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Il gratta e vinci, la linfa dell’economia italiana
Publie le domenica 23 novembre 2008 par Open-PublishingIl gratta e vinci, la linfa dell’economia italiana
di Alessandro Ambrosin
L’Italia si sta trasformando in una grande Rolettemburg, la città dove Fedor Dostoevskij ambientò il suo romanzo "Il giocatore". Non serve avere una grande perspicacia per accorgersene, basta girare l’angolo sotto casa, e imbattersi nel primo tabaccaio, oppure entrare in un grande magazzino, in un bar o in un grande centro commerciale. La parola d’ordine è "Gratta e vinci".
Un giro d’affari strepitoso che nei primi mesi dell’anno ha già registrato un utile pari a 1,4 miliardi di euro per chi gestisce questo business, esattamente il 15% in più rispetto allo scorso anno. Addirittura può succedere che una volta arrivati alla cassa di un supermarket sia la stessa cassiera a proporre l’acquisto di un biglietto della fortuna. Se l’economia è in caduta libera, se i beni materiali sono in continua flessione di vendite, se la situazione economica delle famiglie è ai minimi storici, il gioco non conosce nessuna crisi, perchè tutti, ma proprio tutti sognano di poter dare una svolta al proprio futuro con una rocambolesca vincita. Da coloro che versano in condizioni precarie e non riescono ad arrivare alla seconda settimana del mese, a chi invece tiene già un bel gruzzoletto in banca, ma non si accontenta.
Insomma la malattia del gioco coinvolge ogni singola persona in un modo o nell’altro, e se qualche sociologo vede il fenomeno come un estemporaneo beneficio per creare quello stato illusorio per evadere dal tram tram quotidiano, c’è anche chi continua a denunciare il pericolo che si cela dietro questo vizio e che può trascinare intere famiglie sul lastrico. Infatti cadere nell’assuefazione del vizio è una probabilità tristemente conosciuta. Lo sa bene questo la Lottomatica, la società per azioni controllata con una quota di maggioranza assoluta dal Gruppo De Agostini, che per conto dei Monopoli di Sato gestisce i giochi in Italia dal 1993, anno in cui ha ottenuto la concessione dal Ministero delle Finanze, e dal 2004 anche le lotterie istantanee, che, come cita lo statuto sociale dell’azienda rimarrà tale fino al 2070. E così ha iniziato a piazzare distributori automatici ovunque, pagando profumatamente gli spazi negli ipermercati e nei luoghi adibiti alla grande distribuzione. Gratta e vinci da 1 fino a 10 euro per invogliare grandi e piccini a sfidare il fato della dea bendata.
Ma il business è talmente redditizio che il gioco è disponibile anche on line. Soldi a palate che ogni anno aumentano vortiginosamente il bilancio di un gioco che invece di essere chiamato d’azzardo viene fatto passare come un servizio al cittadino, mentre le slot machine presenti nei bar sono diventati degli apparecchi da intrattenimento. Se dal mese di gennaio gli italiani hanno speso solo 54 milioni di euro per giocare on line, i tipici tagliandi del gratta e vinci di carta nei primi nove mesi di quest’anno hanno già fatto salire gli incassi a 9 miliardi di euro. In pratica una somma nove volte superiore al valore stimato per l’acquisto di Alitalia.
Ma la gestione di Lottomatica non si ferma al Gratta e vinci e alle slot, ci sono le sostanziose giocate del Lotto, che ancora detengono il primato sulle vendite, del Totocalcio, del Totip, del Superenalotto, del Tris delle Lotterie nazionali, e non ultime le recenti Formula 101 e le scommesse sportive. Un business dove secondo l’inchiesta realizzata da il salvagente, il quotidiano on line dei consumatori, solo il 20% dei proventi arriva nelle casse dell’erario, perchè la macchina di questo circolo vizioso è stranamente costosissima.
Tuttavia l’attività è così produttiva che nell’agosto del 2006 Lottomatica acquista la Gtech Holdings, fornitore internazionale di tecnologie per giochi, e diventa così uno dei leader mondiali del settore con attività presenti in 50 stati sparsi su tutto il globo e 6mila dipendenti. Lo scorso ottobre rinnova di altri quattro anni il contratto di gestione anche per le lotterie californiane ricavando circa 250 milioni di dollari. Se il giro d’affari è in costante aumento anche l’andamento borsistico non è da meno, esente addirittura dalla crisi economica mondiale tanto che il titolo di Lottomatica è in costante crescita. Insomma se questo settore non conosce crisi, il merito sta nella capacità di ingannare milioni di persone e creare l’illusione dei soldi facili, benchè la legge dello stato bandisca il gioco d’azzardo.