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Il paese dei padrini

Publie le martedì 20 maggio 2008 par Open-Publishing

L’Economist pubblicava il suo servizio di Berlusconi intitolato “Il Padrino” ma in Italia i Padrini non finiscono mai.
Siamo un popolo in cui il merito lo fanno le raccomandazioni, dove o sei raccomandato o sei raccomandante, per cui la massima aspirazione e’ passare dal rispondere a: “Dimmi chi ti manda”, a dire: “lei non sa chi sono io!”.

Per fotografare la Sicilia basterebbe Pinnacle 10 e 11, che non e’ un montaggio filmico, ma un programma scaricabile da e-mule con l’enorme archivio di presunte raccomandazioni del neo governatore siciliano Lombardo. Non si sa se e’ vero ma e’ verisimile, un foto-finish da far impallidire le denunce fiscali di Visco.
Forse sara’ il pc il vendicatore del XXI° secolo, Robin Hood-web.

E’ tutto precisino su Pinnacle 10 o 11: nome del postulante, professione, telefono, indirizzo, oggetto della richiesta (manca solo di quanti voti si fa garante, ma si presume almeno una famiglia). I postulanti segnati e solo per Lombardo sono 1.700, ma siamo agli inizi del mandato. Diamogli tempo. Dicono che Cuffaro ne avesse 20.000. Le richieste sono di ogni tipo, non solo posti di lavoro, ma l’asilo per il bambino, un letto in ospedale, un trapianto, un posto alle Poste. Cosa non si fa grazie ad un Padrino!
L’Italia piu’ che una repubblica e’ un Padrinato.

E poi abbiamo trattato male Mastella, che almeno i postulanti li riceveva di persona! Quanti ne avra’ sistemati? 400-500? Bazzecole! Ma si sa che col web Mastella non aveva molta fortuna. Innovazione ci vuole, modernita’, un medioevo tecnologico!

Poi ci sono i lobbisti, a cui ci si rivolge perche’ postulino per noi, mediatori del raccomando. Altrove e’ una professione, con tanto di regole. Noi le regole le schifiamo. Del resto Tremonti disse che nel lavoro creativita’ ci vuole!

Via Prodi, ri-avanti Berlusconi, il diritto arretra, la lottizzazione avanza, Formigoni la vuole introdurre addirittura nella Costituzione, altro che manuale Cancelli, in Italia tutto discende dal potere. E non c’e’ potere abbastanza alto che non abbia bisogno di essere a sua volta raccomandato a un potere ancora piu’ alto. E se proprio sei in cima ci sara’ ancora qualche Papa, o Riina, o Opus dei, o Venerabile, piu’ in alto di te, a cui raccomandarsi.

Ogni tanto qualcuno riparla di meritocrazia, ma fa per celia. La parola sta scomparendo dalla lingua italiana, come disusata. E quando mai si e’ vista della meritocrazia in Italia? Non si assumono i bravi ma i raccomandati. E’ per questo che il sistema affonda. Le raccomandazioni non hanno mai fatto lievitare il merito.

La folla di postulanti, emissari, lobbisti punta ora frenetica i nuovi padroni del vapore nelle loro scale e sottoscale : onorevoli, dirigenti, segretari, sottosegretari, e’ tutto un bisbigliare raccomandatizio di telefoni spia: Eni, Pirelli, Finmeccanica, corporazioni, gruppi e groppuscoli.

Salgono le quotazioni dei Velardi, ex braccio di D’Alema, agenzia che batte 6 milioni e conta clienti da raccomandare come Autostrade, Enel, Lottotica, Google, Unicredit, Fastweb… e’ tutto un bisbigliare di api industriose nel grande alveare della raccomandazione.
Commissioni che costano centinaia di migliaia di euro. Lobbisti che addolciscono il diritto, fanno cambiare la legge, procurano utili, carriere, cambiano guerre in paci, avversioni in patti.

Anche Tronchetti stava in una rete di lobbisti che trafficava con Fassino, Prodi, D’Alema. Quando si parla di vendere Telecom a Murdock, Prodi dice di no e Tronchetti paga Velardi, ex di D’Alema e si rivolge alla capa di un’agenzia che guarda caso e’ la moglie di Sircana, poi la cosa non riesce, ma cosi’ si va avanti in Italia. E noi che non capivamo quel silenzioso Sircana che ci stesse a fare! Portavoce di Prodi! Ma quale portavoce? Porta-raccomandazioni. Una comunicazione di altro livello, come quando Berlusconi disse chiaro in televisione che Mangano era un eroe. Non dava di matto, rassicurava chi di dovere sulla sua fedelta’, rassicurava un Padrino.

E cosi’ ognuno e’ servo di qualcun altro. E’ tutto un pullulare di parassiti che con uno Stato civile non hanno niente a che fare.
In USA almeno sui mediatori lo Stato ha messo regole, in Italia sono 30 anni che ci provano ma i politici preferiscono che tutto resti nell’ombra. Nessuna deontologia, tutto deve restare in una zona invisibile dove tutti fanno cio’ che nessuno dice. Del resto in Italia i codici deontologici servono solo a reggere gambe zoppe di tavolini precari. E se non esistono codici di condotta nemmeno per le prime 5 cariche dello Stato, prescritti e mafiosi, come si potrebbe chiedere un’etica per il resto?

I miti della mediazione fruttuosa sono Gianni Letta, factotum di Berlusconi, Massimo romano ex Enel e Ilva, Luigi Bisignani P2… re incontrastato Stefano Lucchini, dirigente Enel e Banca Intesa, che non freno’ il suicidio di Gardini, detto Sua Eminenza, uomo vicino tanto all’Opus dei quanto alla comunita’ ebraica. Ormai le acque si confondono ma sempre acque nere sono.

E noi qui a parlare di pace, di diritti, di valori, di difesa della gente, inascoltati e spregiati da quelli che hanno capito tutto, che fanno tutto, che si muovono nella cerchia di interessi intrecciati in cui tutti hanno le mani in pasta di tutto.

E nulla viene mai scritto su nessun giornale. Lo si da’ per scontato, come la notte, le tempeste, i terremoti e tutte le disgrazie inevitabili di cui e’ fatto il mondo.

E quando qualche magistrato o qualche giornalista alza la voce e addita, eccoli tutti uniti, i destri ed i sinistri, tutti pronti e unanimi a silenziare i Travaglio, i Beppe Grillo, i Santoro, le Forleo, i De Magistris, le Bocassino, i Di Pietro, come ieri silenziarono Falcone, Borsellino, il giudice Livatino, Ciaccio Montalto, Scopellitti…

La politica visibile e’ gia’ abbastanza brutta, ma la politica invisibile con tutte le sue reti e i suo intrighi e’ orrida.

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