Che
cosa e’ la democrazia se non un insieme di regole (le cosiddette regole del
gioco) per la soluzione dei conflitti senza spargimento di sangue? e in che
cosa consiste il buongoverno democratico se non, anzitutto, nel rigoroso
rispetto di queste regole? Personalmente, non ho dubbi sulla risposta a
queste domande. E proprio perche’ non ho dubbi, posso concludere
tranquillamente che la democrazia e’ il governo delle leggi per eccellenza.
Nel momento stesso in cui un regime democratico perde di vista questo suo
criterio ispiratore, si rovescia rapidamente nel suo contrario, in una delle
tante forme di governo autocratico, di cui sono piene le narrazioni degli
storici e le riflessioni degli scrittori politici" (p. 193).

Non si potrebbe dir meglio.
E ci sembra necessario riproporre queste savie parole all’attenzione di chi
ci legge proprio oggi che il governo attuale, seguendo le orme del governo
golpista precedente, si appresta a nuovamente finanziare la prosecuzione
dell’illegale e criminale partecipazione militare italiana alla guerra
afgana, con cio’ nuovamente violando - come gia’ il governo golpista
precedente - la Costituzione che la partecipazione italiana a quella guerra
proibisce.

La guerra e la violazione della Costituzione sono una cosa sola: la
decisione di contribuire a far morire persone la’ implica la rottura della
legalita’ qui, e’ un unico crimine: assassinio e golpe ad un tempo.

E tutte le sirene della propaganda non riusciranno mai a occultare questa
terribile verita’.